Le migliori uscite discografiche della settimana – 15 novembre

 

Settimana di uscite non eccessive nei numeri ma di ottima qualità. In cima ai nostri ascolti piazziamo Tindersticks, Dj Shadow, Pumarosa e Bonnie “Prince”Billy. A seguire un tuffo nella black music con l’ottima colonna sonora (Lauryn Hill, Blood Orange, Bilal, Mike Jones, Roy Ayers e Vince Staples tra i protagonisti) per il film intitolato Queen & Slim, l’hip hop firmato Fred the Godson, il post punk dei Deliuh, e il live album della prestigiosa coppia Ryuichi Sakamoto /Alva Noto.

(a cura di  Giovanni Aragona, Chiara Luzi e Davide Catalano)

 

TINDERSTICKS – NO TREASURE BUT HOPE
(chamber pop, indie pop)

Emozioni, e una costruzione sonora simile a un mantra, con sfumature orientali, per un lavoro che suona come un progetto orchestrale. Nove canzoni che suonano perfette da ogni angolature. Delicatezze da Tindersticks. 

 

DJ SHADOW – OUR PATHETIC AGE
(instrumental trip hop, electro)

Un disco che suona differente in due blocchi ben distinti. In un primo, campionamenti e virtuosismi ormai marchio di fabbrica, in un secondo, infarcito da tanti ospiti, meno spigoloso e più scorrevole. Oscuro e cupo è il risultato finale, che a primo ascolto non ci ha particolarmente entusiasmato. Nostalgia dei capolavori passati? per chi scrive, la risposta è si. 

 

PUMAROSA – DEVASTATION
(electro pop)

Tornano i Pumarosa con Devastation, seguito dell’ album di debutto del 2017 The Witch. Supportati dalle prestigiose collaborazioni del produttore John Congleton(Modest Mouse,David Byrne,St. Vincent) e del bassista dei Tool Justin Chancellor, Devastation è un album drum’n’bass, elettronico, spesso ansiogeno, lontano dal rock più classico del predecessore, dove l’unica guida è la cantante Isabel Muñoz-Newsome. Una guida che nei momenti migliori convince a pieno (Factory, Into the woods o il singolo Fall Apart che cita Little Wonder di Bowie) mentre si perde un po’ alla distanza. Reduci dai problemi di salute della cantante e dall’abbandono del bassista Henry Brown, questo disco può essere considerato un nuovo inizio.

 

BONNIE “PRINCE” BILLY – I MADE A PLACE
(folk rock)
Will Oldham è abile e astuto, e tenta in tutti i modi di diventare – prima o poi – il piacione che ha sempre desiderato. In questa opera ci riesce per un semplice motivo: possiamo discutere del comparto musicale, ma a testi non è secondo a nessuno. In tutta onestà questo folk country scolastico è sicuramente grintoso e allo stesso tempo pulito, ma alla lunga tende a risultare soporifero (provate a farvi un giro nella sua infinita discografia e capirete che la ricetta adotatta da “Prince” è sempre la stessa). Un album per appassionati del genere e per pensionati folk rock. 

 

QUEEN AND SLIM
(Soundtrack)

Avevamo già parlato dell’uscita della colonna sonora di Queen & Slim in occasione delle pubblicazioni dei pezzi di Blood Orange e Lauryn Hill. L’album è una vera dichiarazione d’amore verso la Black Music, ed è composto sia da brani originali, come il bel inedito di Ms. Lauryn Hill, che pescati dal passato, sia remoto che recente, come nel caso di Moses Sumney e Roy Aiers. Ascolto consigliato in attesa di vedere il film.

 

FRED THE GODSON – GOD LEVEL
(hip hop)

Fred the Godson chiude il suo 2019 in grande stile con la sua seconda pubblicazione dell’anno. God Level è un disco diretto, con poche sovrastrutture e in cui le rime scorrono veloci e libere su beat interessanti ed eleganti. Il rapper del Bronx, centra perfettamente l’obbiettivo realizzando uno dei dischi hip hop più interessanti dell’anno. Da segnalare tra i featuring 38 Spesh, Benny The Butcher.

 

DELILUH – BENEATH THE FLOORS
(post punk)

Dopo la pubblicazione nei mesi scorsi dell’ Ep Oath of Intent, la band di Toronto torna con il suo secondo LP in carriera. Beneath the Floors  è un lavoro interessante, in cui la mortalità e i conflitti interiori vengono raccontati con un sound intenso e scuro, puntellato da atmosfere che rimandano molto a Iggy and Stooges. 

 

R. SAKAMOTO / ALVA NOTO – TWO
(ambient)

Ci sono collaborazioni che riescono a trovare unicità e feeling tali da permettere loro di continuare a vivere  per molto tempo. È il caso di Ryuichi Sakamoto e Alva Noto che  publicano oggi Two, la registrazione del loro più recente spettacolo portato in giro nei più importanti teatri del mondo. L’album è un viaggio sperimentale che segna un nuovo capitolo della storia del prolifico duo musicale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *