27/04/2024
Intensissimo il live delle Last Dinner party all'interno del Santeria Toscana di Milano dello scorso lunedì

 

 

 

 

 

C’è stato un momento ben preciso, alla fine del primo live delle Last Dinner Party sul suolo italiano, che non solo ha definito l’intera serata, ma che ha tutte le carte in regola per mettere la parola fine alle discussioni animatesi in queste settimane, dopo l’uscita del loro disco d’esordio. Sto parlando dell’istante nel quale tutti i presenti hanno urlato, all’unisono e senza freni, un “nothing matters!” tanto semplice all’apparenza quanto sentito e emotivamente potente nella sostanza. Ovviamente, l’urlo è arrivato nel momento di zenith dell’omonima canzone, assolutamente perfetta per il commiato da parte del sestetto sul palco nei confronti di un pubblico adorante e in grado di dare un contributo fondamentale alla riuscita della serata.

Perché è stato così importante urlare con una simile convinzione che niente conta? Perché per queste settimane noi che abbiamo amato il disco fin dal primo momento, abbiamo letto e sentito commenti da parte di persone dai gusti musicali più che rispettabili che in verità si tratta di una montatura, di una raccolta di cliché senz’anima, di un progetto costruito a tavolino, nel quale genuinità e onestà non sono di casa.

 

E noi che, ascolto dopo ascolto, godevamo di melodie a nostro giudizio impeccabili, di un cantato carismatico e coinvolgente e, in generale, di una band che, già al debutto, mostra un controllo totale della propria cifra stilistica, qualche dubbio su chi avesse ragione ce lo siamo posti, e in realtà lo stesso hanno fatto i detrattori, che hanno sempre espresso la loro opinione con rispetto e senza toni denigratori. Ecco, proprio a loro mi rivolgo, perché noi che lo abbiamo urlato già lo sappiamo: ragazzi, nothing matters, non conta niente come la pensiamo, ma conta solo ciò che queste ragazze hanno fatto vedere sul palco e il clima che si è creato, perché si tratta di fatti incontrovertibili e che, quindi, sono l’unica cosa che importa davvero.

Importa che le Last Dinner Party hanno messo in scena uno show inattaccabile sotto ogni punto di vista: quello scenico, quello interpretativo e quello del rapporto coi fan. Importa che le musiciste si sono presentate sul palco con un modo di vestire certamente ambizioso e che puntava all’alto profilo, ma senza risultare pacchiano o pretenzioso. Importa che davanti alla batterista si sono messe tutte e cinque in linea, a mostrare che il contributo di ognuna è importante allo stesso modo, senza che ci siano despoti e sottoposti nelle gerarchie del gruppo. Importa che per tutti i cinquanta minuti di show, le cinque hanno mostrato di essere musiciste preparate e abili e che quel senso di amalgama speciale che traspare dal disco non è costruito in studio, ma è reale e emerge chiaramente anche quando suonano dal vivo.

 

 

 

Importa che la gente ha cantato ininterrottamente fin dall’iniziale “Burn Alive” e ha rispettato pienamente il modo in cui la band ha deciso di far evolvere la serata la spettacolo da una parte iniziale piuttosto impostata e di natura quasi teatrale a una seconda metà abbondante in cui la faceva da padrona la spensieratezza e la voglia di divertirsi, dapprima offrendo a Abigail Morris uno stupendo mazzo di rose rosse alla terza canzone in scaletta e poi accompagnando l’esecuzione musicale con balli sfrenati e canti al massimo dei decibel, fino al liberatorio urlo finale di cui parlavo.

Questo conta, perché questo si è visto e non si può discutere o contestare. Poi ognuno è libero di esprimere e avere la propria opinione, ma il dato oggettivo è che le Last Dinner Party hanno dimostrato coi fatti di essere qui per restare perché di debuttanti così consapevoli e padrone di tutti gli aspetti legati al fare musica non se ne vedano da tempo immemore. Ed è stata un’ottima scelta quella di andare in tour subito in Europa e negli Stati Uniti prima di farlo in Gran Bretagna, dove evidentemente tutti già sanno queste cose, ed era quindi il caso di giocarsi le proprie carte negli altri mercati, dove qualche dubbio poteva esserci. Adesso di dubbi non ce ne sono più e l’unica cosa che importa è la grandezza di questa band speciale. 

La scaletta

Prelude to Ecstasy
Burn Alive
Caesar on a TV Screen
The Feminine Urge
Beautiful Boy
On Your Side
Gjuha
Sinner
Portrait of a Dead Girl
Mirror
My Lady of Mercy
Nothing Matters


(Stefano Bartolotta)


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