GUIDED BY VOICES – STRUT OF KINGS
(power-pop)
Apriamo questo numero di uscite discografiche con il 41esimo anno di esistenza e al 36esimo disco pubblicato da una band storica. Il power-pop dei Guided By Voices è ancora capace di splendere e catturare l’attenzione e i sensi dell’ascoltatore. Quel suono di chitarra in perfetto equilibrio tra scintillio e ruvidezza, quelle melodie appiccicose, quelle armonie strumentali e vocali che sprizzano genuinità emotiva da tutti i pori, sono elementi che non perdono il proprio fascino anche oggi che ne abbiamo sentiti in tutte le salse, perché ci sono cose, in musica, che, se fatte bene, non avranno mai l’effetto del già sentito, anche se le abbiamo già sentite per davvero.
Ascolti queste nuove canzoni e non le tratti come un qualcosa che ti riporta indietro nel tempo, perché questa musica è letteralmente senza tempo, altra espressione abusata, ma che in alcuni casi corrisponde al vero, e questo è uno di quei casi.
Non se ne ha mai abbastanza di proposte come quella di Robert Pollard e di chi lo accompagna volta per volta, anche se l’anno scorso, per il quarantennale del progetto, ne erano stati pubblicati tre di album a nome GBV, quindi uno potrebbe dire “anche basta”, e infatti questo sarà l’unico disco per il 2024. Ma, in verità, direste mai basta a qualcosa che vi piace tanto, ad esempio la vostra birra preferita? Non la berreste tutti i giorni, quella birra, o almeno tutte le settimane? Ecco, ascoltare i Guided By Voices è come bere quella birra: dà e darà sempre soddisfazione e non stanca né stancherà mai.
(Stefano Bartolotta)
WILCO – HOT SUN COOL SHROUD EP
alt-rock
Una raccolta di sei canzoni messe assieme per rappresentare le giornate estive e questo week end di uscite discografiche. Si inizia con un suono fatto per rappresentare il caldo durante il giorno, si continua con alcune strumentali agitate che evocano serate movimentate e intense e si finisce con la calma di una brezzolina fresca. Di solito non parliamo di EP in questa rubrica, ma un’idea del genere, messa in pratica da una band importante come i Wilco, meritava un nostro ascolto e giudizio.
La prova del passaggio nel lettore evidenzia un andamento più disordinato rispetto a quanto spiegato nella presentazione, nel senso che i tre momenti si mescolano e si sta su una sorta di ottovolante. Ma del resto, non è forse l’estate il periodo in cui saltano gli schemi della routine quotidiana? Giusto mescolare le carte, quindi, soprattutto perché la qualità delle canzoni è alta in tutti e sei i casi, con sensazioni ogni volta diverse e invariabilmente rappresentate al meglio, come i Wilco sanno fare. Lungo lo scorrere di questo lavoro ci imbattiamo nell’insofferenza, nella confusione, nella fragilità, nella serenità, nello straniamento e nel romanticismo, e ci immergiamo in ognuno di questi stati d’animo vivendoli appieno.
(Stefano Bartolotta)
MABE FRATTI – SENTIR QUE NO SABES
(art pop, ambient pop)
Per la maggior parte delle persone, il Sudamerica rievocherà sempre i suoni euforici della cumbia, della psichedelia latina e della bossa nova. Nell’età moderna, tuttavia, la scena musicale è nettamente più diversificata e Mabe Fratti ne è la conferma. La violoncellista, con il suo quarto disco da solista racconta della sua dedizione alla sperimentazione. Sentir Que No Sabes è probabilmente lo sforzo più emotivamente intenso, con ogni traccia che è costruita per squarciare i cuori in questa bollente settimana di uscite discografiche.
(Giovanni Aragona)
DIRTY THREE – LOVE CHANGES EVERYTHING
(post rock, contemporany folk)
Dopo una corsa rivoluzionaria negli anni ’90 fino ai primi anni 2000, il trio strumentale australiano Dirty Three ha rallentato leggermente. I loro album in studio sono arrivati meno e più avanti, hanno suonato dal vivo meno spesso e i membri della band hanno tutti perseguito altri interessi e progetti. anche se questo lavoro giunge un decennio dopo l’ultima scorribanda dei Dirty Three, Love Changes Everything riprende, come fa ogni nuovo capitolo della storia del gruppo, come se non fosse passato del tempo, e il trio continua a fluire naturalmente in avanti in un post rock infarcito di note folk contemporanee.
(Giovanni Aragona)
LOMA – HOW WILL I LIVE WITHOUT A BODY?
(alternative, jazz, folk)
Dopo aver passato un lungo periodo divisi, i Loma si sono riuniti lo scorso inverno per lavorare, in diverse location, al loro nuovo album, How Will I Live Without A Body?. Registrato principalmente in UK, in una piccola casa usata come magazzino per le bare, il disco riflette nelle sue atmosfere il senso di raccoglimento di questo luogo così piccolo e singolare. L’album è costruito da una perfetta unione di Jazz, folk e influenze rock che vengono maneggiate con cura da Cross, Meiburg e Duszynski.
Brani come Unbraiding sono la perfetta sintesi del nucleo di questo lavoro: in questo pezzo le chitarre distorte, un po’ alla Low, assieme al canto di uccelli e al pianoforte, disegnano atmosfere eteree, riflesso della complessità umana.
La collaborazione con Laurie Anderson
Suoni ovattati e morbidi sono campo fertile per la voce chiara e vellutata di Cross che accompagna l’ascoltatore in paesaggi a volte angoscianti ma sempre avvolgenti. La band sviscera il senso di perdita e la rigenerazione, l’unione e la lotta attraverso un suono articolato, in cui clarinetti e fiati aggiungono pathos e mistero, Arrhythmia.
Ulteriore spessore a questo lavoro è dato anche dalla collaborazione con Laurie Anderson che ha permesso alla band di lavorare con l’AI addestrata sui suoi lavori. L’interazione fra l’AI e alcune immagini del libro di Meiburg hanno prodotto delle poesie da cui Loma hanno estrapolato delle frasi, tra cui quella usata per il titolo. Effettivamente in questo caso l’AI ha colto l’essenza impalpabile e viva della creatività che esiste nonostante spesso venga meno la diretta intenzione fisica. How Will I Live Without A Body? è un ottimo disco, da ascoltare attentamente e con totale trasporto. Bell’album per questo numero di uscite discografiche.
(Chiara Luzi)
THE FOLK IMPLOSION – WALK THRU ME
(indie-rock)
A distanza di più di 20 anni dall’ultimo album in studio, Walk Thru Me è l’ennesimo capitolo imprevedibile della lunga e insolita traiettoria dei Folk Implosion, progetto di Lou Barlow e John Davis. Molto materiale sembra uno spin off dei Sebadoh e il disco scorre con leggerezza. Ancora in sintonia con un’estetica di tradurre idee disparate in canzoni finemente sintonizzate, i Folk Implosion portano la loro musica in posti nuovi e strani, come sempre, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’ultima volta che ne abbiamo sentito parlare. Lo Fi di gran classe.
(Giovanni Aragona)
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