26/04/2024
'I am easy to Find' è l'ottavo – attesissimo – disco della band originaria di Cincinnati

 

 

Genere: chamber rock, art rock
Release: 17 maggio
Etichetta: 4 AD

In un vecchio spot televisivo andato in onda nei primi anni ’90, una telefonata allungava la vita. A distanza di molti anni, la mail del regista Mike Mills non ha allungato la vita a Matt Berninger, ma ha cambiato le coordinate temporali della sua band. L’ottavo disco in studio dei National sancisce, prima ancora d’esser ascoltato, un primato: è uno dei pochissimi casi di disco co-prodotto da un regista. Mike Mills non è un musicista ma, nel processo di storyboarding dell’opera – perché di opera si tratta – c’è molto del regista e graphic designer statunitense.

In 70 minuti, il disco vive di grande fluidità. Non è solo la colonna sonora del film ma, ancor più interessante e affascinante, ha la capacità di esistere in un universo che sfrutta l’arte cinematografica come riferimento. L’album basa le sue fondamenta sul concetto portante del pensiero filosofico della band: la vita non è altro che una sopravvivenza e l’unico strumento di cui disponiamo, per facilitare questo processo, è l’amore.

Il cortometraggio, magistralmente interpretato da una bravissima Alicia Vikander, si potrebbe a tratti definire “grottesco”. Anche nei momenti di estrema tristezza, riesce ad acquisire il tono disincantato delle canzoni musicate dalla band. Il racconto di I am easy to Find è una favola oscura, ma spontanea e trasparente allo stesso tempo: nonostante tutto, raggiunge lo scopo finale di mantenere, credere e aggrapparsi al futuro offrendo i propri sentimenti alla persona che amiamo.

Non abbiamo la presunzione di paragonare questo disco ai lavori passati del gruppo, e onestamente non ne avrebbe neanche senso. Ma di una cosa siamo certi: l’intelaiatura sonora proposta in tutto il disco è sicuramente l’espressione creativa più matura della carriera dei National. Gli arrangiamenti corali (ben supportati da archi) in quasi tutte le canzoni, l’immensa bravura dei fratelli Dessner, la magistrale batteria di Davin Davendorf e il baritono sensuale di Matt Berninger, raggiungono picchi di qualità elevatissimi. Le canzoni in stile “Nazionale” non mancano di certo, e You Had Your Soul With You e The Pull of You ne sono la conferma.

Matt Berninger, appunto, quel cantante capace di fare breccia anche nei cuori più aspri, si ritroverà a condividere il microfono con una schiera di voci femminili superlative: dalla storica collaboratrice di David Bowie, Gail Ann Dorsey – semplicemente perfetta nell’opener di You Had Your Soul With You – a Sharon Van Etten, Lisa HanniganMina TindleKate Stables: la sensazione è che il cantante ricerchi continuamente di sfiorare l’animo di sua moglie Carin Besser. La scelta artistica di condividere la scena con sua moglie ha portato l’artista di Cincinnati a vivere il momento più intenso della sua carriera in cui, come sosteneva Hannah Arendt in “Vita Activa”, solo con l’azione nascono gli individui e, tramite essa, la sfera privata diventa pubblica.

Berninger ha il coraggio – che in tanti in questo mondo lobotomizzato e digitalizzato non hanno – di unire la sua vita reale a quella del performer. Nella struggente The Pull Of You sussurra: “Cosa mi hai sempre detto? Siamo collegati da un filo / Anche se siamo distanti / Sarò sempre attratto da te.” Light Years si conclude, invece, con un toccante “Sarebbe lo stesso, anche ad anni luce di distanza da te”.

Questo disco è un lavoro catartico che, oltre a richiedere dedizione da parte degli ascoltatori, si specchia nella forma in cui è calata l’intera narrazione. Ascoltando le ultime canzoni – a partire dalla commovente Hairpin Turns fino alla meravigliosa Light Years – abbiamo la consapevolezza di aver visto un meraviglioso film senza immagini e costruito da soli suoni.

La domanda che sorge spontanea è: l’arte salverà il mondo? Sicuramente l’arte renderà la nostra permanenza su questa terra migliore. I National non salveranno il mondo ma, per l’ennesima volta, riescono a parlare – come poche band nella storia – anche ai cuori più glaciali.

 

G.A

 


Matt Berninger voce
Aaron Dessner chitarra, basso, pianoforte
Bryce Dessner chitarra
Bryan Devendorf batteria 
Scott Devendorf chitarra, basso

Voci:

Gail Ann Dorsey
Sharon Van Etten 
Eve Owen 
Diane Sorel
Mina Tindle 
Lisa Hannigan 
Kate Stables 
Brooklyn Youth Chorus

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