Just Another Diamond Day, la favola hippie di Vashti Bunyan compie 50 anni

Just Another Diamond Day è il primo album in studio della cantautrice inglese Vashti Bunyan, pubblicato a dicembre del 1970.


 

 

Storie come quella di Vashti Bunyan sono vere e proprie favole e come tali vanno trattate. Ogni favola che si rispetti non può che cominciare con un…

C’era una volta

C’era una volta una giovane e bella ragazza dai lunghi capelli corvini che nella swinging London di metà anni 60 sognava di diventare una popstar. Il suo sogno sembrava potersi avverare quando fu messa sotto contratto da Andrew Loog Oldham, ai tempi manager dei lanciatissimi Rolling Stones. Uscirono due singoli, ma passarono praticamente inosservati e la fede di Vashti nel suo sogno iniziò a vacillare. I tempi intanto stavano cambiando, arrivano la psichedelia e il flower-power.

Il pifferaio magico Donovan progetta una comune per artisti nelle isole Ebridi, Vashti si lascia coinvolgere e con le 300 sterline donate dall’artista compra un carro col cavallo, ci carica sopra i cani e il fidanzato dell’epoca e parte per il nord della Scozia. Sarà un viaggio lungo e tormentato, durato quasi 2 anni. All’arrivo, però, scopre che Donovan si è già stufato per dedicarsi a qualche nuovo giocattolo. Alla fine del 1969 torna a Londra, con una manciata di canzoni scritte durante le sue peregrinazioni. Joe Boyd mantiene la promessa fatta durante il viaggio di farle incidere un disco e nel dicembre del 1969 Vashti entra al Sound Techniques di Boyd e John Wood.

Nell’arco di 3 giorni, con l’aiuto di musicisti come Simon Nicol e Dave Swarbrick dei Fairport Convention, Robin Williamson dell’Incredible String Band e l’arrangiatore di Nick Drake Robert Kirby, viene registrato Just Another Diamond Day, che esce nel dicembre del 1970. Vashti non fa promozione perchè è incinta, Boyd è preso dai suoi pupilli Nick Drake, Fairport Convention e Incredible String Band e così il disco passa totalmente inosservato e inascoltato. L’artista, dopo l’ennesima delusione, decide che è tempo di abbandonare i sogni e va a vivere in campagna.

Vashti BunyanJust Another Diamond Day

Ma com’è, questo disco brutto anatroccolo? Un incanto, una fiaba, un disco che ha i suoi punti di forza nella fragilità, nella semplicità, nell’innocenza. Canzoni in punta di chitarra e fil di voce, ballate dal sapore antico e filastrocche, con arrangiamenti essenziali ma azzeccatissimi. Canzoni sul viaggio e sulla natura, che parlano del sole delle Ebridi e del vento che porta la pioggia, di rondini e larve luminescenti, della cavalla Bess e dei cani May e Blue. Un mondo etereo e fuori dal tempo come un viaggio col carro nella Londra di fine anni 60. Un disco che merita di rimanere, di non cadere nell’oblio. Ma siamo in una favola, giusto? E che arrivi il lieto fine, allora.

E vissero tutti felici e contenti

Vashti vive per quasi 30 anni isolata, in una fattoria, ad allevare animali e bambini. Finchè, sul finire dei 90, sua figlia non le regala una connessione ad internet. Cercandosi su Google scopre con stupore che il suo parto artistico dimenticato nel tempo ha acquistato lo status del disco di culto, che le poche copie in circolazione vengono vendute a 900 sterline, che c’è una nuova generazione di amanti del brit-folk che la venera come una dea.

Il bacio virtuale del web la risveglia, come Pollicino riannoda i fili della sua creatività e viene in contatto con musicisti come Devendra Banhart, Max Richter, Glen Johnson dei Piano Magic e gli Animal Collective. Incide due dischi per la Fat Cat, Lookaftering del 2005 e Heartleap del 2014, dall’algida ed elegante bellezza. Ora Vashti è una ancora affascinante signora di 75 anni, serena e riappacificata col proprio passato, che occasionalmente si concede all’amore dei suoi numerosi fans, come il concerto di un paio di anni fa al festival Le Guess Who?  di Utrecht, dove ho avuto il privilegio di vederla. E vissero tutti felici e contenti, quindi, lei e chi ama la sua musica.

Gabriele Marramà 

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