Il meglio delle uscite discografiche della settimana con Billie Eilish, il postumo album di Prince, i Lump e l’indie-folk di Torres.
a cura di Giovanni Aragona e Chiara Luzi
BILLIE EILISH – HAPPIER THAN EVER
(pop, electro pop)
L’ampiamente annunciato secondo disco di Billie Eilish è finalmente qui e possiamo già dire che non delude le aspettative. Happier Than Ever segna la crescita artistica e personale della Eilish. Se il repentino cambio d’immagine della giovane artista era stato una delle avvisaglie dell’evoluzione in atto, i singoli usciti negli scorsi mesi, come l’etera Your Power, avevano di fatto cancellato ogni dubbio sulla direzione che Billie e il fratello Finneas avrebbero intrapreso in questo secondo disco.
Raggiungere, meritatamente, la celebrità planetaria nel bel mezzo dell’adolescenza ha ovviamente provato la musicista Californiana. Era quindi inevitabile che il secondo disco affrontasse principalmente questa tematica. I sedici brani trovano coesione non solo nei testi ma soprattutto nella produzione impeccabile di Finneas e nella voce incredibile di Billie. In questo disco i colori si fanno più scuri rispetto al primo lavoro, ma questa oscurità regala intensità e forza ai brani, Not My Responsibility.
Così la bossanova, Bille Bossa Nova, si traduce in malinconia pura, stato d’animo che viene più volte impreziosito di perle eleganti, my future. L’elettro pop non è stato assolutamente abbandonato e compare, senza interrompere il flusso, in più parti del disco, Oxycoton. A diciannove anni sarebbe stato facilissimo perdere la rotta dopo un debutto strabiliante, Happier Than Ever ci mostra invece il ritratto di una persona che sa benissimo dove andare e come arrivarci, nonostante gli ostacoli.
(C.L)
TORRES – THIRSTIER
(indie-folk)
Per Torres, il percorso verso un meritato successo è frutto di tanto lavoro e gavetta. Dopo aver partorito il terzo album Three Futures e un promettente contratto discografico con la 4AD, l’artista è stata abbandonata senza tante cerimonie poiché il disco ha avuto scarse prestazioni commerciali. La sua reintroduzione con Silver Tongue del 2020 (e la sua prima uscita per Merge), sebbene musicalmente lussureggiante ed evocativa, è stata ugualmente tumultuosa dal punto di vista dei testi, raccontando l’arco narrativo roccioso della sua relazione nell’art pop stratificato.
Oggi, l’artista si è rimboccata le maniche ed è tornata in forma proponendo un gran bel disco. L’assetto musicale è massiccio e, tra versi intricati ed intimi, e massicci ritornelli supportati da suoni in assetto folk rock, l’artista intelaia un lavoro esplorando trame più elettroniche rispetto al passato. L’artista ha finalmente trovato il suo luogo ideale fatto di pace interiore. Oggi è più esplosiva che mai e il suo stile è finalmente raffinato e ben definito.
(G.A)
PRINCE – WELCOME 2 AMERICA
(Funk, soul, R&B)
Quando nel 2016 Prince ci lasciò sapevamo tutti che non saremmo rimasti a lungo orfani della sua musica. Oggi l’artista di Minneapolis è tornato in qualche modo a lanciare la sua glitterata polvere viola su di noi benedicendoci tutti. Welcome 2 America è un album dalla storia lunghissima. Bisogna fare un balzo indietro al 2010, quando Prince e The New Power Generation stavano preparando il tour con questo nome. Il disco era praticamente pronto ma venne accantonato. Non sappiamo per quali ragioni venne posticipata l’uscita, forse a causa del perfezionismo di Prince, fatto sta che undici anni dopo possiamo finalmente ascoltarlo. Welcome 2 America è a tutti gli effetti un disco di Prince, non c’è altro modo di definirlo.
Il funk e soul sono sono alla completa mercé del musicista di Minneapolis che li plasma a suo piacimento e necessità. C’è moltissimo funk raffinato che strizza l’occhio all’era gold degli anni ‘70, Born 2 Die. Il soul trova diverse vie di sviluppo per sfociare in un R&B intriso di quella classe che solo Roger Nelson possiede, when she comes. L’omonima opener è a tutti gli effetti spoken poetry che, racontando l’attualità dell’America di quegli anni, introduce quelle che saranno le tematiche del disco. La sorveglianza tecnologica, l’ossessione per le celebrità, l’irruenza del web. In undici anni la situazione non è affatto cambiata, per questo Welcome 2 America è estremamente in linea con il 2021. Questo ottimo lavoro colpirà al cuore non solo i fan di Prince. Come ogni disco postumo resterà il dubbio se effettivamente questo che ascoltiamo noi oggi sarebbe stato il lavoro che l’artista di Minneapolis avrebbe voluto pubblicare. Ma non è il caso di farsi troppe domande, l’importante è ascoltare.
(C.L)
LUMP – ANIMAL
(electro folk, indie pop)
Quando nel 2018 Laura Marling e Mike Lindsay pubblicarono il primo omonimo disco dei Lump, non c’era certezza che questo side project continuasse. Invece tre anni dopo siamo qui a raccontarvi del loro secondo disco, Animal. L’album è stato registrato nello studio di Lindsay nel Kent e durante le sessioni di registrazione Laura Marling si presentava con i testi scritti senza aver ascoltato le tracce o aver avuto indicazioni.
Questo ha permesso alla Marling di agire con estrema libertà e leggerezza, non a caso una delle prerogative dei side project è rompere in qualche modo la routine creativa degli artisti che ne fanno parte. Animal è un disco che richiede un ascolto mirato, i brani sono molto articolati, racchiudono diverse variazioni di registro per questo vanno assorbiti. Il duo scandaglia i diversi strati degli istinti animali, quindi delicatezza, Red Snake, e ferocia,Animal, fanno parte di uno stesso universo che trova massima espressione in Phantom Limb. Marling e Lindsay ci dicono di lasciare andare ogni resistenza e abbandonarci all’istinto, chi siamo noi per contraddirli?
(C.L)