26/04/2024
Music Innovation Hub​, promotrice dell’indagine. “I piccoli eventi sono la via d’uscita dall’​impasse.​ Per liberare il potenziale serve un regime semplificato”.

Music Innovation Hub​, promotrice dell’indagine. “I piccoli eventi sono la via d’uscita dall’​impasse.​ Per liberare il potenziale serve un regime semplificato”.

09:32:05  – 29/09/2020


L’indagine di Music Innovation Hub: piccoli eventi distanziati, nuova grande opportunità 

Un lavoro certosino e meticoloso quello svolto da Music Innovation Hub, Impresa Sociale che crede nella musica come strumento di emancipazione, inclusione ed integrazione, forma espressiva in grado di sprigionare nuove energie e rompere barriere sociali. La pandemia, si spera alle spalle, ha rivoluzionato e modificato le vite di ognuno di noi e contestualmente ne ha stravolto le abitudini.

Tra gli altri risultati dell’indagine la fiducia nelle norme e buon grado di informazione tra il pubblico più giovane e un occhio sempre focalizzato sullo streaming ma unicamente come complemento agli eventi reali.

Eventi più piccoli, con atmosfere più intime, anche privati, con densità più basse, all’aria aperta,integrati con ​live streaming:​ un nuovo sondaggio indica nella diversificazione dei formati una possibile via d’uscita dall’attuale stallo. I risultati della ricerca sono stati divulgati  a Milano, da ​Music Innovation Hub​, ​think tank​ internazionale che promuove l’innovazione nell’industria della musica, e da ​Ergo Research,​ società di ricerca demoscopica specializzata nei consumi culturali.

L’indagine parte da uno studio pubblicato dal British Journal of General Practice​: le abitudini durature impiegano in media 66 giorni per diventare parte del nostro stile di vita. Quali comportamenti cambieranno per sempre? La pandemia segnerà uno spartiacque nel ​mood​ degli eventi musicali, come è stato per le sale da ballo interrazziali negli anni ’50 o per i grandi festival rurali degli anni ’60? E cosa pensano i frequentatori di club e concerti delle nuove misure di contenimento? Quali effetti sulla loro propensione di spesa? Il ​live streaming​ diventerà un’abitudine permanente?

La ricerca offre parecchi ​segnali incoraggianti ed evidenzia ​potenziali inespressi​ per l’industria della musica dal vivo e del clubbing, tra le più colpite dalla pandemia. L’affezione dei consumatori verso i formati più consolidati rimane molto elevato: gli amanti della musica sono pronti a tornare ai ​grandi concerti affollati e a dancefloor assiepati, se e quando le regole lo consentiranno. Nel frattempo, i rispondenti si esprimono a favore di un’offerta sempre più diversificata, specie rispetto quei formati facilmente adattabili alle esigenze di distanziamento: piccoli concerti indoor o nei parchi, musica nelle strade anche sotto forma di busking​, eventi privati su registrazione, piccoli festival fuori città.

Live Streaming, Un’opzione aggiuntiva, non sostitutiva 

​Il 74% dei rispondenti dice di aver gradito gli eventi in streaming durante il lockdown, ma solo il 25% del campione è disposto a continuare con questa abitudine quando le restrizioni spariranno. I formati in solo-streaming si posizionano piuttosto in fondo alla loro lista dei desideri. “Come per lo sport, potrai assistere dagli spalti o pagare per guardare in remoto. Un’opzione in più che è probabile rimanga con noi anche dopo questa crisi” afferma ​Dino Lupelli​, direttore di Music Innovation Hub.

Liberare il potenziale 

“I dati sono molto incoraggianti per i piccoli eventi. L’industria musicale li ha spesso trascurati perché non garantiscono economie di scala, hanno margini minimi. A pesare sono i permessi e le licenze amministrative, molto complessi da gestire. Eppure – afferma Lupelli – ii piccoli eventi oltre ad essere i più facili da adattare alle esigenze Covid, sono anche un terreno fertile per far crescere nuovi talenti, e possono contribuire ad ampliare l’utenza, coinvolgendo persone oggi poco interessate ai grandi eventi, persone più in là con gli anni e con più disponibilità di spesa, come emerge dall’indagine ”.

Il bisogno di musica 

I piccoli eventi possono rianimare i distretti urbani più colpiti dalla pandemia, rendendoli più attraenti per investitori,

commercianti, residenti, utenti della città. La musica è una parte importante della vita urbana – afferma Lupelli-. Storicamente, tutti i boom musicali sono fioriti da una vivace rete di piccoli locali e club musicali. Una parziale deregolamentazione dei permessi potrebbe produrre una nuova esplosione musicale.”.
Il rapporto finale dell’indagine include una serie di raccomandazioni per tutti i diversi attori del settore, non solo i governi locali. “Servono nuove alleanze e nuovi modelli organizzativi”,

afferma Lupelli. “Gli sponsor devono sostenere gli investimenti in questa fase di ristrutturazione. I promotori di musica sono troppo pesantemente colpiti per poter reagire da soli. Le piattaforme di streaming e ticketing possono ridurre le spese di promozione e ridurre i rischi, rendendo sostenibili gli eventi più piccoli ”.

LEGGI ANCHE ——-> ‘La Musica Che Gira’: un coordinamento per combattere la crisi del settore

LEGGI ANCHE ——-> Coronavirus: bloccati concerti e spettacoli teatrali. Assomusica scrive al Governo per dichiarare lo stato di crisi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *