26/04/2024
Bryter Layter è il secondo album di Nick Drake, pubblicato dalla Island Records nel marzo del 1971. Il lavoro è prodotto da Joe Boyd.

Bryter Layter è il secondo album di Nick Drake, pubblicato dalla Island Records nel marzo del 1971.

10:59:28  – 06/03/2021


 

La musica di Nick Drake racconta a distanza di generazioni una storia di fragilità, fugacità e delicatezza. Parla di un desiderio dirompente e tuttora universale di creare un contatto autentico, umano, profondo. È un anelito spontaneo a una comunicazione emotiva profonda con e verso l’altro, da un’angolatura prospettica di marginalità ineluttabile. Un tentativo terribilmente frustrato da quella contraddizione esistenziale che si esprime nel dramma del genio di una personalità introspettiva alle prese con le circostanze crude e implacabili di una società che fraintende l’empatia e confonde la sensibilità con la debolezza e il difetto. 

Dopo  Five Leaves Left: gli anni di Londra 

Dopo aver pubblicato Five Leaves Left all’età di 21 anni, Drake tra il 1969 e il 1971 comincia a esibirsi nei locali, nei pub e nei college, in un timido tentativo di tour che funziona solo per un breve lasso di tempo. Ben presto la situazione diviene insopportabile.

Stando alla testimonianza del suo produttore Joe Boyd – intervistato nel documentario A skin too few: The Days of Nick Drake – Drake impiegava diverso tempo ad accordare la chitarra, perché ciascun brano era stato concepito con un’accordatura diversa, e non riusciva a catturare l’attenzione del pubblico. Finisce per rimanerne così scottato che si scoraggia e decide di cancellare le date del tour. Da allora non si esibisce mai più.

La profondità impalpabile dell’introspezione

La chitarra pulita, le note perfettamente bilanciate, la chiarezza cristallina del tocco, merito di una tecnica quasi virtuosistica sono i solidi punti di partenza per la costruzione dei brani di Bryter Layter, il secondo album del cantautore britannico, che verrà pubblicato dalla Island Records nel novembre del 1970. Sugli accordi e gli arpeggi ricamano e cesellano gli accompagnamenti del gruppo folk Fairport Convention, di John Cale e di Ed Carter e Mike Kowalski dei Beach Boys. 

Secondo Robert Kirby, che si occupò degli arrangiamenti del disco, l’intenzione di Drake era di rievocare in una certa misura le sonorità di Pet Sounds, che però rimane sicuramente lontano dal folk sfaccettato e vigoroso di Bryter Layter.

I brillanti arrangiamenti orchestrali impreziosiscono e danno corpo alle fantasie evocate dall’ascolto, sfociando in un paio di piccole perle orchestrali come la stessa title-track, IntroductionSundayUno dei meravigliosi, nascosti segreti di Bryter Layter sono le combinazioni emotivamente devastanti di musica e testi. Hazey Jane II, ad esempio, a un ascolto superficiale può sembrare un brano fresco e frizzante, che combina gli arrangiamenti di fiati e archi e una voce morbida come una carezza. Ma i testi nascondono desolazione e senso di sconfitta imminente:

cosa succede quando ti senti sovrastato dal vorticare del mondo e tutto ciò che prima ti proteggeva ora è venuto meno, e ti fa sentire così esposto?

And what will happen in the morning when the world it gets
So crowded that you can’t look out the window in the morning.
And all the friends that you once knew are left behind they kept you safe
And so secure amongst the books and all the records of your lifetime.

Una dinamica che si riscontra anche in One Of These Things First, dedicata a tutto ciò che sarebbe potuto essere e che immancabilmente non è più e non potrà mai più accadere. Dietro gli intrecci eleganti e vorticosi di piano e chitarra si nasconde una trasfigurazione esistenziale impossibile in oggetti d’uso quotidiano. Un orologio, una teiera, un libro. Il racconto di un amore perduto, di un destino strappato, di un senso di liminalità che porta immancabilmente al rimpianto:

A whole long lifetime could have been the end.
I could be yours so true
I would be, I should be through and through

Una contraddizione inestricabile

Si può ipotizzare che il grande dramma di questa figura, ormai entrata nella storia, sia stato il dilaniante scontro fra bisogno di esprimersi e, così facendo, di raggiungere, di “toccare” gli altri in modo profondo, e la tendenza naturale all’introversione. Drake sentiva di aver fallito in tutto ciò che aveva fatto: nessuna carriera, nessun riscontro economico, di fama, di successo.

Dopo il tentativo frustrato di esibirsi in tour rientrò a casa dei suoi genitori e finì per un paio di volte in ospedale e sotto antidepressivi. Probabilmente si trattava di una crisi esistenziale, di un mondo che era divenuto per lui un luogo insensibile e crudele. 

Ci sono poi quei brani (Northern Sky su tutti) concepiti con una semplicità e sobrietà disarmanti, che arrivano dritti a toccare corde dell’emotività così profonde che pare quasi di scoprirne per la prima volta l’esistenza e la collocazione – proprio al centro dello stomaco o del petto – solo in quel momento. Questa, la potenza di una sensibilità fuori dal comune.

Gaia Carnevale

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