08/05/2024
In the Airplane Over the Sea, pubblicato da Merge Records il 10 Febbraio del 1998, è il secondo album dei Neutral Milk Hotel.

In the Airplane Over the Sea, pubblicato da Merge Records il 10 Febbraio del 1998, è il secondo album dei Neutral Milk Hotel.

10:22:43  – 11/02/2022


 

Alla partenza

Corre l’anno 1996, e due anni prima dell’album in questione, Jeff Mangum, fondatore del progetto, e Robert Schneider, suo amico d’infanzia, sotto il nome Neutral Milk Hotel, pubblicano On Avery Island, il primo album della band. Già in questo esordio di difficile classificazione, caratterizzato da un sound deliberatamente (forse troppo) lo-fi, e uno stile che oscilla liberamente tra indie rock e un folk con forti influenze psichedeliche, si possono notare alcune delle componenti che poi torneranno in In the Airplane Over the Sea, ma non riuscirà a raggiungere lo stato di culto del suo successore nonostante le numerose recensioni positive.

Con On Avery Island è evidente che Jeff ha trovato gli ingredienti giusti, che ci sono le basi per creare un disco veramente importante, manca soltanto il modo per mettere insieme la giusta amalgama, la ricetta vincente. Ricetta vincente che viene perfezionata in primis con l’aggiunta al roster di Julian Koster, Jeremy Barnes, e Scott Spillane, che si uniranno alla band per portare in tour il primo disco e che, in particolar modo nel caso di Spillane, contribuiranno alla stesura e agli arrangiamenti del nuovo album.

La seconda nota di merito è da attribuirsi a Schneider che si occuperà della produzione e che cambierà radicalmente i metodi di registrazione delle tracce, mantenendo l’elevato grado di distorsione e vibe lo-fi ormai parte dell’identità della band, ma ottenendo un risultato complessivo molto più umano e se possibile ancora più unico rispetto a quello dell’album precedente. Il resto, beh, quello è opera del genio di Jeff Mangum.

In volo

Non è facile descrivere l’esperienza che costituisce l’ascolto di questo album, un album che si apre con King of Carrot Flowers Pt.1, una ballata folk piuttosto semplice e diretta rispetto ad altre tracce del disco ma che ci mette immediatamente di fronte a quella che diventerà la mitologia di Mangum, al suo liricismo surreale, alle sue deliranti poesie sulle quali ancora oggi i fan si confrontano e si interrogano. In questo primo brano si passa dalla figura fiabesca, da libro per bambini, del titolo (il Re dei Fiori Carota) al quale il cantante sembra quasi rivolgersi direttamente, a quella dei suoi genitori, che fa prendere al tutto una piega molto più scura e molto meno adatta ad un pubblico più giovane.

And your mom would drink until; she was no longer speaking
And dad would dream of all the different ways to die
Each one a little more than he could dare to try

Neutral Milk Hotel e Anna Frank 

Questi versi, specie se letti in assenza dell’accompagnamento musicale quasi da marching band, sono davvero tremendi. Nelle tracce che seguono questo tipo di immagini tanto assurde quanto belle continuano a riproporsi con disarmante puntualità, spesso accompagnate anche da esplosioni strumentali, come in King of Carrot Flowers Pts. 2 &; 3, che nella sua seconda metà sembra mettere a dura prova anche le migliori cuffie, dal grado di distorsione che presenta.

Una delle poche certezze per quanto riguarda l’interpretazione dei testi di Mangum, che in alcuni passaggi sembrano davvero inscrutabili, è la presenza di Anna Frank, alla quale il cantante fa riferimento più volte all’interno dell’album e che ha ammesso pubblicamente essere stata fonte di grande ispirazione al tempo della stesura dei testi di In the Airplane Over the Sea. È proprio nella title track che possiamo trovare uno di questi riferimenti, in un pezzo che riprende lo stile folk del brano che apre il disco e che stavolta, nonostante la composizione malinconica, ha un carattere quasi ottimistico, commovente, sereno.

What a beautiful face
I have found in this place
That is circling all round the sun
And when we meet on a cloud
I’ll be laughing out loud
I’ll be laughing with everyone I see
Can’t believe how strange it is to be anything at all

A queste tracce in cui i testi, la chitarra acustica e il cantato a volte quasi urlato di Mangum sono protagonisti, come ad esempio anche la bellissima Two Headed Boy, si alternano tracce in cui le peculiarità strumentali e gli arragiamenti si fanno largo, come in The Fool, che sembra quasi una marcia funebre, nel suo lento incedere e i suoi ottoni, o come in Ghost, che cade a metà strada tra folk, rock in quel territorio che a questo punto del disco è chiaro appartenere ai Neutral Milk Hotel.

Atterraggio

Al momento della sua pubblicazione questo disco, sebbene abbia ricevuto dei giudizi positivi da parte della critica, non è stato identificato come possibile pietra miliare del genere, o disco sul quale si sarebbe potuti e dovuti ritornare a parlare anche a venti anni di distanza. Eppure, più di venti anni dopo, ci sono ancora schiere di fan che ne analizzano ferocemente i testi e dibattono sui possibili significati delle parole di Mangum, che ascoltano l’album da cima a fondo alla ricerca di un significato nascosto e che lo hanno reso piano, piano un album di culto.

Ci sono anche altrettante persone (o quasi) che cercheranno di convincervi che questo album è soltanto un gadget hipster, che riconoscergli un qualche valore speciale sia soltanto la tessera d’accesso ad un club di auto-proclamati intenditori di musica indipendente che in realtà sono più attenti alle tendenze e alle mode del momento, che non all’aspetto artistico di una pubblicazione.

Noi non vogliamo dirvi cosa pensare, non è un modo sano di vivere, però possiamo consigliarvi di prendervi i testi sotto mano e ascoltare In the Airplane Over the Sea, un album che, e qua non è un punto troppo opinabile, ha plasmato e continua a plasmare decine e decine di band del panorama indipendente mondiale.

Matteo Cioni 

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