04/05/2024
Si è svolto lo scorso 31 agosto, al Circolo Magnolia di Milano, il concerto dei TV Girl, con non poche criticità. Il nostro racconto. 

Si è svolto lo scorso 31 agosto, al Circolo Magnolia di Milano, il concerto dei TV Girl, con non poche criticità. Il nostro racconto. 

12:28:22  – 05/09/2023


Una piacevole serata di fine estate, un concerto vicino a casa, una band capace di proporre musica tanto rilassata quanto vitale. C’erano tutte le condizioni per chiudere in bellezza il mese di agosto, e invece, purtroppo, il debutto live in Italia dei losangelini TV Girl ha messo in mostra poche luci e diverse ombre. Non posso dire di essermi pentito di aver voluto partecipare, ma di certo non avrò particolari ricordi di questo appuntamento. Arrivo sotto al palco giusto in tempo per una manciata di canzoni di Colleen Green, che si esibisce da sola sul palco con una chitarra che suona solo ogni tanto e numerose basi. L’artista mostra le giuste dosi di esperienza e carisma per superare brillantemente la prova e, anche se la performance è live fino a un certo punto e la varietà non è certo il punto forte, la percezione è quella di assoluta autenticità. Certo, la brevità del set, in questo caso, aiuta, perché, proponendo solo una manciata di brani, non c’è il rischio di far perdere interesse agli spettatori a causa di un’eccessiva somiglianza tra tutte le canzoni che si protrae per un lungo periodo di tempo. Ci aspettavano qualcosa di più dai TV Girl: la band ha osato poco e si è attenuta, fin troppo, a un rigido canovaccio. 

I primi dieci minuti sono piacevoli, i successivi dieci iniziano a lasciare un po’ di disorientamento, e superata la soglia dei venti minuti, non c’è più alcun interesse e si può tranquillamente guardarsi in giro, andare al bar per una birra e pensare ai fatti propri. Certo il sottofondo rimane sempre gradevole, ma finisce lì, e quasi quasi si presta più attenzione a cosa dice il frontman tra una canzone e l’altra.

L’altra grossa criticità è rappresentata dal pubblico, numeroso e con un’età media di una ventina d’anni. Ora, io non voglio colpevolizzare i teenager di oggi semplicemente per essere teenager al giorno d’oggi, perché è quello che sono, così come l’acqua è bagnata. Probabilmente, quando andavo a vedere i concerti alla loro età, ci sarà stato qualche cinquantenne che non era d’accordo con certi miei comportamenti, non so quali, ma non escludo la possibilità. Però, proprio per via della mia età e della mia lunga esperienza con i live, è difficile, davvero difficile, sentirsi coinvolti e partecipi quando ovunque attorno a sé non si fa altro che tenere i cellulari in alto per fare le stories instagram e ogni singola canzone è accolta con urla che più che di entusiasmo sembrano di isteria.

Mi era già capitato di andare a concerti con un pubblico di questo tipo, soprattutto quando ho visto due volte ei fun. e, pochi mesi fa, beabadoobee. Però, qui ho subito particolarmente questa situazione ambientale perché la musica che arrivava dal palco non c’entrava niente con reazioni così. È musica per stare tranquilli, ancheggiare un po’, sorridere con rilassatezza e godersi la compagnia dei propri amici, non certo per stare tutti rivolti verso il palco col cellulare in alto come degli automi e gridare come degli ossessi ogni cinque minuti o anche meno. La band non ha colpe in tutto questo, si è trovata nel bel mezzo di un successo inaspettato all’interno di una fascia di età che c’entra poco con la loro proposta, e va dato merito ai quattro di non istigare il pubblico a comportarsi nel modo che ho descritto, ma, al contrario, di cercare di mantenere il profilo basso, scherzando con battute simpatiche da parte del frontman che cercano di portare la serata verso lo spirito che sarebbe più adatto alla proposta musicale.

La missione non riesce, però, e il misto tra inesperienza e adrenalina dei fan emerge in pieno quando viene annunciata l’ultima canzone, con il cantante che vede subito che la gente è presa male e deve affrettarsi a dire che sì, ha detto che è l’ultima, ma poi escono e tornano per farne un altro paio, come se già non si sapesse. Il silenzio quasi assoluto con cui il quartetto lascia il palco, prima di rientrare per i previsti encore, è surreale e decisamente indicativo di tutte le problematiche ambientali della serata. In conclusione, ho comunque assistito a un concerto con canzoni che di per sé erano gradevoli e con musicisti il cui atteggiamento è stato irreprensibile. Per questo, è comunque valsa la pena esserci andato, però certamente i TV Girl potevano fare di più nella cura dello sviluppo del live, e certamente avrebbe giovato alla riuscita della serata un diverso comportamento del pubblico. Speriamo che TikTok non crei altre storture come questa, perché si può essere comprensivi quanto si vuole, ma che questa sia una stortura, non ci piove.

Stefano Bartolotta

 

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