In questo numero di uscite discografiche della settimana vi raccontiamo del superlativo lavoro targato Beach House, del ritorno dei Metronomy, dei White Lies, dell’ottimo binomio tra Khruangbin e Leon Bridges, dei Sea Power e Hurray For The Riff Raff. Per finire, ecco il ritorno degli svedesi Shout Out Louds. Per gli amanti dell’hip-hop ecco Curren$y & The Alchemist.
12:15:35 – 18/02/2022
a cura di Giovanni Aragona, Stefano Bartolotta, Chiara Luzi e Fabio Nirta
BEACH HOUSE – ONCE TWICE MELODY
(dream pop)
Once Twice Melody è l’ottava meraviglia dei Beach House, 18 canzoni dal grande impatto emozionale divise in 4 ep, o meglio in 4 capitoli. Un album sontuoso su romanticismo e relazioni perse e poi ritrovate, scelte e rinunce, mentre il mondo della band di Baltimora implode in un infinito di colori, di sintetizzatori, di chitarre, di drum machine e batterie reali, suoni orchestrali e scelte lo-fi, liriche che in alcuni tratti diventano quotes immortali, istant classic dei cuori più emotivi.
Quattro episodi pubblicati separatamente per permettere agli ascoltatori di godere a pieno dell’opera, di affezionarsi ad ogni momento, ad ogni singola canzone, sfuggendo alla tentazione di skippare per giungere alla fine in un mondo che non ci concede facilmente novanta minuti per ascoltare un disco, per godere dell’opera finita. L’attesa, cominciata a novembre, termina oggi, finalmente, venerdì 18 febbraio del 2022, passando per le molteplici anteprime, i video lyrics, e lo struggente “regalo” di San Valentino.
Once Twice Melody, un dizionario del dream pop
Il quadro è completo in ogni dettaglio, lo stesso quadro al quale ci si è affezionati in questi mesi, mentre si svelava ai nostri occhi, raccontandoci le sue urgenze e la sua voglia di esistere. Incredibile che la casetta sulla spiaggia sull’oceano Atlantico costruita e curata con amore incondizionato da Victoria ed Alex non risenta assolutamente dell’usura del tempo, ma descriva le stesse necessità artistiche e di espressione che aveva quasi 20 anni fa, arricchita dall’esperienza di chi ha imparato a dominare il proprio suono e dosare le parole.
Once Twice Melody, oltre ad essere un album semplicemente strepitoso che non conosce, nonostante la lunghezza, momenti di stanchezza artistica, è anche un dizionario del dream pop e un riassunto esaustivo della stessa vita artistica della band.
Vorrei dilungarmi, perdendomi tra i vari singoli preferiti, tra i momenti per i quali c’è da perdere la testa per questo disco, per la stesura e gli special, ma penso sia del tutto superfluo, come è quasi superfluo definirlo un capolavoro. Se fosse un voto, questo disco non sarebbe un 10, ma un 8 però rovesciato e proteso verso l’infinto. I can’t Believe in nothing just yet, ma se sei qui, con questo disco che suona per te, è perchè fondamentalmente ancora ci credi che non sia tutto solo un’illusione.
(F.N)
KHRUANGBIN, LEON BRIDGES / TEXAS MOON (EP)
(Psychedelic rock, Funk)
Il giorno e la notte sono destinati a rincorrersi in una danza eterna di codipendenza, senza l’uno non può esistere l’altra. Per questo dopo averci portato nelle immense distese Texane sotto il sole cocente con l’Ep Texas Sun (2020), ora i Khruangbin ci raccontano il lato notturno di quelle stesse terre con un nuovo Ep: Texas Moon. Anche questa volta con loro c’è Leon Bridges la cui voce si fonde perfettamente alle melodie languide e psichedeliche della band.
Le sonorità funk tipiche dei Khruangbin si muovono come brezza notturna che sposta la sabbia delle lande Texane, B-Side. La chitarra si insinua fra i sassi, nelle valli, producendo una eco che riverbera per miglia. Il basso e la batteria si muovono sinuosi accompagnando il ballo lento dei serpenti che di notte dominano questa terra. Il fascino sciamanico, che è proprio dello stile della band, viene amplificato dall’anima crooner che Bridges infonde ai brani, Doris. Quest’accoppiata sembra aver trovato una perfetta armonia che giova a entrambi.
(C.L)
CURREN$Y and THE ALCHEMIST – CONTINUANCE
(hip hop)
A undici anni di distanza dalla loro collaborazione in Cover Coup, tornano insieme Curren$y e The Alchemist. Questi artisti sono due fra le menti più creative in circolazione nella galassia hip hop, il risultato di questa collaborazione è un disco di qualità sopraffina. Continuance non vuole essere il seguito del precedente lavoro, è invece un album con un’anima ben definita in cui confluiscono le abilità di Alchemist come produttore e quelle di Currens$y com MC.
L’atmosfera dei tredici brani è lussureggiante, c’è molta eleganza, Jodeci Tape, che scorre fra sinuose melodie, Signature Move. C’è in ogni brano un retrogusto sonoro che strizza l’occhio al passato aggiungendo ulteriore ricchezza al materiale. Ovviamente Curren$y ha chiamato a sé i collaboratori più fidati, ecco quindi comparire l’immancabile Boldy James, amico di scorribande sonore di entrambi, Larry June, Babyface Ray, Styles P, Havoc, Wiz Khalifa. Dieci anni dopo si ripete una magia.
(C.L)
METRONOMY – SMALL WORLD
(elettropop)
Il ritorno dei Metronomy è segnato da un’aura di positività e spensieratezza. In Small World la band inglese continua a portare avanti lo stile che da sempre la identifica con i synth in primissimo piano. Small World racconta appunto delle piccole cose e della loro gradevolezza, ma in questo caso essere gradevole non è sufficiente.
È un lavoro piacevole nell’insieme ma manca di audacia, di quel tocco speziato capace di rendere interessante il suono. Se pensiamo ad English Riviera, il loro maggiore successo, si nota subito la differenza di spessore sonoro. In Small World c’è una sorta di appiattimento, non c’è sorpresa ed è questo essere senza infamia e senza lode che pesa maggiormente, con dispiacere, sui Metronomy oggi.
(C.L)
SEA POWER – EVERYTHING WAS FOREVER
(art-pop)
WHITE LIES – AS I TRY NOT TO FALL APART
(post-punk)
Dopo lo tsunami di riverbero e la produzione scintillante dei loro primi album, i White Lies sembrano aver trovato un nuovo solco eliminando le atmosfere e aumentando la complessità delle loro composizioni. Anche se non li ha riportati al successo nelle classifiche che hanno apprezzato all’inizio, “Five” del 2019 ha mostrato il trio che flette i muscoli.
Avendo forse accettato che riconquistare il loro clamore di fine 2000 è fuori portata, i White Lies sono più felici di spingere la loro capacità creativa con nuovi stili e arrangiamenti. Per i nostalgici post-punk sarà come sfogliare l’album dei ricordi per poi commuoversi. Buonissimo lavoro con almeno tre notevolissime tracce.
(G.A)
SHOUT OUT LOUDS – HOUSE
(indie-pop, indie-rock)
Il quartetto di Stoccolma abbandona i graffi indie-rock e sposa l’indie-pop delicato e ben suonato. Laddove Ease My Mind del 2017 è stato un intenzionale esercizio di moderazione, il sesto LP della band, House, sembra un po’ più rischioso, in parte grazie alla sua estetica post-punk/new wave tagliente. La band suona molto più energica e coinvolta, e per la prima volta in carriera lascia molto spazio agli esperimenti nevrotici e rumorosi.La band ha, nel complesso, mantenuto una coerenza artigianale anche in questo disco e House è l’ennesimo sforzo che partorisce l’ennesimo buon disco.
(G.A)
HURRAY FOR THE RIFF RAFF – LIFE ON EARTH
(indie-folk, indie-pop)
Le dieci canzoni impacchettate in questo disco esplorano diverse strategie di sopravvivenza che si possono adottare per sopravvivere e prosperare durante la nostra terrena esistenza. In questo lavoro c’è la storia di Alynda Segarra: cresciuta nel Bronx a pane ed hardcore punk, Alynda Segarra è scappata di casa a diciassette anni, saltando sui treni e facendo l’autostop attraverso gli Stati Uniti.
Life On Earth è un disco di canzoni molto semplici, con frasi musicali ripetute in loop ipnoticamente e ritornelli spesso costituiti da poche righe ripetute come un mantra. La strumentazione elettrica è ridotta al minimo, ma la personalità è enorme. Lo stile vocale è unico e accattivante e nel complesso è questo il valore aggiunto di questo progetto. Dopo cinque anni di assenza, Hurray for the Riff Raff dà il via al 2022 con un album essenziale. Suonato in maniera basica ma interpretato in maniera perfetta.
(G.A)