19/09/2024
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Uscite discografiche della settimana con due numeri. Ecco Jack White, Smashing Pumpkins, David Lynch, beabadoobee, X, FUCKED UP, OSEES

2 agosto


JACK WHITE – NO NAME 
(garage rock, garage punk)

Uscite discografiche con Jack White e il suo album, pubblicato a sorpresa, lo scorso 20 luglio. Nessuna grafica, nessuna informazione sulle tracce, nessun credito di registrazione. La misteriosa opera si è rivelata il sesto album da solista dell’artista.

L’album si intitola “No Name” perchè a parlare è la musica e il messaggio è chiaro: l’LP numero sei è il ritorno ruggente di White al fuoco blues garage-punk, una corsa di golosità rock n roll che è al punto senza disegni arzigogolati. Sostenuto da musicisti tra cui il bassista Dominic David e il batterista e compagno di band dei Raconteurs Patrick Keeler, White suona più energico e feroce di quanto non abbia fatto negli ultimi anni.

No Name è più crudo e pesante di qualsiasi album che ha pubblicato da solo o con una qualsiasi delle sue band, mescolando l’immediatezza spogliata dei White Stripes, la grandezza del rock classico ad alto numero di ottani dei Raconteurs e la grinta oscura dei Dead Weather. No Name è un’ondata così torrenziale di rock n roll febbrile, che potrebbero essere necessari diversi ascolti per distinguere le canzoni. Ma il modo migliore per goderselo è semplicemente immergersi, più e più volte.

G.A


DAVID LYNCH & CHRYSTABELL – CELLOPHANE MEMORIES
(ambient pop, elettronica, art rock)

Questa collaborazione di David Lynch con la cantante Chrystabell, la bravissima Agente Tammy Preston di Twin Peaks 3: The Return”, è un ottimo esercizio di stile e poco altro. Come se la nostra coppia fosse molto più interessata a creare un’esperienza surreale piuttosto che canzoni capaci di lasciare vere e proprie impressioni. 

Il punto focale qui è la voce ondulata di Chrystabell: una cantante unica capace in buona parte del disco di brillare, ma che purtroppo si indebolisce sempre più nel corso del disco. Ottimo come sempre il comparto sonoro in generale: anche se ogni traccia ha un approccio simile, in questo disco le voci eteree l, i multistrati sonori e l’insieme di alcuni passaggi sonori dai tratti distintivi Lynchani, funzionano molto bene. Trova spazio anche il compianto Angelo Badalamenti, che fornisce alcuni dei suoi caratteristici lavori di synth in “She Knew” e “So Much Love” – che, guarda caso, sono due dei brani più forti del disco. La palma di miglior canzone va senza dubbio a “The Answers to the Questions”,  dove la voce di Chrystabell brilla come non mai in una miscela eterea di trip hop e country gotico che riesce pienamente nel suo intento ipnotico. 

E se alla fine della fiera il disco nel suo complesso non posso dire che colpisca nel segno a pieno, dietro a questo lavoro rimane una grossa nota positiva: la testimonianza di essere di fronte ad un uomo, David Lynch, che a 78 anni suonati è ancora pervaso dalla creatività e dalla voglia di divertirsi nonostante qualche bel acciacco (è di pochi giorni fa la notizia dell’efisema che ha costretto il nostro a chiudersi in casa senza poter uscire). Ode a te Signor Lynch, ti voglio molto, molto bene.

Davide Belotti


SMASHING PUMPKINS – AGHORI MOHRI MEI 
(alternative rock)

Le uscite discografiche dello scorso 2 agosto sono state illuminate dal ritorno di Billy Corgan e soci. Abbiamo recentemente ammirato gli Smashing Pumpkins all’interno della rassegna Lucca Summer Festival e avevamo ben percepito un ritorno in forma clamoroso. La band è tornata con questo nuovo album, finalmente convincente, e che piacerà anche ai fan più nudi e crudi del gruppo di Chicago. Aghori Mhori Mei ha la produzione di una proposta più semplice.

Non ci sono singoli ad anticipare l’uscita ne annunci clamorosi: ci sono dieci canzoni dirette e ben suonate spalmante in 44 minuti di feroce rock alternato ad affascianti percorsi sonori ben diretti da Corgan (Pentagrams). Chiunque abbia grandi aspettative sarà piacevolmente sorpreso da Aghori Mhori Mei, che sembra il vero ritorno degli Smashing Pumpkins. Consegnato con fiducia e d’abbondanza di idee, l’album piace tantissimo per la sua coesione. Aghori Mohri Mei è un viaggio in cui ogni passo sembra importante per arrivare al successivo. Non è Siamese Dream ma non è neanche paragonabile all’orrido CYR del 2020. 

G.A


MOSES SUMNEY – SOPHCORE (EP)
(art pop, r&b)

Non avevamo notizie di Moses Sumney musicista dal 2020, anno in cui uscì græ, il doppio album che lo ha definitivamente affermato come uno degli artisti più interessanti e peculiari degli ultimi anni. Da quel momento Sumney, fatta eccezione per alcuni singoli e qualche collaborazione, aveva messo in stand by la carriera musicale per dedicarsi principalmente a quella di attore. Il due agosto è finalmente tornato a pubblicare nuovo materiale e lo ha fatto con Sophcore, un Ep che riprende il filo del discorso intessuto quattro anni fa da græ.

Essenziale e grandioso, questo lavoro condensa in soli sei brani tutta la complessa estetica sonora di Sumney. Sin dall’opener, I’m Better (I’m Bad), ritroviamo la sovrapposizione di stili, virtuosismi vocali e armonizzazioni che, come sempre, disegnano atmosfere sospese e teatrali. Sophcore è comunque un lavoro immediato, a cui ci si abbandona facilmente: le influenze R&B e jazz, la ritmica morbida invitano l’ascoltatore a lasciarsi andare, Gold Coast. Nonostante la presenza di differenti texture sonore, Sumney abbraccia una sorta di essenzialità che permette alla musica di essere anche semplice intrattenimento il cui scopo è quello di far ‘muovere i fianchi’. Dopo questo ottimo antipasto, aspettiamo nuove portate, magari più sostanziose a livello quantitativo.

Chiara Luzi


X – SMOKE & FICTION
(punk rock)

Smoke & Fiction è un album difficile da separare dal contesto su cui si muove. Per alcuni aspetti, questo album dovrebbe essere considerato per quello che è: un altro album dell’istituzione punk targata X, l’ennesimo lavoro che ben si adatta a quasi tutto il resto della discografia della band. Ma Smoke & Fiction non è solo un altro album X; è l’ultimo album X, il canto del cigno per la band mentre conclude una gloriosa carriera. 

C’è un senso di aspettativa di come la band sceglierebbe di scrivere il loro capitolo finale, ma Smoke & Fiction è forse più sorprendente di quello che tutti potessero immaginare. La band attacca ogni canzone con la fiduciosa ferocia dei loro primi giorni, anche se gli effetti dell’età possono essere sentiti nelle voci di John Doe ed Exene Cervenka. La band non si allontana troppo da ciò che sa fare meglio, e la formazione attuale sembra più intenzionata ad attenersi alla loro corsia piuttosto che a provare qualcosa di diverso all’uscita. Cala uno splendido sipario su una band fondamentale. Applausi. 

G.A


9 agosto 


BEABADOOBEE – THIS IS HOW TOMORROW MOVES
(pop, songwriting)

Uscite discografiche odierne con la talentuosa Beabadoobe. A volte, la mancanza del cosiddetto effetto sorpresa rischia di condizionare il giudizio su un disco che in realtà è molto valido solo perché non ci offre nulla che già non ci aspettassimo. Prendiamo, ad esempio, questo terzo disco di Bea Kristi: chiunque abbia seguito le vicende della musicista anglo-filippina sapeva che per lei era giunta l’ora di proporre qualcosa che suonasse più che mai maturo e consapevole, perché ormai non sarebbe stato più credibile proporsi come l’adolescente che elabora le proprie inquietudini in cameretta o la ventenne che fa di tutto per veicolare l’energia e la vitalità che le ribollono dentro.

E così, ecco il suono più robusto, più stratificato, che sfrutta un set strumentale ben più ampio e un produttore importante come Rick Rubin; ecco la maggior versatilità anche vocale; ecco la cura della parte ritmica e delle armonie; ecco i testi introspettivi e adulti. Tutto come previsto, quindi, e viene spontaneo chiedersi se allora ci si possa ancora emozionare ascoltando la musica a firma beadaboobee. La risposta, ovviamente, è in ognuno di noi, io, personalmente, quando ascolto melodie così efficaci, un cantato così espressivo, un suono, come detto, curato in ogni minimo dettaglio ma sempre al servizio della canzone e testi così evocativi e di impatto, beh, mi emoziono eccome. Certo, quando tutto questo arriva in una veste che spiazza è ancora meglio, ma avercene. 

Stefano Bartolotta 


FUCKED UP – ANOTHER DAY 
(post hardcore)

Another Day è il settimo disco della band e arriva un anno dopo One Day del 2023, un disco che è stato in qualche modo (ma non proprio) scritto e registrato in 24 ore. È interessante notare che questo suona molto più come il processo del tempo frenetico in studio rispetto al suo predecessore. È molto più simile ai loro primi giorni sfacciati di qualsiasi cosa abbiano fatto per molto tempo, ed è anche l’album più breve della loro carriera. Un disco che contiene una serie di momenti stimolanti, ma, nel complesso non si afferma del tutto nel contesto del loro catalogo. Un post hardcore ringhiato (forse troppo) senza infamia e senza lode insomma.

G.A


OSEES – SORCS 80
(garage punk, synth punk)

Chiudiamo queste uscite discografiche della settimana con gli Osees. Ci sono artisti che impiegano anni, persino decenni, a creare e perfezionare un album, assicurandosi che ogni dettaglio intricato, dall’artwork ai toni della chitarra sia allineato con il loro intento. In contrasto con quell’atteggiamento perfezionista, gruppi come Osees hanno ripetutamente dimostrato che gli album non devono essere un’impresa titanica.

Deja vu

Quasi esattamente un anno dal loro ultimo album, Intercepted Message, gli Osees hanno ora svelato il loro 29° album in studio, intitolato SORCS 80, che riafferma la reputazione di John Dwyer come l’uomo più impegnato del garage punk rock. In definitiva, la fanbase di culto di Osees sarà probabilmente abbastanza contenta di questo lavoro, in quanto offre un diluvio di vitalità energetica, elettronica e grinta Tuttavia, sembra che ci sia poco qui che suggerisca uno sviluppo a lungo termine del suono della band; in effetti, il disco spesso sia influenzato troppo dal passato.

G.A


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