26/04/2024
Straight Songs of Sorrow è il dodicesimo album in studio di Lanegan. Pubblicato dalla Heavenly Recordings, si ispira alla biografia pubblicata

Straight Songs of Sorrow è il dodicesimo album in studio di Mark Lanegan. È stato pubblicato dalla Heavenly Recordings e si ispira alla biografia pubblicata il 28 aprile 2020. 

10:28:23  – 09/06/2020


 

 

Etichetta: Heavenly Records
Genere: soft rock
Release:  8 maggio

Mark Lanegan e il demone dentro

Mark Lanegan è sulle scene da oltre trentacinque anni ed è, ad oggi, uno degli artisti più impegnati di quella scena ribattezzata tra gli ’80 e primi ’90, grunge. Dodici album da solista che vanno a sommarsi ai dischi pubblicati con gli Screaming Trees, con i Queens of The Stone Age, con i Gutter Twins e con Isobel Campbell (più altre collaborazioni) fanno di questo 55 enne autentico stakanovista del rock.

Lo scorso ottobre è stato pubblicato “Somebody’s Knocking” e successivamente Lanegan ha dato vita e forma alla sua biografia intitolata Sing Backwards and Weep. Un libro che ha fatto molto discutere e che ha riaperto vecchie faide interne con i suoi ex compagni degli Screaming Trees e una lunga diatriba con Liam Gallagher.

Straight Songs of Sorrow giunge nel momento perfetto. Il disco, segue di poco la pubblicazione della biografia e ogni canzone si ispira e si adatta perfettamente ad alcuni dei capitoli della sua biografia. Ogni canzone è una parte della sua esistenza. Il risultato finale è una storia oscura e narra un viaggio travagliato fatto di lotte, autodistruzione, conquiste e dipendenze dalla droga. 

Straight Songs Of Sorrow: un atto di coraggio

Il disco è un vortice di emozioni e segue pedissequamente la tormentata esistenza di Lanegan. Le emozioni sono scandite non solo dal punto di vista sonoro ma anche dai testi. L’opener dell’album è affidata a I Wouldn’t Want To Say, cavalcata elettronica che “oscilla dalla morte al risveglio“. Si cambia umore sonoro nella delicata Apples From A Tree, che racconta di “una madre che non ho mai conosciuto / un amante che non ho mai avuto”. 

In 1 ora, i testi narrano momenti dell’esistenza di Lanegan e questo rende le tracce più accessibili rispetto ad alcuni dei suoi lavori precedenti. Siamo in grado di immaginare le scene dei suoi ricordi mentre interpretiamo le molte situazioni nella nostra testa. “Ho camminato sotto il viadotto / ridendo tra me e me per una stupida vecchia battuta“, canta in Internal Hourglass Discussion seguito subito dopo dal risveglio nella stanza d’albergo in Svezia con Stockholm City Blues in cui  “Scendendo tutte le scale fino al gradino finale / pago per questo dolore che sto attraversando il mio sangue / non potreste mai dirmi quando è abbastanza”. Di questo album rimarrà indelebile l’atto di coraggio messo in atto da Mark Lanegan nel raccontare la sua vita e il suo rapporto con la morte.

La fine dell’esistenza è l’annullamento di ogni possibilità, la fine della coscienza prima che la morte di un corpo. Il suicidio è una scelta e per Mark Lanegan non esistono scelte giuste o sbagliate. Ci sono azioni. Maturo Lanegan a raccontarsi, intelligente a compiere oggi, a 55 anni, questo processo psicologico. Straight Songs Of Sorrow racconta con delicatezza ogni accadimento di una vita capace di assumere un senso solo “a posteriori”.

Ogni artefice delle proprie azioni riesce a dare un senso a quello che accade dopo che esso è accaduto.  Una vita considerata nella prospettiva di una morte finale è per Lanegan contraddittoria come un cerchio quadrato. Se è possibile individuare una struttura formale del fenomeno della morte, il punto di partenza deve essere proprio l’analisi dell’atto del suicidio; il suicidio è la volontaria scelta di porre fine alla vita, ma la morte che ne consegue non è interamente nostra, è anche di chi resta.

A Lanegan si uniscono Warren Ellis, Adrian Utley, Greg Dulli, Jack Irons, Ed Harcourt, mentre sua moglie Shelley Brien è co-autrice di alcune canzoni e addirittura presta la voce in This Game of Love. L’impianto sonoro è, a tratti, un ritorno alle origini soliste. Molte tessiture sonore hanno una linea sottilissima di elettronica e a prevalere sono chitarre e tastiere in un soft rock vicino al maestro Leonard Cohen. 

Conclusioni 

Nonostante i temi dell’abuso di droghe, della solitudine e della sensazione di vivere intrappolati e soli, c’è sempre una luce alla fine di un viaggio oscuro. La luce si vede e si sente nella stupenda Eden Lost and Found: “La luce del sole è un arrivo / la luce del giorno mi sta chiamando”. Lanegan ha aperto le porte al suo passato e condividendo questo lavoro ha prodotto una narrazione sincera e piena di forza. Straight Songs Of Sorrow è una meditazione profonda sull’attesa della fine e sul senso della vita stessa. Per la prima volta in carriera Mark Lanegan medita da una nuova prospettiva: non è più il protagonista ma lo spettatore.  

G.A

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