‘Skylarking’, a 34 anni dal capolavoro bucolico degli XTC

Skylarking è il nono album in studio degli XTC. Il disco è stato pubblicato il 27 ottobre del 1986 per l’etichetta Virgin Records. 

09:36:41  – 27/10/2020


This Is Pop

Cos’è il pop? Bella domanda. Il pop può essere molte cose, può essere declinato in mille modi diversi, dalle chitarre ronzanti di Psychocandy alla delicatezza di Carrie and Lowell, ma conserva sempre alcuni tratti distintivi (enfasi sulla melodia, immediata fruibiltà, orecchiabilità, etc.). Se si può cantare sotto la doccia, allora è pop. Anche gli XTC, che più pop di così non si può (la This Is Pop? che sta sul disco d’esordio è una domanda retorica) hanno mostrato almeno 2 facce nella loro carriera: la prima più nervosa e wave, da Talking Heads in salsa brit, la seconda più classica e ispirata ai sixties (coi 2 dischi dei Dukes of Stratosphear, psych band farlocca, a confermarlo), da baronetti di Swindon. Se ci fosse una moneta XTC, avrebbe su un lato la copertina di Drums and Wires e sull’altro quella di Skylarking.

When You’re Near Me I Have Difficulty

Skylarking, uscito il 27 ottobre 1986, appartiene alla categoria degli album dalla gestione travagliata. Fin dalla copertina, che nelle intenzioni della band doveva essere un pube femminile fiorito, ma l’idea fu bocciata dalla casa discografica e si optò per un’immagine pastorale, arancione su sfondo verde. Per proseguire con la scelta del produttore: la Virgin impose loro Todd Rundgren e la maggior parte delle registrazioni si svolse nel suo studio, Utopia, a Woodstock.

Emersero subito grossi problemi tra Rundgren e Partridge. Musicista geniale il primo e produttore di successo, scelto per togliere alla band quella patina di eccessiva ‘inglesità’ che impediva loro di essere apprezzati oltremanica, ma non la persona più conciliante e accomodante con cui avere a che fare. Partridge dal conto suo era un control freak, abituato ad avere sempre l’ultima parola sulle scelte musicali. Ci furono scontri accesi sul missaggio, sulla selezione delle canzoni, sulle parti di batteria e così via. Rundgren la spuntò, ma Partridge ebbe la sua rivincita nel 2010, quando fu scoperto un errore nel missaggio, riguardo alla polarità del suono, e il disco fu ripubblicato, stavolta con la copertina originale. Sono comunque dettagli che non inficiano il giudizio complessivo sul disco.

Skylarning, la storia degli XTC in un disco

Appunto, come suona un disco dal parto così travagliato? Suona come il capolavoro di una band matura ma fresca come una debuttante, un disco compatto e senza sbavature. Il mood è rilassato e bucolico, una sorta di concept album sullo svolgersi della giornata. Le melodie ariose e le armonie vocali fanno pensare più di una volta a Pet Sounds. Si parte alla grande coi grilli che introducono Summer’s Cauldron per proseguire con il picnic nel parco di Grass.

Altra sequenza irresistibile con la giocosa Ballet For A Rainy Day che sfuma sui violini danzanti di 1000 Umbrellas. Numeri power pop come That’s Really Super, Super Girl e Earn Enough For Us si alternano a pezzi più riflessivi come Sacrificial Bonfire e Another Satellite. Menzione particolare per The Man Who Sails Around His Soul, tra il jazz e James Bond, e per una Season Cycle che Brian Wilson avrebbe scritto volentieri. Poi c’è Dear God, feroce invettiva anticlericale inizialmente esclusa dal disco (nel mio vinile dell’epoca infatti non c’è), poi inclusa a furor di popolo dopo aver incontrato il favore delle college radio americane.

Skylarking resta, insieme a Drums And Wires, il punto più alto raggiunto dalla coppia Partridge/Moulding, sperando che il silenzio ventennale della band prima o poi si interrompa.

 

Gabriele Marramà 

 

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