02/05/2024
Il Teatro degli Orrori si è sciolto. Lo ha annunciato con un lungo post Pierpaolo Capovilla, storico frontman della band. 

Il Teatro degli Orrori si è sciolto. Lo ha annunciato con un lungo post Pierpaolo Capovilla, storico frontman della band. 

10:23:19  – 15/06/2020


credit photo: Edward Smith

Teatro degli Orrori, fine della corsa

Il Teatro degli Orrori non è più una band. Lo ha annunciato, con un lungo post, lo storico frontman Pierpaolo Capovilla. La band nata nel 2005 ha all’attivo quattro album e ha esordito per l’etichetta Tempesta Dischi nel 2007 pubblicando il disco Dell’Impero delle Tenebre. Due anni dopo il gruppo realizza A Sangue Freddo. Gli ultimi dischi sono stati realizzati negli ultimi sei anni: nel 2012 è l’anno di Il Mondo Nuovo seguito nel tre anni da Il Teatro Degli Orrori.

Il gruppo si è formato a Marghera (VE) ed è stato formato da Capovilla, Gionata Mirai, Giulio Ragno Favero e Franz Valente. Nel 2012, in occasione del terzo disco in studio, si erano aggiunti alla band Kole Laca (synth, rhodes) e Marcello Batelli (chitarra). 

Il post di Pierpaolo Capovilla 

Un lungo post per  decretare la fine di una delle migliori band alternative della scena italiana degli ultimi anni. Pier Paolo Capovilla, storico frontman, ha così scritto sui social: 

Ciao a tutte e tutti. Il Teatro degli Orrori non esiste più. Lo sapevate già, ma io ho preferito tacere, nella speranza che le circostanze mutassero in qualche modo. Ma la vita a volte non va come si desidera o ci si augura. Tutto ciò mi spiace e mi addolora ancora. Sono consapevole di avere le mie belle responsabilità, ma in tutta franchezza non credo siano solo le mie che hanno indotto la band verso il triste epilogo. Neanche un po’. Credo altresì sarebbe davvero inelegante da parte mia venirvi a raccontare cosa è accaduto. Non sarebbe che il mio punto di vista, e varrebbe solo in termini personali. Cioè nulla. Anyway, non mi do per vinto, e continuo il mio percorso artistico e professionale. Da un paio d’anni lavoro ad una nuova band.

In quell’intervista radiofonica concessa agli amorevoli compagni di Fosdinovo, e che vedo pubblicata in questa pagina, ho chiarito di cosa si tratta. Sarà una band nel solco di ciò che ho fatto nel tempo. Soltanto ho cercato e cerco di spingere alle estreme conseguenze il mio percorso artistico, musicale e narrativo. Senza compromessi, e con spirito benjaminiano. Il contributo dei correligionari è stato ed è cruciale. Nel futuro più prossimo avrete sue notizie e contenuti.

La vita continua, e meno male. In questo momento storico è più che mai necessario opporre una resistenza convinta e convincente allo scivolamento autocratico delle condizioni politiche e sociali in cui viviamo. La musica popolare, e il rock, che tutti noi amiamo, non lo determineranno ma possono contribuire ad un cambiamento sociale, nel segno dei valori democratici che ci uniscono e che da sempre ci fanno sentire un po’ meno soli e un po’ meno inutili.

E per favore, se potete e se vorrete, mettete al bando i pettegolezzi, i rumori di corridoio, le insinuazioni. Non servono a niente. Ciò che davvero serve, io credo, è la comunione di intenti. Perché la musica, la buona musica, ci infervora, ci rende battaglieri, ci dà forza e voglia di cambiare le cose, nella nostra vita particolare e in quella del consorzio umano nel quale insistono le nostre esistenze. La vita è breve. Non sprechiamone neanche un minuto. Un abbraccio partigiano. ppc

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