Etichetta: Captured Tracks
Genere: dream-pop, synth-pop
Release: 7 febbraio
14:36:23 – 02/03/2020
Wild Nothing lo seguiamo dall’ormai lontano 2010, quando pubblicò, sempre per la Captured Tracks, il suo primo album Gemini e ci è capitato svariate volte di ascoltare i suoi quattro album realizzati in questo lasso di tempo e anche di vederlo live, spesso al Covo Club di Bologna.
Il musicista dream-pop proveniente dalla Virginia ha continuato il suo percorso, cercando ogni volta di evolversi e, nelle scorse settimane, è arrivato questo suo nuovo EP, che contiene cinque tracce inedite recuperate dalle sessioni del suo disco più recente, Indigo, realizzato nel 2018.
In questi venti minuti il buon Jack Tatum ci porta indietro nei favolosi anni ’80 con toni sognanti, usando spesso i synth per costruire paesaggi sonori rilassati in cui lasciarsi cullare dalla sua morbida e gentile voce, come succede già nell’iniziale Sleight Of Hand, che trova una spinta propulsiva nel veloce e godibile drumming.
Con Dizziness, invece, il musicista di Blacksburg fa un salto nella new wave attraverso un suono di chitarra pulito e un ritornello comunque dolce e melodico; mentre le linee di basso di Blue Wings sembrano essere uscite da un disco dei Nirvana, senza ovviamente averne la stessa esplosività, il suo contorno viene disegnato con chitarra e synth e ci porta all’interno di mondi sognanti che Tatum è così bravo a costruire.
La migliore traccia di questo pacchetto, però, arriva, almeno secondo i nostri personali gusti, alla fine con la gustosa The World Is A Hungry Place: le influenze le troviamo sempre lì, negli ‘80s, ma questa volta non è solo il gentile synth-pop di Wild Nothing a farci innamorare, ma anche e soprattutto un solitario sax, piccola perla atta a impreziosire la sua tavolozza sonora.
Questo EP non è composto solamente da delle b-side, ma è un solido lavoro e la giusta estensione di Indigo: a noi non resta che goderci questi luminosi e nostalgici minuti in attesa che il sole torni a splendere anche nel cielo e a scaldare di nuovo le nostre giornate e i nostri cuori.
Antonio Paolo Zucchelli
