Un tuffo nella fitta tela sonora degli Swans: ‘Soundtrack for the Blind’ compie oggi 23 anni

Inclassificabile: avanguardia pura. Soundtrack for the Blind, decimo album degli Swans, viene pubblicato nel 1996 con l’etichetta Young God Records dopo una lunga gestazione. Disco di oltre due ore, viene salutato dalla critica – 23 anni or sono – come uno dei lavori più sorprendenti del decennio. Descrivere l’esperienza dell’ascolto di questo disco non è così semplice perché è un lavoro portatore di evoluzione e cambiamento in chi ascolta. Si tratta di un viaggio fatto nei panni del leader Michael Gira, si tratta di assumere sulla pelle il suo punto di vista, di farlo proprio attraverso i occhi malinconici e contorti che ci lasciano in compagnia di noi stessi a rimuginare sull’orizzonte della comune esistenza. 

Se è vero che siamo lontani dalla sperimentazione nuda e cruda, è altrettanto vero che Gira e band mettono in scena tanti generi e tante sonorità “altre” pescate dal quotidiano, come registrazioni e loop di musica concreta che donano ai brani una straordinaria aderenza al reale. La voce di Gira ha naturalmente la sua parte: è pura narrazione, funge da guida in un mondo privo di finestre ottimistiche, spleen al 100%. Capolavoro del disco, Helpless Child, è cadenzato da una chitarra aperta e distorta, introdotta da una voce melliflua, e poi lasciato andare al suo destino strumentale epico basato su riverberi e stonature fuori campo. 

Sulla falsariga dell’inquietudine di Helpless Child, l’altrettanto lunga The Sound suona come una litania autunnale e psichedelica che chiude con un carillon stonato e perturbante. Mentre Her Mouth is Filled with Honey con i suoi inserti concreti risponde ad Animus e a un mood che gira su accordi minori e lascia annegare la linea vocale in un’orgia noise che appare e scompare, fluttua tra un canale a un altro. La prima, invece, è un gioiellino di tre minuti, una pausa sensuale dall’atmosfera decadente che domina l’intero il disco, e che nel finale insabbia il sound contro ogni tentativo di apertura e lascivia. Sintonizzarsi sull’onda Swans potrebbe risultare ostico al primo ascolto, ma rimane un’esperienza che attua uno specifico lavorio nel sottofondo portato avanti nell’orecchio e nell’anima dell’ascoltatore. Nel titolo dell’album si accenna al soundtrack di un film, ma colonna sonora di quale film? E soprattutto, siamo sicuri di riuscirne a vedere la trama?      

Martina Lolli 

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