Soft Cell, i 40 anni di ‘Non-stop Erotic Cabaret’

Volgari, sfacciati, travolgenti. Il 27 Novembre 1981, i Soft Cell, tramite Some Bizzarre Records e Phonogram Records pubblicano il primo album, che sulle ali di Tainted Love conquisterò il Regno Unito.

10:51:34  – 30/11/2021


La genesi dei Soft Cell 

La loro storia, il loro sound, la loro immagine. Sono tanti i posti da cui si potrebbe partire per iniziare a parlare dei Soft Cell, iconico duo synth pop britannico che negli anni ’80 ha praticamente dato inizio ad una corrente musicale, e del loro primo album Non-stop Erotic Cabaret, però abbiamo deciso di partire da un punto d’osservazione meno battuto: il video clip di Sex Dwarf, quinta traccia del loro album. Il video in questione, diretto da Tim Pope, fu bannato poco dopo la sua pubblicazione in Regno Unito e furono ritirate dal mercato tutte le copie di Non-stop Erotic Video Show, la raccolta nella quale si trovava insieme a tutti gli altri video dell’album dei Soft Cell. 

Il video, diventato presto oggetto di culto dopo il ban ricevuto per i suoi contenuti scabrosi e volgari, con la sua estetica riassume in maniera molto diretta ed efficiente il carattere di Marc Almond e Dave Ball e della loro musica. Nel delirio cinematografico di Pope, Marc e Dave prendono parte ed incitano una situazione orgiastica che scimmiotta le feste del tempo, facendo uso tra l’altro di trans e prostitute reclutati nei locali di Soho.

Il tutto raggiunge il suo culmine scandalistico con il soggetto della canzone che, liberato da una cassa di legno, si aggiunge alla festa con una foga pari a quella di regia ed editing. L’immagine però che in maniera ancora più sintetica riesce a descrivere le numerose contraddizioni che caratterizzeranno poi tutta la carriera dei Soft Cell, è in apertura. Un macellaio, il cui volto è sfigurato in una smorfia a metà tra l’orrore e il divertimento, accarezza con un archetto da violino una motosega, ricalcando il motivo principale della traccia. Terribilmente azzeccato.

Tainted Love

Come per tante band prima (e dopo) di loro, il successo però non arriva subito per i Soft Cell. La band si forma quattro anni prima di Non-stop Erotic Cabaret, nel 1977, quando ancora entrambi frequentano il politecnico di Leeds. Marc Almond, che al tempo studiava arti performative, aveva bisogno di un accompagnamento musicale per le sue performance e quando ha conosciuto Dave Ball hanno iniziato a lavorare a quelli che poi sarebbero divenuti i Soft Cell, arrivando dopo un anno a pubblicare il loro primo EP: Mutant Moments.

Sebbene questa prima release già possa vantare tanti dei tratti caratteristici del sound che ha reso tanto iconico il loro primo LP, il duo impiegherà ancora qualche anno prima di riuscire a farsi notare, e anche una volta firmato con Some Bizzarre Records e Phonogram, il loro primo singolo sarà un flop, non riuscendo a piazzarsi in nessuna classifica.

Sarà sui dancefloor dei club della loro north england che Marc e Dave riusciranno a trovare l’ispirazione che sbloccherà la carriera dei Soft Cell. Nei locali di Blackpool, Manchester e Wigan, lontano dalle scene della capitale, si balla una musica diversa, con set che prendono in prestito B-sides e pezzi di artisti meno famosi della Motown anni ’60, caratterizzati da beat vivaci e andamento sostenuto, perfetti per scatenarsi. 

Tainted Love, gallina dalle uova d’oro

È proprio in uno di questi locali che Marc Almond sente per la prima volta Tainted Love e decide di proporne una reinterpretazione come encore nei concerti con i Soft Cell. La traccia originariamente registrata da Gloria Jones verrà poi scelta come secondo singolo del duo e sfonderà sia nelle classifiche UK che in quelle US, regalando alla band la possibilità di incidere Non-stop Erotic Cabaret.

La fortunata cover del duo britannico contiene tante delle componenti distintive del loro sound e che ritroveremo anche in questo album: un beat semplice e abbastanza ripetitivo, accompagnato da una linea di basso diretta e contagiosa, il tutto condito da una serie di voci di synth orchestrate da Dave Ball e sulle quali la voce morbida ed espressiva di Marc Almond volteggia. A tracce più da ballare come questa o Sex Dwarf, si alternano anche canzoni più simili a ballate classiche come Youth o Say Hello, Wave Goodbye, che seppur belle mancano forse della genialità delle tracce che maggiormente incarnano l’atteggiamento che il duo sembra quasi prendere in prestito dal mondo punk; quella sfrontatezza, quella chiara intenzione di provocare chi è all’ascolto quando raccontano di orge, sex worker e abuso di stupefacenti.

Non-stop Erotic Cabaret raggiunge i suoi punti più luminosi quando sembra quasi di vedere le insegne al neon dei luoghi che in qualche modo la sua musica e i suoi testi cercano di ricalcare, quelle degli angoli più loschi di Soho e delle periferie del nord dell’Inghilterra. Quando il beat accelera e le voci di synth iniziano a vorticare frenetiche, lì dove anche se solo per un momento, i Soft Cell sono riusciti a catturare e incidere una folle alchimia che non riusciranno più a trovare in futuro e che forse anche per questo rende questo disco così unico.

Matteo Cioni 

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