Sono appena tre le pubblicazioni che vi suggeriamo in questo numero delle uscite discografiche della settimana. Prestate attenzione allo sperimentale ‘Spiral’ dei Darkside, all’indie-pop di Molly Burch al punk dei seminali Descendents.
a cura di Giovanni Aragona e Chiara Luzi
DARKSIDE – SPIRAL
(art-rock, experimental-rock)
Ci sono voluti otto anni di attesa ma finalmente esce oggi il secondo disco in studio dei Darkside. Il duo, formato da Nicolás Jaar e da Dave Harrington, iniziò a lavorare a questo disco già nel 2018 quando i musicisti affittarono per un po’ una casa nel New Jersey per suonare. Dalle jam session di quel periodo nacquero sei dei nove brani di Spiral. I semi piantati tre anni fa fioriscono oggi come eleganti fiori desertici. Il disco è molto trasversale, racchiude influenze psichedeliche, la musica elettronica di Jaar, il rock, l’esperienza da polistrumentista di Harrington. I brani hanno un’anima mistica, le complesse texture sonore trasportano l’ascoltatore in luoghi suggestivi e sacri in cui forte è la comunione con la natura. I due artisti hanno un ottimo feeling e si spingono oltre i loro limiti sfruttando al massimo la libertà che è alla base di questo progetto. Spiral è senza dubbio un buon lavoro la cui attesa è stata ben ripagata.
(C.L)
MOLLY BURCH- ROMANTIC IMAGES
(indie-pop)
Giunta al quarto album in carriera, Molly Burch, decide di smuovere il suo canovaccio stilistico abbandonando le nostalgie ’60 e abbracciando sonorità ’80 tra sintetizzatori pulsanti ed una voce sospesa tra Cyndi Lauper e Mariah Carey. In Romantic Images emerge, come marchio di fabbrica, la melodia. Se da una parte la svolta sonora può incuriosire, dall’altra, purtroppo, il ritmo tende ad appiattirsi e il risultato complessivo non è per niente entusiasmante. Un lavoro senza infamia e senza lode che potrebbe risultare un qualsiasi progetto B (o addirittura C) di Madonna del 1985.
(G.A)
DESCENDENTS – 9TH & WALNUT
(punk-rock, hardcore punk)
Giovani e aspiranti punkers, c’è un vademecum per voi e lo hanno scritto i Descendents. Registrato nel 2002, il cantante Milo Aukerman e il batterista Bill Stevenson hanno riportato il chitarrista Frank Navetta e il bassista Tony Lombardo per registrare un intero album basato su canzoni scritte prima dell’uscita del loro immortale debutto del 1982, Milo Goes to College . Ma ciò che rende l’ottavo album dei Descendents così affascinante è il fatto che queste canzoni contengono una tale varietà di idee e stati d’animo per qualcosa che è stato originariamente scritto da un gruppo di adolescenti. Almeno tre le canzoni degne di nota con una meravigliosa “You Make Me Sick”, vera gemma hardcore old school. Il fatto che la maggior parte del materiale sia stato scritto 40 anni fa e registrato quasi due decenni fa lascia l’onere strettamente ad Aukerman di mantenere questi numeri dal suono giovanile e pieno di vigore punk. Venticinque minuti concentrati in abbastanza energia e ira da eguagliare i primi dischi della band. 9th & Walnut si colloca tra i migliori lavori punk degli ultimi anni.
(G.A)