27/04/2024
'The Neon Skyline' è il sesto album di Andy Shauf. --

 

 

Etichetta: Anti
Genere: indie – folk
Release: 24 gennaio

12:13:17  – 14/02/2020

Dev’essere strano per un cantautore pubblicare due album a cinque anni di distanza, rimasti entrambi in una nicchia molto ben nascosta, e poi dare alla luce un terzo album un solo anno dopo il secondo e ottenere di colpo riconoscimenti in tutto il mondo. Il rischio di montarsi la testa è piuttosto alto, con la conseguenza da un lato di voler strafare, e dall’altro di far fatica a trovare l’ispirazione.

Il canadese Andy Shauf, però, è un artista vero, e si è preso sì un bel po’ di tempo prima di tornare, ma lo ha fatto nel migliore dei modi, ovvero dosando sapientemente i propri virtuosismi strumentali negli arrangiamenti e affinando il proprio stile compositivo per un risultato di indubbia personalità e sostanza. Se The Party, il disco della suddetta svolta di popolarità, era caratterizzato da continui svolazzi e ricami attorno allo scheletro delle canzoni, nel nuovo The Neon Skyline non mancano certo i vivaci colpi di pennello che, però, sono meglio integrati con il nucleo compositivo vero e proprio che, dal canto suo, mette in mostra melodie di primissima qualità e, dal punto di vista dei testi, un concept interessante e ricco di sfumature e di sottotesti.

In casi come questi, tutto parte necessariamente da un’urgenza creativa che porta l’artista a dipingere un’infinità di bozzetti che nascono dall’esigenza reale, vera e sentita di rappresentare qualcosa. Qui, Andy ha provato l’irrefrenabile impulso di sviscerare, nello scrivere canzoni, tutti gli aspetti possibili e immaginabili del passare una notte al bar, e a un certo punto si è trovato con ben 50 canzoni sull’argomento. Il dato è importante, perché mostra quanto Shauf sentisse la tematica, e fosse, quindi, nella situazione ideale per liberare con profitto un talento come il suo, per arrivare a canzoni di reale qualità.

Le undici canzoni sopravvissute ai necessari tagli creano un racconto in cui si rincorrono da un lato l’importanza della familiarità con le persone amiche e con il barista che sa già cosa vuoi bere ancor prima che tu glielo chieda, e dall’altro il continuo vortice di pensieri dato dal fallimento di una storia d’amore importante. L’aspetto più interessante, comunque, è la forma musicale in cui tutto ciò viene raccontato, con canzoni semplicemente belle e ben confezionate in ogni aspetto, anche quello della personalità. Perché è vero che l’influenza di Sufjan Stevens è costante e innegabile, ma è anche vero che si tratta di uno solo dei diversi aspetti dello stile di Shauf, bravissimo a mettere insieme elementi melodici, vocali e strumentali per creare ambientazioni e storie riconducibili solo a lui, il tutto con un ventaglio di idee amplissimo e dal quale esce sempre e comunque qualcosa di valido e coinvolgente.

Autori, musicisti e arrangiatori come Shauf sono una vera e propria benedizione, e già non vediamo l’ora che un’altra tematica torni a ispirarlo per nuovi e mirabolanti esempi di composizione e assemblaggio di una miriade di elementi. Nel frattempo, è assolutamente il caso di vivere e rivivere più e più volte questa intensa e affascinante notte al bar.

Stefano Bartolotta

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