26/04/2024
Prima settimana di uscite discografiche di maggio con Arcade Fire, Warpaint,  Sharon Van Etten, Belle And Sebastian, Sunflower Bean, Rolling Blackouts Coastal Fever, The Waterboys e Soft Cell. 

Prima settimana di uscite discografiche di maggio con Arcade Fire, Warpaint, Sharon Van Etten, Belle And Sebastian, Sunflower Bean, Rolling Blackouts Coastal Fever, e i Soft Cell. 

a cura di Giovanni Aragona, Patrizia Cantelmo e Flaminia Zacchilli

12:06:36  – 06/05/2022



ARCADE FIRE – WE
(Indie Rock, Alternative rock, Chamber Pop)

Dal primissimo accordo di questo nuovo lavoro targato Arcade Fire, percepiamo una piacevolissima sensazione. Quando la pandemia ha stravolto le nostre vite, la band era sul punto di entrare in studio per registrare il loro nuovo album e Win e Regine Butler hanno continuato a lavorare insieme su moltissimo materiale. Il risultato, è un conciso LP di 40 minuti che esplora l’esperienza di vivere una pandemia : il primo lato è emotivo e oscuro, venato di isolamento e paura; l’ultima metà più luminosa e celebrativa, sulla creazione di connessioni e relazioni. Il primo lato ansioso e preoccupato di WE è seguito dalla positività e dalla speranza che si trovano nel riconnettersi l’uno con l’altro. L’album si conclude con l’incantevole brano intitolato “WE”, che fornisce perfettamente la chiusura a quello che è un disco molto ben disegnato da trame e paesaggi sonori tipici della natura sperimentale di Arcade Fire e perfettamente armonizzato da un Nigel Godrich superlativo. Speravamo in un ritorno così importante e fortunatamente l’attesa ha mantenuto le promesse: WE è uno dei migliori dischi di questa settimana…e non solo…
(G.A)


BELLE AND SEBASTIAN – A BIT OF PREVIOUS
(Indie Pop, Twee Pop, Chamber Pop)

Anche se per gran parte degli estimatori dei B&S la loro carriera può dividersi in un periodo prima e dopo Isobel Campbell/Stuart David, l’ensemble di Glasgow ha continuato a pubblicare lavori apprezzabili, tenuta in piedi dalla sempre ottima verve creativa di Stuart Murdoch. Questo “A bit of Prevoius” non aggiunge granché alla loro carriera fenomenale, facendo affiorare ancora una volta il talento di scrittura per le pop-songs accorate e sognanti, (alcune farebbero comodo al repertorio di molte delle nuove acclamatissime band odierne), ma si avverte un po’ di stanchezza in altri passaggi da compitino riempitivo, oltre il limite di guardia per chi li ha amati tanto. Mettendo sulla bilancia le aspettative legate alla loro produzione storica e l’obiettività di un ascolto senza pregiudizi, tutto sommato l’ago pende ancora dalla parte della bellezza.
(P.C)


ROLLING BLACKOUTS COASTAL FEVER – ENDLESS ROOMS
(Indie Rock, Jangle Pop)

Niente di nuovo sotto il cielo australiano dei Rolling Blackouts CF: la giovane band che ci aveva impressionati nel 2018 fra EP e full-lenght d’esordio con la freschezza e il gran tiro del loro indie-rock condito di schitarrate jangle pubblica questo terzo disco che non cambia di una virgola la loro ricetta. Leggermente più riuscito e d’impatto del precedente, senza picchi clamorosi e senza l’hype della novità, continua a deliziare il palato di chi cerca immediatezza di melodie dal sapore eighties (Robyn Hitchcock o i “padrini” Go Betweens, i primi che vengono in mente). Una sicurezza, che come tutte le sicurezze potrebbero stancare un giorno, ma per ora va benissimo così.
(P.C)


WARPAINT – RADIATE LIKE THIS 
(indie-rock, dream-pop)

A distanza di sei anni dall’ultimo album, riecco un lavoro targato Warpaint. Radiate Like This è davvero un gran disco. Mentre gli album precedenti, in particolare Heads Up del 2016 e il suo predecessore omonimo del 2014, avevano uno spirito spontaneo allegro, sostenuto da forsennati ritmi disco post-punk, questo nuovo lavoro segna il definitivo passaggio alla maturità. L’opera basa le sue fondamenta su accordi lussureggianti e avvolgenti di ampie armonie sostenute da bassi che trasudano una potentissima sensibilità pop leggermente oscurata nelle ultime scorribande in studio. Molto gradevole il comparto produttivo e la cura maniacale dei suoni: tutto è impacchettato in maniera dettagliata e finemente mirato. Anche gli spigoli sono stati accuratamente sbavati e le superfici aspre levigate con maniacale cura. Decisamente interessante.
(G.A)


SHARON VAN ETTEN – WE’VE BEEN GOING ABOUT THIS ALL WRONG
(Indie Rock, Singer-Songwriter, Art Pop)

We’ve Been Going About It All Wrong, annuncia Sharon Van Etten sul titolo del suo ultimo LP – abbiamo gestito la cosa nel modo sbagliato. Tuttavia, se c’è qualcuno al mondo per cui la frase non si applica, quello è proprio lei. A tre anni dall’acclamato Remind Me Tomorrow, la regina (della notte) dell’alternativo sfodera nuovamente i propri cavalli di battaglia. Esercizio di inquietudine e instabilità, We’ve Been Going About It All Wrong si fonda sui buildup: tracce che iniziano sonnolente, trascinandosi poco sopra un soffuso silenzio, per poi riaccendersi di colori e violini quando il momento si fa propizio. È la formula Van Etten ed è collaudata, ma è l’ideale per salutare gli ultimi pomeriggi nuvolosi.
(F.Z)


SUNFLOWER BEAN – HEADFUL OF SUGAR
(indie-pop, power pop)

Se c’è una band che ha sofferto molto durante la pandemia, i Sunflower Bean sono in cima alla lista. Motivo? beh, perché è una band che si alimenta necessariamente dal vivo. In questo disco il gruppo ritorna al passato ma lo fa con il piglio giusto: andare indietro per limare aspetti del passato innovando un sound già ben definito. Sono in splendida forma e il piglio è quello giusto: in tutto il disco i nostri eroi navigano abilmente su una varietà di terreni sonori piegandoli alla loro volontà con risultati a dir poco spettacolari. In un vortice di melodie, armonie sublimi e tecniche di produzione innovative, Headful of Sugar è il distillato di una band che diventa esattamente quello che dovrebbe essere oggi una band “indie”. Nel complesso questo disco è un lavoro appassionato, sfrontato, che non presta attenzione alle tendenze indie rock del momento. Hanno già vinto per questo.
(G.A)


SOFT CELL – *HAPPINNESS NOT INCLUDED
(Synthpop, New Wave)

E chi poteva mai pensare al ritorno in pista dei Soft Cell. Il duo è tornato a lavorare a distanza di 19 anni dall’ultimo album Cruelty Without Beauty del 2002. Marc Almond e Dave Ball si erano riuniti l’ultima volta nel 2018 per il brano ” Northern Lights successivamente registrato per il cofanetto di Keychains and Snowstorms, e in concomitanza con il loro spettacolo di “addio” alla O2 Arena di Londra. La band, dopo i festeggiamenti per il loro album capolavoro (al link la nostra ricorrenza) confeziona questo nuovo disco che suona magicamente bene. Il sapore di Happiness Not Included è quello della stanchezza del mondo condito da riflessi nostalgici di racconti sonori del passato. Confrontare Happiness Not Included con il loro materiale precedente è futile e banale, approcciate invece quest’opera come un disco pienamente figlio dei tempi suonato da veterani. Tra synthpop e new wave il risultato è comunque garantito.
(G.A)


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