25/04/2024
Suddiviso in due dischi, LCD Soundsystem è l'omonimo disco d'esordio della band. Pubblicato nel gennaio del 2005, alla DFA Records.

Suddiviso in due dischi, LCD Soundsystem è l’omonimo disco d’esordio della band. Pubblicato nel gennaio del 2005, alla DFA Records.

13:17:00  – 24/01/2021


Genesi di un capolavoro

Il 24 gennaio del 2005 la musica vive in un momento di piena riflessione. L’indie-rock spopola in lungo e largo (con Wolf Parade, The National, Spoon e Franz Ferdinand su tutti) mentre un uomo residente nel New Yersey, da li a poco, sta per cambiare le coordinate spazio – temporali della musica contemporanea.

LCD Soundsystem è l’album di debutto di James Murphy e viene pubblicato congiuntamente attraverso DFA e Capitol Records negli Stati Uniti e EMI nel resto del mondo. Il disco spazia dal dance-punk all’elettronica all’indie rock alla musica dance. Acclamato dalla critica al momento della sua pubblicazione è stato nominato per il Grammy Award 2006 per il miglior album elettronico/dance.

Seguendo le lezioni dell’ avant-garde, ma rompendo esplicitamente con il passato, l’esordio targato LCD Soundsystem conquista da subito il suo posto nell’avanguardia del rock contemporaneo. Spinto da sintetizzatori dissonanti ed elettronica, l’album si divide in due blocchi tra canzoni brevi e spigolose e strumentali e atmosferiche. Per tutta la prima metà del disco, le chitarre sono frastagliate e i sintetizzatori ronzano con un minaccioso impulso robotico, mentre la voce di James Murphy è stratificata e sovraincisa in modo innaturale. Durante la metà strumentale, l’elettronica si raffredda, il che è un sollievo dopo l’intensità del pop avant precedente. Il disco è spavaldamente sperimentale e denso di dettagli, fornendo una nuova direzione per l’avanguardia nel rock.

Il ricercatore James Murphy

James Murphy cresce sotto l’ombra del punk. Dopo aver svolto una lunga gavetta come musicista in gruppi minori – con pochi tour in Europa –  inizia a lavorare in studio e dal vivo come ingegnere del suono al fianco di svariate band punk statunitensi prima di entrare in contatto con il collaboratore di James Lavelle (UNKLE) Tim Goldsworthy e di firmare dietro un PC i dischi dei Death From Above. James Murphy prima di essere un musicista è un sottile musicofilo. Conosce i dettagli della storia della musica pop, del rock e della musica elettronica. Le influenze sono da ricercarsi nei capisaldi degli anni ’70, tra i The Fall, David Bowie e i Talking Heads.

La creatura LCD Soundsystem 

Il suono degli LCD ruota intorno al cumulo massiccio di bassi proposti. Murphy, da astuto e abile comunicatore, ha parlato più volte dell’importanza delle quattro corde per la sua formazione musicale e dell’influenza di famosi bassisti – Holger Czukay dei Can su tutti –  per il suo progetto. Due blocchi compongono questo esordio: una parte di materiale nuovo e una seconda di singoli raccattati in passato. Beat Connection” e “Yeah” sono le tracce perfette costruite con disarmante semplicità: un sound caldo cesellato, accordo dopo accordo, in un flusso sonoro lineare e organico. Questi due brani segnano un solco con l’indie – rock del 2005: proporre rock alternativo,  alimentato dalle idee invece che dall’atteggiamento.

I brani che compongono questo album dimostrano una simmetria e una profonda originalità di base. Una notevole abilità musicale legata insieme da un appeal lirico di notevole originalità. Successi clamorosi e  danzerecci come “Daft Punk Is Playing at My House” vengono mescolati a brani dance-rock che variano dal punk muscoloso di “Movement” al kraut funky di “Disco Infiltrator “). LCD Soundsystem è un disco pronto per tutte le stagioni e abile a soddisfare più palati: dai frequentatori di club notturni, ai nichilisti solitari nostalgici del proto-punk di metà ’70 targato Neu!.

La più grande verità, per descrivere un disco simile, giunge direttamente da un estratto di un testo scritto e cantato da Murphy in cui recita: “Ho sentito che hai una compilation di tutte le grandi canzoni mai realizzate da qualcuno”. Questo estratto potrebbe essere la giunta sintesi di questo disco. L’esordio di questa band  è ispirato, intellettualoide ma senza peccare di presunzione, enciclopedico ma accessibile, farraginoso e allo stesso tempo orecchiabile. Per un album con una confusione sonora così densa, la caratteristica più sorprendente è la sua coerenza. Abbinando i temi ai generi apparentemente appropriati (o anti-generi) ogni traccia ha le sue radici e le sue fioriture. A distanza di sedici anni è tra i migliori classici in circolazione, capace, come pochi, di suonare ancora terribilmente moderno nel 2021 e per molti anni ancora.

G.A

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