08/05/2024
A distanza di ben dieci anni dall'ultima volta, sono tornati a Milano gli Eels, capitanati dallo storico frontman Mark Oliver Everett. 

A distanza di ben dieci anni dall’ultima volta, sono tornati a Milano gli Eels, capitanati dallo storico frontman Mark Oliver Everett. 

11:36:55  – 20/04/2023



Dieci lunghi anni dopo, Mark Oliver Everett torna a Milano in compagnia della sua creatura EELS. La band, in versione minimale rispetto al passato (con solo tre musicisti a supporto) confeziona 1 ora e mezza di sano blues rock intervallato da svariate gag magistralmente messe in scena da MR E. 

Si intitola “Lockdown Hurricane” questo ennesimo tour del gruppo che ovviamente ha radici ben precise e nitide. Mentre il mondo veniva fagocitato in un vortice di terrore, il quartetto impacchettava ben due dischi intitolati “Earth to Dora” del 2020 e “Extreme Witchcraft” del 2022, che finalmente in questa serata vengono (almeno in parte) presentati dal vivo. Nonostante i molteplici appuntamenti in città, tra il Fuori Salone – e il suo carico di mostre e mondanità – e un quarto di finale di Champions League tra Milan e Napoli, l’Alcatraz è gremito in ogni ordine di posto. Ad aprire le danze ci ha pensato la brillante Billie Maarten e il suo indie folk raffinato ma poco coinvolgente (ahimè). 

Puntuali, alle 21:30, gli EELS salgono sul palco dell’Alcatraz (ridimensionato per l’occasione) e, tra una gag e l’altra, in venti minuti piazzano cinque colpi dal vastissimo repertorio. L’alchimia tra la band è fortissima, nonostante il solo Jeff Lyster aka The Chet sia rimasto fedelissimo compagno di scorribande dagli esordi a oggi.

Novocaine for the Soul:

Mattatore resta sempre lui, questo giovanotto di 60 anni, figlio del noto fisico Hugh Everett III: scalcia, salta, suona qualsiasi cosa, si diverte e diventa intenso nei momenti più delicati della serata. Ventisei canzoni, un paio di pietre miliari (Novocaine for the Soul su tutte), qualche pezzo lasciato per strada (That Look You Give That Guy), due encore velocissime e una chiusura assegnata all’intramontabile ritornello degli Argent del 1973 (God Gave Rock and Roll to You), chiudono una serata gradevolissima. Mark Oliver Everett ci da appuntamento al 2033: beh, anche meno dai.
(Giovanni Aragona)


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