26/04/2024
'Heaven to a Tortured Mind', pubblicato il 3 aprile, è il quarto album in studio dell'artista elettronico sperimentale Yves Tumor.

 

 

Etichetta: Warp Records
Genere: neo-psychedelia/noise/electronic
Release: 3 aprile

01:10:07  –  14/04/2020

Contro le gabbie della definizione

Quella di Yves Tumor è una carriera avvolta nel mistero. Sappiamo che si chiama Sean Bowie e che è un produttore e musicista nativo di Knoxville, in Tennessee. Sono più che altro l’espressività camaleontica e il suo talento nel far coesistere le molteplicità in un monismo incredibilmente attuale, a parlare a suo nome. La ritrosia mediatica, l’avversione per le categorizzazioni di genere e una preferenza spiccata per un’autodeterminazione al plurale ne rendono insensato ogni tentativo di definizione. Heaven to a Tortured Mind è il quarto album in studio dell’artista elettronico sperimentale. 

Nature ibride

Gospel For A New Country, il singolo co-prodotto con Justin Raisen (già collaboratore di Kim Gordon, Charlie XCX e Billy Corgan, fra i tanti) mostra nel videoclip una carrellata di demoni avvolti nella penombra, la cui natura ibrida è il tratto distintivo più sconcertante. L’attrazione per ciò che è proibito, disturbante e ferino costella l’immaginario di una parte del disco: mostri con denti scarlatti, sette teste e seicento denti, bagni di sangue, assassini e isole sommerse dalle acque (Medicine Burn, Folie Imposée).

E poi l’altro polo, i languidi smarrimenti di Strawberry Privilege e Romanticist, che si avvalgono rispettivamente delle voci di Julia Cummings e Kelsey Lu. La repulsione e l’attrazione, in una combinazione magnetica; due delle due metà ibridate che Yves Tumor stessi incarnano in forma di satiro nel video. Per chi aveva già una certa dimestichezza con i prodotti precedenti di Tumor potrebbe essere sconcertante vederli vestire i panni della rockstar decadente ricoperta di paillettes, dopo la sperimentazione avanguardistica noise che rendeva ostico l’ascolto per intero di un Safe In The Hands Of Love.

Ora si passa con una facilità disarmante da un assolo di chitarra distorta in pieno mood 70s rock, a sonorità R&B (A Greater Love) e funk combinate con brandelli di dream pop, per passare nuovamente dal noise e dal krautrock (la strumentale Asteroid Blues) e infine tuffarsi nel glam (le chitarre del refrain di Super Stars sembrano uscite direttamente da Electric Warrior).

La creazione di una dipendenza

Il vero paradosso è che il risultato è, contrariamente alle aspettative, gradevole e in molti casi perfino orecchiabile. Heaven To A Tortured Mind trionfa nel difficilissimo compito di resistere al consumo reiterato senza stancare mai: inanella una serie di brani architettati e prodotti all’insegna della complessità, con un gusto raffinato per la melodia. Prendiamo Kerosene!, un capolavoro pop romantico e sensuale, ossimorico nei ricami di voci calde (le modulazioni eteree della voce femminile appartengono a Diana Gordon) che si affossano morbidamente nelle viscere: il desiderio bruciante per qualcuno e la sua urgenza autodistruttiva devastante implorano “I can be what you tell me to, baby/ I can be what you need (You re just what I need)/ I need kerosene!”.

Come mai questo album, che attinge così tanto da sonorità del passato e della contemporaneità sembra l’incarnazione della musica che ascolteremo nel futuro? La nostra previsione è che sarà l’ibridazione continua di generi e stili a dominare progressivamente il mercato della musica di domani, e Yves Tumor, come forse anche altri, ne impersonano sicuramente la prima linea.

Gaia Carnevale 

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