Lo scorso giovedì si sono esibiti al Forum di Assago i Placebo portando sul palco il nuovo album “Never Let me go” pubblicato lo scorso marzo.
17:26:15 – 30/10/2022
credit photo: Mirko Bertucci
credit video: Infinite Jest
Siate qui e ora, nel presente e godetevi il momento
Nel buio del palazzetto viene proiettato un messaggio da parte della band. Zero video e foto, tutta musica, chiedono i Placebo. Ma sembra che il messaggio non sia stato compreso perché non appena è iniziato il concerto si sono alzati i telefoni. Nonostante questo si è comunque creata una connessione tra la band e il pubblico che ha portato a qualcosa di magico e unico mostrando un Forum assetato di rock.
Di seguito il messaggio completo sugli schermi:
Cari fan dei Placebo.
Vorrei chiedervi gentilmente di NON passare il vostro tempo facendo video coi vostri telefoni durante il concerto. Questo rende la performance dei Placebo molto più complicata. Rende più complicato connettrerci con voi e comunicare efficacemente le emozioni delle nostre canzoni. In più è una mancanza di rispetto nei confronti degli altri spettatori che vogliono guardare lo spettacolo, non il retro del vostro telefono. Per favore, siate qui e ora, nel presente e godetevi il momento. Perché questo esatto momento è unico e non si ripeterà. Il nostro obiettivo è di creare unione e trascendenza.
Per favore aiutaci in questa missione. Con rispetto e amore.
Peace. Namaste
Molko e Olsdal insieme per un live tutto esaurito
I Placebo iniziano col presentare il nuovo album (su 13 brani nuovi solo tre sono stati esclusi), proponendo “Forever Chemicals” e “Beautiful James”, successivamente “Hugz” con la sua visceralità, la commovente “Happy Birthday in the Sky”, la distopica “Surrounded by Spies”, “Sad White Reggae” e “Try Better Next Time”, privilegiando in modo netto i brani appena usciti rispetto a quelli vecchi.
Un’ora e mezza di concerto dove mostrano una nuova energia, quasi come se fosse la loro salvezza, e per questo la band chiede rispetto e empatia.
Tutto sta nella loro musica, nel suono pieno, poderoso, dalle forti vibrazioni emotive, nella voce inconfondibile e perfetta di Molko un mix tra rabbia, orgoglio e lamento. La presenza impeccabile di Molko basta a concentrare l’attenzione di tutti. L’intesa con Stefan è fantastica, insieme creno un’atmosfera elettrizzante con un’acustica limpida, tutto acompagnato da un impianto scenico perfetto con schermi mobili che spaziano sul palco, con effetti grafici bellissimi ma anche inquetanti, mostrando ciò che sta avvenedo sul palco.
Poco spazio alla nostalgia
Nessuna autocelebrazione. Molko, non dice una parola per tutta l’esibizione. Ringrazia a mani giunte i presenti e va via, lontano da compiacimenti e ruffianerie, che non fanno certo parte del suo personaggio. Molko si presenta con un nuovo stile, si fa crescere i capelli e un paio di baffi che gli danno un’aria da Moschettiere, mette su un concerto dove sono la musica e le parole a contare, quello sguardo interiore sincero che è sempre stato di Molko, quell’impossibilità di sentirsi a casa in un mondo ostile con i suoi pregiudizi e i suoi falsi miti, tutto rappresentato da un vortice di chitarre, tastiere, di melodia contro un ritmo imploso di rabbia.
Dentro la scaletta tra un brano nuovo e l’altro spuntano canzoni simbolo come “Bionic”, oltre a “Too Many Friends”, “Song to Say Goodbye”, “The Bitter End” ed “Infra-red”, che fanno impazzire il pubblico, ma sono fugaci momenti, infatti non c’è traccia di “Every you, Every me”, la loro canzone più ascoltata, o di altri pezzi storici.
Bitter End:
Il finale vede l’esecuzione di “Shout”, cover dei Tears for Fears che i Placebo portano in tour per la sua carica di protesta, e la sublime chiusura, con la bellissima cover di “Running Up That Hill”, mitico cavallo di battaglia di Kate Bush di cui Molko ha riconosciuto la bellezza ben prima del ritorno nella serie tv Stranger things.
Anche se il nuovo live poteva portare benissimo a una divisione del pubblico, questo non è accaduto poiché i fan si sono evoluti insieme ai Placebo accogliendo il “qui e ora”. La band con le sue evoluzioni e sperimentazioni continua ancora ad essere un punto di riferimento di chi nel rock cerca un romanticismo esasperato e vagamente maledetto, in cui si rispecchia l’oscurità che è dentro ognuno di noi.
(Cristina Previte)