Transient Random-Noise, la chiave nella costruzione del suono Stereolab

Transient Random-Noise Bursts with Announcements è il secondo album discografico in studio degli Stereolab, pubblicato nel 1993.


Lavori in corso

Stereolab non si nasce. Quello che è stato uno dei progetti sonori più affascinanti degli anni ’90 è il frutto di un certosino lavoro di cesello, volto ad amalgamare tra loro stili e culture  del passato per creare qualcosa di originale e creativo. Che è lo spirito del post-rock, termine che aderisce perfettamente alla loro metodologia di lavoro. La musica degli Stereolab è un po’ come le “Virtù“, succulenta pietanza che le massaie delle mie parti, in Abruzzo, cucinano il primo maggio, un minestrone creato con le verdure di stagione e con tutto quello che è stato parsimoniosamente conservato in dispensa.

Nel pentolone degli Stereolab c’è di tutto: exotica, minimalismo, l’elettronica vintage dei pionieri, sunshine e bubblegum pop, kraut rock, psichedelia, shoegaze, Canterbury sound, french touch e tropicalismo quanto basta, con un immaginario che attinge a molte delle avanguardie del 900, dalla Berlino anni ’20 alla New York anni ’60. Per far sì che la ricetta funzioni e non sia una sbobba immangiabile ci vogliono i cuochi giusti, una coppia in questo caso, Tim Gane e Laetitia Sadier. Galeotto per i due fu un concerto a Parigi nel 1988 dei McCarthy, la band marxist-pop in cui lui suonava.

Colpo di fulmine, lei pianta baracca e burattini e lo segue a Londra, entra nella band e poi insieme creano gli Stereolab. La magia nasce dall’essere diversi ma assolutamente complementari: lo scienziato pazzo del suono e la chanteuse femme fatale, le distorsioni e le melodie, i bordoni di suono e le armonie vocali celestiali.

Transient Random-Noise Bursts with Announcements degli Stereolab: Il disco

Transient Random-Noise Burst With Announcements, secondo disco della band (dopo l’acerbo Peng!) e primo per la Elektra Records, esce il 24 agosto 1993. Il disco può essere visto con due chiavi di lettura diverse: come tappa di un percorso evolutivo e per il suo valore intrinseco. Partendo dal primo aspetto ci sono evidenti passi in avanti, ma la quadratura del cerchio, il perfetto bilanciamento degli elementi, si compirà nei 3 dischi successivi.

Qui il suono è ancora un po’ grezzo e influenzato da esperienze coeve come lo shoegaze e la psichedelia minimale degli Spacemen 3. Lunghe tirate di chitarre distorte e tastiere analogiche, il motorik dei Neu! come struttura ritmica portante, i primi accenni di quelle armonie vocali che saranno uno dei loro tratti distintivi. Il tutto, grazie all’ingresso in formazione di Mary Hansen (poi tragicamente scomparsa, travolta da un bus mentre era in bicicletta, nel 2002). Preso in sè e per sè Transient.. è un disco comunque riuscito, coeso e coerente, che ammalia e rapisce.

Contiene due classici della band, la struggente ballad Pack Yr Romantic Mind con le sue atmosfere da bistrot francese e la cavalcata di Jenny Ondioline, 18 minuti di ipnotici duelli tra chitarre e tastiere (tra Kevin Shields e Sonic Boom), con la voce della Sadier che evidenzia il suo essere la più credibile erede di Nico. Gli altri pezzi sono sullo stesso standard, con un’urgenza quasi punk che poi lascerà il posto ad atmosfere più colte e raffinate.

1+ 1 non fa 2

Tutto finisce, anche il legame tra Gane e Sadier, prima quello affettivo e poi quello artistico. Le loro successive carriere solistiche, comunque eccellenti, hanno evidenziato come la loro forza fosse nella fusione dei loro mondi. Da soli entrambi hanno evidenziato le loro peculiarità e l’assenza dell’altro, due metà della mela spaiate. Il recente ritorno insieme, però, sia pure solo dal vivo, lascia sperare che l’alchimia si possa ricreare ancora una volta.

 

Gabriele Marramà

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