25/04/2024
Beck Odelay
Odelay è il quinto album discografico in studio di Beck, pubblicato nel 1996. Il 29 gennaio 2008 è stato pubblicato l'album Odelay - Deluxe Edition.

Odelay è il quinto album discografico in studio di Beck, pubblicato nel 1996. Il 29 gennaio 2008 è stato pubblicato l’album Odelay – Deluxe Edition.

10:37:08  – 18/06/2020


 

Beck Odelay

Odelay di Beck, un disco multiforme 

Il Komondor è un cane pastore Ungherese dall’aspetto inconfondibile: il suo pelo è diviso in grandi ciocche simili a dreadlocks che gli donano un aspetto amichevole e strampalato. Arrivato in Europa assieme al popolo dei Cumani e discendente da una razza Tibetana, questo cane rappresenta la perfetta amalgama di più culture. Quando Beck scelse una sua foto, diventata iconica, per la copertina del suo quinto lavoro in studio, non immaginava quanto la natura di questo animale fosse incredibilmente affine allo spirito multiforme di Odelay.

Genesi e struttura 

L’album uscì nel 1996 dopo una lunga lavorazione iniziata nel ‘94, anno in cui Mr Hansen arrivò al successo mondiale con Mellow Gold, e fu portata avanti assieme ai Dusty Borthers. Odelay è la massima espressione della poliedrica personalità del cantante californiano che ha fatto dell’eclettismo la sua cifra stilistica. La sua musica infatti non può essere incasellata in un solo genere. Beck è un mutante, ama scivolare fra vari linguaggi combinandoli insieme come fossero ingredienti di una formula chimica. Come un esperto Dottor Frankenstein, l’artista americano seleziona scrupolosamente le parti più interessanti di differenti generi, le riassembla e infonde loro nuova linfa vitale. Ciò che ne esce non è il mostro macchinoso del libro ma è un organismo fluido, in cui i brani, pur possedendo ognuno una differente personalità, si legano indissolubilmente l’un l’altro. 

La parola chiave è destrutturazione

Grunge, folk, country, blues, hip hop, noise vengono sezionati, destrutturati per poi essere ricombinati insieme usando come medium ironia e sregolatezza. In questo modo i pezzi che compongono il disco sono liberi di esplodere vivaci come i dreadlocks scompigliati del Komondor in copertina. Deflagrante è il pezzo con cui si apre il disco, Devils Haircut, in cui i pensieri cupi viaggiano su suoni energici, ricavati dall’uso di numerosi sample distorti da effetti noise e chitarre grezze. Le distorsioni compaiono in tutti i brani, modificano in corsa il loro andamento (Lord Only Knows) regalando un clamoroso effetto sorpresa nell’ascoltatore.

Ogni canzone è un vaso di pandora in cui nascoste al suo interno troviamo le più disparate sorprese. Ad esempio non bisogna farsi ingannare dal riff country-blues che apre Hotwax perché si trasforma immediatamente in un pezzo funk il cui registro continua a cambiare per tutta la sua durata. I beat accelerati, un po’ retrò, che pervadono The New Pollution abbracciano atmosfere anni sessanta in cui irrompono le solite distorsioni. Gli anni sessanta sono evocati anche in Where It’s At, dove forte è la presenza del blues e del funk. Un po’ di quiete possiamo trovarla in Jack-Ass in cui, partendo dal sample di un brano blues, veniamo portati in un angolo polveroso e isolato del disco. Lo stesso angolo che custodisce Ramshackle, forse il brano più intimo, modellato da una chitarra acustica, una di quelle vissute, magari piena di bozzi capace di restituire melodie imperfette ma caldissime.

Un artista libero

Nel corso della sua carriera il musicista americano asseconderà sempre il suo eclettismo cambiando spesso pelle. Non importa come il pubblico recepirà il lavoro, quello che è fondamentale per lui è rispettare la sua autenticità. Odelay è sicuramente uno dei suoi lavori più importanti in cui, tutte insieme, ritroviamo le mille anime di Beck.

Chiara Luzi 

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