Rock Bottom, il capolavoro acquatico di Robert Wyatt

Rock Bottom è il secondo album solista di Robert Wyatt, pubblicato nel 1974 dalla Virgin Records. Segna una svolta nella carriera artistica del musicista ed è il primo album dell’autore dopo l’incidente del giugno 1973.

14:07:32  – 26/07/2020


Indice

Contiene: un artista sfiduciato, una storia d’amore, Venezia, il mare, una tastiera giocattolo, un incidente che ti cambia la vita, un capolavoro musicale fuori dal tempo.

Venezia

Alla fine del 1972 Robert Wyatt è un uomo deluso e incerto sul proprio futuro artistico. Non ha ancora metabolizzato la rottura coi Soft Machine (band che aveva creato e da cui si è fatto mandare via, per divergenze umane e artistiche) e deve fare i conti col fallimento dell’esperienza da bandleader coi Matching Mole, dopo solo due dischi. A tirarlo su però c’è l’ingresso nella sua vita, all’inizio di quell’anno, di Alfreda ‘Alfie’ Benge, artista di padre austriaco e madre polacca, destinata ad essere musa e compagna di vita fino alla fine (si spera lontana) dei loro giorni. Alfie lavora nel cinema e quando viene ingaggiata da Nicolas Roeg come assistente al montaggio per il film A Venezia… un dicembre rosso shocking (con l’amica Julie Christie come protagonista) Wyatt decide di seguirla nella città lagunare e dopo Natale si insediano in una villa alla Giudecca. Il lavoro di Alfie gli lascia molto tempo libero e Wyatt lo passa, oltre ad ingaggiare gare canore coi gondolieri a colpi di O Sole Mio, contemplando il mare e componendo brani musicali su un piccolo organo Riviera, poco più che un giocattolo, che la Benge gli ha regalato.

L’incidente subito da Robert Wyatt 

Al ritorno a Londra Wyatt comincia a progettare il proprio futuro, pensando ad una nuova versione dei Matching Mole, ma poi arriva l’incontro col destino, il 1 giugno del 1973.  La coppia è ospite di una festa a casa di un’amica, la poetessa Lady June. Wyatt beve parecchio (un problema, quello con l’alcool, di cui si libererà solo nel nuovo millennio) e finisce per precipitare dal quarto piano dell’edificio. Robert è sempre stato elusivo sulle cause dell’evento. Ma che sia stato un tentativo di suicidio o un tragico incidente le conseguenze non cambiano, riporta la frattura della dodicesima vertebra toracica con la conseguente paralisi dalla vita in giù. Da lì in poi la sua vita sarà sulla sedia a rotelle.

La rinascita

Uscito dall’ospedale, Wyatt comincia a lavorare sul materiale composto a Venezia. L’incidente però cambia completamente il suo modo di concepire la musica. Non può più essere il batterista di una band, ma ciò gli consente una libertà assoluta nel realizzare le sue idee, anche contraddittorie, come l’amore per la canzone pop e per certo jazz fuori dagli schemi. Crea così uno stile unico e inimitabile, concependo le canzoni in solitaria e chiamando volta per volta gli amici a rendere concrete le sue visioni. E gli amici arrivano. Nick Mason produce il disco, nel quale ci sono vecchie conoscenze canterburiane come Hugh Hopper e Richard Sinclair, jazzisti come Gary Windo, Mongezi Feza e Laurie Allan, l’estro di Mike Oldfield e Fred Frith e la follia di Ivor Cutler. Poi c’è Alfie.

Rock Bottom e Robert Wyatt 

Rock Bottom esce il 26 luglio del 1974. Lo stesso giorno Robert Wyatt e Alfreda Benge si sposano. Una coincidenza voluta, a suggello di una unione che, come quella tra Tom Waits e Kathleen Brennan, non è solo sentimentale ma anche artistica. Alfie disegna la copertina (e tutte quelle a venire), si ingegna a fare anche da manager, in futuro scriverà anche i testi. La sua presenza aleggia in tutto l’album, a partire da una canzone d’amore acquatica, atipica e meravigliosa come Sea Song, dove l’amata è descritta come “parte pesce, parte focena, parte cucciolo di capodoglio” e dove c’è un verso che descrive esattamente la natura del loro rapporto, “your lunacy fits neatly with my own”  (la tua follia si incastra perfettamente con la mia). Poi c’è la doppietta Alife/Alifib, love songs aliene e patafisiche, con Alfie che risponde a modo ai deliri wyattiani al termine della seconda. Completano il programma la struggente A Last Straw e l’altra doppietta Little Red Riding Hood Hit The Road/Little Red Robin Hood Hit The Road, inclassificabili manifestazioni di una creatività strabordante.

(Not) the end

Rock Bottom è probabilmente l’apice della carriera di Wyatt, una carriera però lunghissima e mutevole, che l’ha portato a toccare molteplici mondi musicali e a collaborare con centinaia di musicisti (da Syd Barrett e Jimi Hendrix alle Raincoats e Paul Weller, per dirne solo alcuni), sempre con la stessa classe e la stessa timida e discreta presenza, da gigante della musica che non riesce ad essere consapevole di esserlo. Different Every Time, come la bella biografia di Marcus O’Dair uscita 6 anni fa, sperando che la vita gli riservi ancora nuovi capitoli da scrivere.

Gabriele Marramà 

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