Torna oggi in scena Vince Staples con il lavoro più personale scritto fino a questo momento. Il titolo omonimo d’altronde non lascia margine di fraintendimento, quello che ci apprestiamo ad ascoltare è un disco autobiografico. In dieci brani Staples racconta la sua storia, l’amore per la madre, la violenza delle gang e la povertà. I testi, diretti e sinceri, ricevono forza da un’ottima costruzione musicale dietro cui c’è l’impeccabile produzione di Kenny Beats. Vince Staples è un disco che si muove morbido. Non c’è irruenza nei beat ma lentezza misurata e fluida che trova massima espressione in Take Me Home. Le sonorità risentono palesemente dell’influenza del G-funk degli anni ’90, Law of Averages, The Shine. Vince Staples è un ottimo disco, sicuramente il più autentico del rapper californiano.
(C.L)

RAJJIE SNOW – BAW BAW BLACK SHEEP
(hip hop / R&B)

Il secondo disco in studio di Rejjie Snow è un viaggio immaginifico ispirato dal favoloso mondo di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Baw Baw Black Sheep è una sorta di colonna sonora pervasa da un’atmosfera solare e vivace. Il rapper di Dublino ha realizzato un fluente mix di jazz-rap e R&B coadiuvato dalla magia di Chance The Rapper e Cam O’bi. Molto bella Obrigado, plasmata da ritmi veloci che rallentano in Mirrors e Relax. Il jazz puro e libero di Oreos crea una solida base per le veloci rime del poeta J Ivy. Spesso i dolci hanno delle sorprese, in Willy Wonka era il famoso biglietto d’oro nella barretta di cioccolato, in questo disco il regalo è la voce del compianto MF DOOM custodita nell’elegante Cookie Chips. Prendete le cuffie e lasciatevi portare in un mondo di pura immaginazione.
(C.L)

DRUG STORE ROMEOS – THE WORLD WITHIN OUR BEDROOMS
(dream pop)

C’è una fase della vita in cui le camerette diventano un piccolo universo privato in cui sono nascosti segreti, si consumano storie, si generano cambiamenti. Le camerette sono un posto sicuro da cui si può osservare il mondo esterno sognando di reinventarlo. Sono luoghi in cui si creano piccole magie, come è accaduto ai Drug Store Romeos. Il giovanissimo trio inglese ha tirato fuori da quel microcosmo un pregevolissimo disco d’esordio che proprio di quel microcosmo racconta le storie. The World Within Our Bedroom è un aggraziato disco dream pop costruito principalmente da sonorità essenziali ricavate da una tastiera Casio e pochi altri strumenti. La voce eterea di Sarah Downies regala fascino ai quindici brani di questo lavoro, contribuendo a rendere l’atmosfera ancora più magica e intima. Perfetta colonna sonora di un sogno.
(C.L)

THE GOON SAX –  MIRROR II
(indie-pop)

Terzo disco per gli ormai ex-giovanissimi Goon Sax, trio australiano che vanta fra le sue fila anche un figlio d’arte come Louis Forster. A prescindere da questo, la band non poteva non essere accostata ai maestri dell’indie-pop australiano The Go-Betweens, per l’attitudine a scrivere pezzi perfetti incastrati su chitarre jangle e sonorità eighties. Qui si spingono oltre, aggiungendo qua e là distorsioni, drum machine e synth, raccogliendo riferimenti più europei come new-wave e shoegaze (come non pensare a certi Jesus and Mary Chain per pezzi come “Desire” e “Psychic”?). Non è forse un caso che il disco sia stato registrato a Bristol e prodotto da John Parish, loro esordio con Matador. Tanta retromania nostalgica, ma il disco cresce ascolto dopo ascolto: se non cercate avanguardia o oscurità, ma solo belle canzoni con qualche eclettismo e appeal in più che in passato, questo disco vi piacerà.
(P.C)

HALF WAIF – MYTHOPOETICS
(Art pop)

Un gradito ritorno quello di Nandi Rose Plunkett, meglio conosciuta come Half Waif, fresca di stampa del suo quinto album in carriera. Non è passato molto tempo dalla sua svolta del 2018, Lavender , e molto meno tempo è trascorso da The Caretaker dello scorso anno. Tuttavia, si è dimostrata non solo molto produttiva, ma pienamente capace di sfoderare qualità. In questo lavoro Nandi Rose ritorna nella sua forma più rivelatrice con composizioni sbalorditive e splendenti come “Midnight Asks” e la splendida chiusura affidata a  “Powder”. Ciò che rende la musica di Half Waif così avvincente è che è altrettanto talentuosa scrittrice quanto musicista e produttrice. Mythopoetics segna un altro passo fondamentale nella sua evoluzione artistica. Sebbene Half Waif non abbia mai cambiato drasticamente il suo suono, lo ha continuamente affinato ad ogni nuova produzione, raffinatissima e sempre orientata verso l’art pop di qualità.
(G.A)