Ryuchi Sakamoto – ‘Black Mirror Smithreens’

 

 

Genere: elettronica
Etichetta: Milan Records 
Release: 7 giugno

Sono tanti i film a cui il noto compositore giapponese Ryuichi Sakamoto ha prestato la sua arte. Basti citare L’ultimo Imperatore, che noi tutti ricordiamo per la struggente poesia di una colonna sonora che ci riporta al canto del cigno del Giappone delle tradizioni.

Questa volta è stato il turno di Black Mirror, serie culto di Netflix diretta da James Hawes, a cui Sakamoto ha dedicato il suo ultimo album creando una soundtrack che ha cesellato il secondo episodio della quinta stagione.

Pubblicato lo scorso 7 giugno, Black Mirror Smithereens (che mutua il titolo dall’episodio) è la colonna sonora di un viaggio paranoico attraverso i totem del capitalismo e degli effetti irreversibili verso cui le nuove tecnologie ci stanno spingendo. 19 tracce per descrivere gli spasmi dell’anima di un tassista impazzito sul crinale della questione, tutt’altro che morale, che riguarda la tecnologia: provvidenziale o deleteria?

La bellissima Meditation App apre il disco con un disteso ambient che non lascia presagire l’abisso che si dischiude dopo i primi 5 minuti di ascolto. Dall’Eden tecnologico di Meditation App agli angoscianti brani che raccolgono l’influenza del precedente album Async, ricco di toni dark e mortiferi che ci lasciano il tempo di rielaborare la caducità dell’uomo. Con Black Mirror Smithereens siamo ancora vivi, ma siamo prigionieri di un incubo da cui è impossibile svegliarsi. Siamo tassisti terrorizzati e affascinati allo stesso tempo dalla perdita del comando della vettura che si sta schiantando contro un muro di rumore digitale.

Dalle campane a morte che introducono Degrade e proseguono su un tappeto glitch, allo scontro in media res di Car Crash, incastrato come un brusco ritorno al reale fra un intro e un outro sospesi. Dalle note di inquietudine di Prey, che sovverte il suo andamento con l’incalzare delle frequenze basse e una melodia che ferisce l’orecchio sul climax del finale. Dagli innesti concreti di Chain Smoking Addict, fino alle spirali infernali di Reverse Surface

Non è facile rimanere impassibili al cospetto della nostalgia di Flashback, un gioiello di un minuto circa, che del ricordo improvviso ricalca il mood ma anche il subitaneo affastellarsi di memorie. E infine Release, che chiude la raccolta con un noise che offusca le orecchie e la vista, dove una melodia in background tinta di nero conduce verso il ritiro dei sensi e la volontà di non sentire più, in un climax assolutamente poetico.

 

Martina Lolli

 

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