29/04/2024
'Deceveir' è il terzo disco dei DIIV

 

 

Genere: Shoegaze – indie rock
Etichetta: Captured Records
Release: 4 ottobre 

Gli equilibri che regolano la vita di noi esseri umani sono così delicati e labili che il più piccolo sbaglio può creare scompensi tali da causare cadute in abissi difficili da risalire. A volte l’equilibrio viene ripristinato in maniera naturale, altre no. È quindi necessaria una grande forza di volontà per analizzare le fragilità e gli errori commessi per risollevarsi. Questo percorso di caduta e resurrezione è al centro di Deceiver il terzo album dei DIIV uscito lo scorso 4 ottobre per Captured Tracks.

La rinascita di cui si parla è quella del frontman Zachary Cole Smith che, dopo il rilascio del secondo disco, Is The Is Are, ha iniziato ad avere problemi di dipendenza tali da costringerlo in riabilitazione. Questa sua esperienza è stata fondamentale per la scrittura di Deceiver. L’album è un piccolo gioiello che vive grazie all’armonia fra un sound cupo, scuro, che si presenta già nell’opener Horsead, e il personalissimo stile della band. Le chitarre distorte e profonde, che si muovono fra lo shoegaze e il grunge, sono frutto anche del tocco di Sonny Diperri, già produttore dei My Bloody Valentine e Nine Inch Nails. La lunga strada verso la risalita è puntellata da questi suoni, capaci sia di descrivere le angosce che di infondere calore nell’anima.

Skin Game, in cui Cole si interroga sulle cause della caduta, ne è un perfetto esempio. Il momento più cupo di questo scandagliare la coscienza viene reso nella lunga, buia e catartica Acheron, in cui la risalita metaforica del fiume infernale fornisce il tempo per riflettere sul male fatto, raccontato nella malinconica Taker. Dopo aver atteso che la tempesta sia passata, Between Tides, i suoni cominciano ad essere più luminosi fino a quando le chitarre sono ormai libere di suonare fragorose in  For the Guilty. I fardelli sono definitivamente caduti ed alla fine la stabilità ritorna solo perché si è compresa l’importanza di perdonarsi, ‘Forgive yourself/Starting now’. Il terzo disco dei DIIV sancisce la maturità di una band di talento che ha saputo evolversi pur rimanendo salda alle proprie origini. Deceiver è una perla che continuerà a brillare acquisendo valore nel tempo. 

Chiara Luzi 

 

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