Music Innovation Hub, promotrice dell’indagine. “I piccoli eventi sono la via d’uscita dall’impasse. Per liberare il potenziale serve un regime semplificato”.
09:32:05 – 29/09/2020
L’indagine di Music Innovation Hub: piccoli eventi distanziati, nuova grande opportunità
Un lavoro certosino e meticoloso quello svolto da Music Innovation Hub, Impresa Sociale che crede nella musica come strumento di emancipazione, inclusione ed integrazione, forma espressiva in grado di sprigionare nuove energie e rompere barriere sociali. La pandemia, si spera alle spalle, ha rivoluzionato e modificato le vite di ognuno di noi e contestualmente ne ha stravolto le abitudini.
Tra gli altri risultati dell’indagine la fiducia nelle norme e buon grado di informazione tra il pubblico più giovane e un occhio sempre focalizzato sullo streaming ma unicamente come complemento agli eventi reali.
Eventi più piccoli, con atmosfere più intime, anche privati, con densità più basse, all’aria aperta,integrati con live streaming: un nuovo sondaggio indica nella diversificazione dei formati una possibile via d’uscita dall’attuale stallo. I risultati della ricerca sono stati divulgati a Milano, da Music Innovation Hub, think tank internazionale che promuove l’innovazione nell’industria della musica, e da Ergo Research, società di ricerca demoscopica specializzata nei consumi culturali.
L’indagine parte da uno studio pubblicato dal British Journal of General Practice: le abitudini durature impiegano in media 66 giorni per diventare parte del nostro stile di vita. Quali comportamenti cambieranno per sempre? La pandemia segnerà uno spartiacque nel mood degli eventi musicali, come è stato per le sale da ballo interrazziali negli anni ’50 o per i grandi festival rurali degli anni ’60? E cosa pensano i frequentatori di club e concerti delle nuove misure di contenimento? Quali effetti sulla loro propensione di spesa? Il live streaming diventerà un’abitudine permanente?
La ricerca offre parecchi segnali incoraggianti ed evidenzia potenziali inespressi per l’industria della musica dal vivo e del clubbing, tra le più colpite dalla pandemia. L’affezione dei consumatori verso i formati più consolidati rimane molto elevato: gli amanti della musica sono pronti a tornare ai grandi concerti affollati e a dancefloor assiepati, se e quando le regole lo consentiranno. Nel frattempo, i rispondenti si esprimono a favore di un’offerta sempre più diversificata, specie rispetto quei formati facilmente adattabili alle esigenze di distanziamento: piccoli concerti indoor o nei parchi, musica nelle strade anche sotto forma di busking, eventi privati su registrazione, piccoli festival fuori città.
Live Streaming, Un’opzione aggiuntiva, non sostitutiva
Il 74% dei rispondenti dice di aver gradito gli eventi in streaming durante il lockdown, ma solo il 25% del campione è disposto a continuare con questa abitudine quando le restrizioni spariranno. I formati in solo-streaming si posizionano piuttosto in fondo alla loro lista dei desideri. “Come per lo sport, potrai assistere dagli spalti o pagare per guardare in remoto. Un’opzione in più che è probabile rimanga con noi anche dopo questa crisi” afferma Dino Lupelli, direttore di Music Innovation Hub.
Liberare il potenziale
“I dati sono molto incoraggianti per i piccoli eventi. L’industria musicale li ha spesso trascurati perché non garantiscono economie di scala, hanno margini minimi. A pesare sono i permessi e le licenze amministrative, molto complessi da gestire. Eppure – afferma Lupelli – ii piccoli eventi oltre ad essere i più facili da adattare alle esigenze Covid, sono anche un terreno fertile per far crescere nuovi talenti, e possono contribuire ad ampliare l’utenza, coinvolgendo persone oggi poco interessate ai grandi eventi, persone più in là con gli anni e con più disponibilità di spesa, come emerge dall’indagine ”.
Il bisogno di musica
I piccoli eventi possono rianimare i distretti urbani più colpiti dalla pandemia, rendendoli più attraenti per investitori,
commercianti, residenti, utenti della città. La musica è una parte importante della vita urbana – afferma Lupelli-. Storicamente, tutti i boom musicali sono fioriti da una vivace rete di piccoli locali e club musicali. Una parziale deregolamentazione dei permessi potrebbe produrre una nuova esplosione musicale.”.
Il rapporto finale dell’indagine include una serie di raccomandazioni per tutti i diversi attori del settore, non solo i governi locali. “Servono nuove alleanze e nuovi modelli organizzativi”,
afferma Lupelli. “Gli sponsor devono sostenere gli investimenti in questa fase di ristrutturazione. I promotori di musica sono troppo pesantemente colpiti per poter reagire da soli. Le piattaforme di streaming e ticketing possono ridurre le spese di promozione e ridurre i rischi, rendendo sostenibili gli eventi più piccoli ”.