26/04/2024
Settimana di uscite discografiche contraddistinta dal meraviglioso ritorno in pista degli Arab Strap. A seguire prestate attenzione al prolifico Ron Gallo, al mediocre (purtroppo) ritorno dei Kings of Leon, agli Of Montreal, al nuovo lavoro targato Adult Mom, e all'interessante EP di Petrolio. Per gli amanti delle sonorità hip hop ecco il remix firmato a quattro mani da Denzel Curry e Kenny Beats.

Settimana di uscite discografiche contraddistinta dal meraviglioso ritorno in pista degli Arab Strap. A seguire prestate attenzione al prolifico Ron Gallo, al mediocre (purtroppo) ritorno dei Kings of Leon, agli Of Montreal, al nuovo lavoro targato Adult Mom, e all’interessante EP di Petrolio. Per gli amanti delle sonorità hip hop ecco il remix firmato a quattro mani da Denzel Curry e Kenny Beats.

a cura di Giovanni Aragona e Chiara Luzi 

11:31:18  – 05/03/2021



ARAB STRAP – AS DAYS GET DARK 
(slowcore, art-rock)

Il gruppo composto da Aidan Moffat e Malcolm Middleton, è tornato insieme dopo una rottura amichevole avvenuta nel 2016 per suonare una serie di spettacoli di reunion. Lo scorso 1 settembre la band è tornata in pista presentando un nuovo brano a distanza di ben 15 anni dall’uscita del loro album del 2005 The Last Romance. Periodo d’oro per la Scozia musicale a margine del clamoroso successo dell’ultimo lavoro dei Mogwai, riecco una band seminale proveniente dall’affascinante stato del Regno Unito.

Gli Arab Strap sono tornati dopo tanto tempo e, ogni pesante senso di aspettativa attorno a questo disco, viene scrollato di dosso sin dal primo accordo. La melodia minacciosa di Malcolm Middleton si snoda intorno al familiare cantato e sussurrato di Aidan, trascinandoci delicatamente ma intenzionalmente di nuovo nell’ovile originario. Questo non è il suono di una band che sta riemergendo nel nostro mondo, ma un invito a fare un passo indietro nel loro universo.

As Days Get Dark è il meglio che potesse giungere da una band rimasta silenziosa (escluse le scorribande solitarie dei singoli musicisti) per così tanto tempo: arrangiamenti perfetti in trame sonore tra archi, post-rock, slowcore e groove martellanti. A sorprendere, in positivo, è la precisa “messa a fuoco” di questo lavoro: dall’elettronica oscura  di Here Comes Comus! alle trame inquietanti di Sleeper e alla spirituale Another Clockwork Day, tutto è intelligentemente incastrato per far ben “atterrare” l’ascoltatore in 47 minuti destinati alle anime perdute e solitarie. Il ritorno degli Arab Strap è sbalorditivo, e il fatto che siano tornati in pista così rinnovati e creativi, e più che mai una meraviglia per le nostre orecchie. Tra oscuro, malinconico e onesto, questo As Days Get Dark si candida, di diritto, a disco del mese (e non solo).
(G.A)


KINGS OF LEON – WHEN YOU SEE YOURSELF 
(alternative rock)

Nel corso di sette album e quasi due decenni di onoratissima carriera, i Kings of Leon sono passati dalla grinta garage rock a rassomigliare ai nostrani Negramaro. Cinquanta minuti che si digeriscono come un piatto di peperoni divorato alle 2 di notte tra  una canzone in stile Springsteen,  un brano in totale stile Lemonheads e qualche sparsa chitarra alla J Mascis.  

Probabilmente, in un assetto diverso e, dinanzi ad un pubblico reale e dal vivo, queste canzoni riusciranno a collocarsi anche in comfort zone gradevole ma, al momento, questo When You Sea Yourself rimane un ascolto sospeso nel vuoto.
(G.A)


ADULT MOM – DRIVER
(Indie pop)

Guidare senza meta a volte è una specie di stato di grazia. È come se la macchina andasse da sola. Il guidatore, con un braccio sul volante e l’altro fuori dal finestrino a fendere dolcemente l’aria, ha il privilegio di abbandonarsi a questo momento perfetto. Pensieri e ricordi si affastellano delicatamente in un flusso disordinato ma armonico, assecondando il movimento dolce dell’auto.

Ecco quale è la sensazione che sopraggiunge ascoltando il nuovo disco di Adult Mom. Driver è un album gentile e vibrante, è ben strutturato e Stevie Knipe racconta con naturalezza e fluidità queste storie e sentimenti che si affastellano. È un lavoro ben centrato e lucido, in cui delicatezza e forza si avvicendano piacevolmente. La  bellissima voce di Knipe è la linea bianca sull’asfalto che indica la via all’ascoltatore per permettergli di rimanere in questo caldo abbandono mentre guida la sua macchina.
(C.L)


RON GALLO – PEACEMEAL
(lo-fi, R&B)

Ron Gallo ha uno di quei visi da eterno ragazzino geniale. È l’amico un po’ strano ma con quel guizzo di entusiasmo negli occhi tipico di chi non ha timore di accogliere ciò che è nuovo e incerto. Non ha assolutamente paura di reinventarsi e quello che ci regala in PEACEMEAL, quarto disco in studio, è una nuova versione di sé. Gallo si apre totalmente alla musica nel senso più puro che c’è, senza preconcetti o limiti di genere. L’artista di origini italiane abbraccia ogni singola particella della sua multiforme personalità per restituircela in un disco altrettanto multiforme, colorato da tonalità accese e fluorescenti.

Gallo ha suonato quasi tutti gli strumenti e i backvocals sono della moglie Chiara D’Anzieri, la produzione in mano a Ben H Allen è eccellente. Questo lavoro è un mix di generi, ben lontano dal garage degli album precedenti. Jazz, blues, melodie r&b, pop, convivono perfettamente in un disco eclettico e coeso, caratterizzato principalmente da un groove morbido e caldo, disegnato da chitarre languide.

Gallo ci regala brani intrisi di serenità e pace, il cui obiettivo è testimoniare l’attimo esatto in cui i pensieri scorrono per condividerli con l’ascoltatore. È un disco luminoso e forse il migliore di Gallo, è il ritratto di un artista talentuoso e sicuramente più maturo ma in grado di conservare quel guizzo geniale che lo rende unico.
(C.L)


DENZEL CURRY, KENNY BEATS – UNLOCKED 1.5
(hip hop)

A volte succede che dall’universo sterminato dei remix escano lavori che risultino essere più interessanti degli originali. È senza dubbio il caso di UNLOKED 1.5. Questo lavoro è il remix di UNLOCKED uscito lo scorso anno per mano di Denzel Curry e Kenny Beats. Dopo aver rilasciato un’edizione strumentale, UNLOCKED (instrumental), i due pubblicano oggi una terza versione che ha molto più groove e stile del disco madre.

I brani, arricchiti da sample di qualità altissima, sono riarrangiati con beat che donano loro letteralmente nuova vita e potenza. Fondamentale in questo è stato il contributo dei numerosissimi featuring: Benny The Butcher, Charlie Heat. La coppia d’oro Smino e Robert Glasper in grado di trasformare totalmente la meravigliosa So.Incredible.pkg. E ancora Arlo Parks e Georgina Anne Muldrow che eteree si muovono in Track07.,  The Alchemist che insieme a Joey Bada$$ danno vita al brano più cupo e potente, ‘Cosmic’.4a. Ascolto consigliato per chi ama il buon hip hop.
(C.L)


OF MONTREAL -I FEEL SAFE WITH YOU, TRASH
(Synth pop)

Esce oggi il nuovo disco doppio di Of Montreal, ormai costituito dalla sola figura di Kevin Barnes, I Feel Safe with you, Trash. I venti brani che lo compongono sono puro eclettismo, i synth sono il linguaggio principale usato da Barnes che costruisce un lavoro carico di atmosfere psychedeliche, sperimentali a tratti giocose. L’ascolto di questo lavoro non è semplice, sia a causa della grande originalità che per la quantità dei brani. Richiede un approccio dedicato per poter entrare in contatto con la personalità straripante di Barnes che si muove libera da vincoli e limiti in un universo cristallizzato negli anni ’80.
(C.L)


PETROLIO – CLUB ATLETICO 
(industrial, experimental)

Un ritorno importante quello di Enrico Cerrato, musicista e artista poliedrico originario di Asti presente da tempo nella scena metal, industrial e noise/jazz italiana. Dopo aver partorito diversi singoli, EP e album, esibendosi in tutta Europa e condividendo il palco con Lingua Ignota, Of the Wand & the Moon, Winterkälte, Uochi Toki, Bologna Violenta, Mai Mai Mai e Pankow, è tornato a rispolverare il moniker Petrolio pubblicando l’ottimo EP intitolato Club Atletico per la londinese Depths Records. Una bella opera, ardita e ambiziosa, tra rituali sonori esoterici intrisi di fascino e di oscuro simbolismo.

Un lavoro intenso da assorbire mentalmente, calandosi tra questi suoni con estrema attenzione e sensibilità. Tra digitale e analogico il buon Cerrato confeziona, in definitiva, uno dei migliori prodotti di settimana. L’opera prende ispirazione dalla pellicola del registra italo-cileno Marco Bechis sulla dittatura argentina negli anni ’70.
(G.A)


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