26/04/2024
Dopo aver pubblicato l'ultimo album lo scorso maggio, i Porridge Radio hanno presentato il lavoro anche in Italia. Eravamo al Biko di Milano ieri. 

Dopo aver pubblicato l’ultimo album lo scorso maggio, i Porridge Radio hanno presentato il lavoro anche in Italia. Eravamo al Biko di Milano ieri. 

11:10:11  – 18/11/2022


credit photo: Marilù Cattaneo

I Porridge Radio brillano al Biko di Milano

In un periodo in cui si parla, sempre di più, di difficoltà nel sostenere finanziariamente i tour musicali, Dana Margolin e il suo progetto Porridge Radio vanno in controtendenza, avendo organizzato un ampio giro dell’Europa continentale, che include, una volta tanto, anche la bistrattata Italia. La band di Brighton arriva al Biko forte di un ampio catalogo di merch e addirittura di apparecchio per poter pagare con carta, una strategia che, probabilmente, ha comportato un costo piuttosto alto, con la scommessa che i fan vorranno acquistare così tanto da poter ripagare almeno il cospicuo anticipo sborsato.

Del resto, questa è l’unica via: con le difficoltà che ci sono, o fai all-in, oppure stai direttamente a casa. Il gruppo di persone che si mette in coda al banchetto a fine concerto è piuttosto numeroso, quindi si spera che, anche finanziariamente, questa data sia andata bene, e che la scommessa di questo tour si riveli vincente.

Dal punto di vista strettamente musicale, lo dico subito, è stato un trionfo, e i tanti ringraziamenti arrivati dal palco per il pubblico non sono stati assolutamente di facciata, ma hanno rispecchiato l’andamento di una serata molto bella. Le cose si mettono bene fin dall’opening act, costituito dalla tedesco-australiana Hachiku, vero nome Anika Ostendorf, che si definisce una bedroom producer. Hachiku è sul palco da sola, con una chitarra, una tastiera che usa anche come loop station e due microfoni, per poter creare anche loop vocali con cui armonizzarsi.

Le sue canzoni sono sempre interessanti e mai banali, l’aura di introspezione da cameretta si sente tutta ma la cura dei dettagli è notevole e lo sviluppo dei brani ha sempre un elemento sorpresa che comunque non toglie nulla alla facilità di ascolto. Il set è breve ma basta per mettere curiosità a tutti coloro che non conoscevano questa artista, che certamente si è guadagnata nuovi fan stasera. Alla fine chiede un consiglio su cosa fare a Milano nelle due ore che avrà a disposizione la mattina seguente, e quando vado a comprarle l’EP le suggerisco una passeggiata sui Navigli. Lei se lo segna e mi dice in modo convinto che ci andrà.

Il focus sull’ultimo album

I Porridge Radio si presentano sul palco in quattro: con la leader alla voce e alla chitarra ci sono una bassista e una tastierista, entrambe con compiti anche di seconde voci, e un batterista. La setlist è dedicata quasi interamente all’ultimo disco, con i quattro che mettono benissimo in mostra tutti i pregi di canzoni che vantano una grande qualità compositiva e, già su disco, sono state realizzate con gusto e perizia. Il cantato della Margolin è intenso, autorevole e di personalità, con quel suo modo di fare il vibrato che colpisce sempre nel segno; attorno a lei, la sezione ritmica sa svariare con naturalezza tra momenti lineari e squadrati e altri maggiormente frizzanti e fuori dagli schemi, con la tastiera e le armonie vocali a due o a tre che danno sfumature interessanti e capaci di spingere il risultato ancora più in alto.

Una cosa, in realtà, manca, ed è la speciale intensità emotiva che trasuda dal disco e che, sul palco, si nota un po’ meno. Del resto è anche normale che, in un momento per lei musicalmente felice, Dana non sia naturalmente portata a mettersi a nudo così come aveva fatto scrivendo le canzoni. Dopo anni di anonimato sta ottenendo grandi soddisfazioni grazie alla sua passione per la musica, per cui è difficile aspettarsi che la performance venga mossa dagli stessi stati d’animo che caratterizzano il lavoro in studio. Lei e i suoi musicisti sono in tour, probabilmente si stanno divertendo, ed è la cosa più naturale del mondo il fatto che pensino principalmente a suonare bene, pur col rischio di risultare un po’ troppo ordinati. Anche perché, come detto, il risultato è di livello più che buono, e quindi può anche andar bene così.

Un finale da applausi e una preziosa cover 

A un certo punto, però, arriva la svolta, il concerto entra in una dimensione di autentica grandezza e diventa quella performance speciale che era lecito attendersi. La canzone che cambia tutto è “Birthday Party” e, da qui in poi, ovvero per altri cinque brani in totale, il quartetto si immerge completamente nelle atmosfere delle proprie canzoni, e si lascia andare a interpretazioni pazzesche non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto da quello emotivo.

Il pubblico è rapito ed entusiasta allo stesso tempo, e ci sentiamo un po’ tutti trasportati in un mondo parallelo, quello in cui non si ha paura di raccontare esplicitamente certi stati d’animo che normalmente ci teniamo per noi, senza pensare che, in realtà, anche molte altre persone li provano, ma nessuno se la sente di dirlo chiaramente.

Come detto, ci vogliono sei canzoni perché la catarsi si compia, quattro dell’ultimo album, una devastante cover di “You Are A Runner And I Am My Father’s Son” dei Wolf Parade e il finale affidato a “Sweet”, dal disco precedente. Siamo tutti tanto scossi quanto felici, e questo vale anche per i musicisti che si sono goduti fino in fondo l’affetto dei fan milanesi. Dopo una serata così, non potremmo sopportare di sentirci dire che il maledetto denaro debba costringere i Porridge Radio a rimanere lontani da noi, quindi è giusto rinnovare la speranza che il tour risulti finanziariamente sostenibile e che ce ne siano altri. Molti altri. 

Stefano Bartolotta


La scaletta

Give/Take
End of Last Year
Splintered
Jealousy
Trying
Good for You
7 Seconds
Birthday Party
U Can Be Happy If U Want To
The Rip
Back to the Radio

You Are a Runner and I Am My Father’s Son (cover)
Sweet


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