Le migliori uscite discografiche della settimana| 31 marzo 2023

Numero di uscite discografiche della settimana con Deerhoof, la super band  Boygenius ( con Phoebe Bridgers, Lucy Dacus, Julien Baker), The New Pornographers, Altın Gün, A Certain Ratio, Martin Kohlstedt e Colombre. 

a cura di Giovanni Aragona, Stefano Bartolotta e Cristina Previte



THE NEW PORNOGRAPHERS – CONTINUE AS A GUEST
(power-pop)

Al nono album in 23 anni, il bello e il limite dei New Pornographers è che non c’è più l’effetto sorpresa in ciò che ci fanno ascoltare. È una cosa bella perché con loro si va sul sicuro, e si sa che, a ogni uscita, ci si sentirà avvolti e coccolati dal loro senso melodico riconoscibilissimo e dalle loro armonie vocali e strumentali altrettanto inconfondibili.

A questo giro, la band si propone in veste un po’ lo-fi rispetto al sound consueto: certamente , il termine va filtrato secondo i canoni dello stile del gruppo, ma non è azzardato affermare che c’è meno attenzione alla pulizia formale e anche alla brillantezza sonora, in favore di una minor definizione e di tonalità più cupe e sporche. C’è anche molto meno ritmo, e così il viaggio somiglia più a una marcia rallentata sotto allucinogeni che al solito giro in giostra pieno di luci e di una folla festante.

Come dicevamo sopra, il fatto di mantenere con costanza le caratteristiche di base può anche essere un limite, soprattutto in un’epoca di uscite frenetiche come quella attuale, nella quale è fin troppo facile prendere atto di una nuova uscita a nome New Pornographers, constatare che c’è più continuità che novità e passare oltre.

Però, c’è da dire che la parte di novità, in questo disco, è certamente molto caratterizzante rispetto al solito, e questo è probabilmente l’album più distinguibile della band. Ascoltando una qualsiasi di queste canzoni, tutte molto ben fatte, è impossibile non capire di che disco fanno parte, e questo non vale certo per tutto il repertorio del gruppo. Non è una cosa da poco.
(S.B)


COLOMBRE – REALISMO MAGICO IN ADRIATICO
(indie-pop)

Giovanni Imparato è al terzo disco con il progetto Colombre, e prima aveva portato avanti i Chewingum con altri due album. In tutto questo tempo (il primo disco dei Chewingum è del 2007), l’artista marchigiano ha esplorato ogni aspetto della nobile arte del pop, da quello più ingenuo e introspettivo, a quello maggiormente stravagante e colorato.

Oggi, questo suo quinto lavoro sulla lunga distanza sembra un po’ una summa di tutto ciò che è stato fatto in precedenza, e non nel senso che c’è una canzone di un tipo e una di un altro, ma che in ogni brano, Giovanni prova a metterci tutto e il suo contrario, cercando di far sì che gli elementi e le filosofie diverse non si scontrino, ma si integrino e che davvero le canzoni risultino tanto riflessive quanto sgargianti, tanto classiche quanto fuori dagli schemi, tanto contemporanee quanto senza tempo.

La missione è perfettamente riuscita e queste canzoni sono il perfetto esempio di come sia sempre possibile lavorare ad ampio respiro senza creare contraddizioni tra aspetti musicali che apparentemente appaiono destinati a non funzionare insieme, ma dipende sempre dalla sensibilità artistica di chi li utilizza. E la sensibilità non solo pop, ma musicale nel senso più ampio del termine, di Colombre è ormai sviluppatissima e canzoni così vanno non solo ascoltate e adorate, ma anche studiate da chi non si vuole accontentare ma capisce anche che la facilità d’ascolto non va sottovalutata nella riuscita di un disco.
(S.B)


DEERHOF – MIRACLE – LEVEL 
(Experimental, Indie Rock, Noise Pop)

Ventotto anni e non sentirli: è questo il manifesto di questo nuovo lavoro dei Deerhof. C’è sempre tanto divertimento attorno a un lavoro della band, e parte delle loro fortune è anche da ricerca nel costante senso di volersi rimodellare sempre anche nei cambiamenti di formazione. La band ha sempre dimostrato una progressione incredibilmente lineare e anche questo lavoro lo dimostra. Miracle-Level è una celebrazione dello spirito umano, che offre ottimismo e meraviglia di fronte al pessimismo e alla disperazione dei giorni nostri.
(G.A)


A CERTAIN RATIO – 1982 
(Post-Punk, Funk, Dance Punk)

Occorre studiare, ascoltare e comprendere, la musica di una band come gli A Certain Ratio. I pilastri post-punk hanno trascorso la loro carriera forgiando, come indistinguibile marchio di fabbrica, il loro post dance-punk in tutti i tipi di snodi possibili e immaginabili. In 1982 continuano gli sforzi del gruppo per aggiornare ancora il loro suono incorporando nuovi elementi ed evitando i confini di genere. Rispetto ad alcuni dei loro iconici contemporanei, gli A Certain Ratio non hanno mai ottenuto quanto raccolto in carriera, ma la nicchia in cui si sono stabiliti negli ultimi anni è ben salda e i fan apprezzeranno.
(G.A)


ALTIN GÜN – ASK
(Anatolian rock, Turkish folk, psychedelic rock) 

Il loro quinto album “Aşk” (“amore” in turco), segna un esuberante ritorno al folk-rock anatolico degli anni ’70 che caratterizzava i primi due album “Yol e Alem”  i danesi Altin Gün, alfieri internazionali del funk anatolico, pubblicano “Aşk”.La prima cosa che ti cattura del nuovo album di Altın Gün è l’energia, dieci brani di folk tradizionale turco, rivisto alla maniera psichedelica degli Altin Gün. Il primo singolo estratto “Rakıya Su Katamam“, è una reinterpretazione di un brano del teologo e scrittore Mustafa Öztürk.

Le nuove composizioni, sono reinterpretazioni in chiave psych-rock di canzoni tipiche del folklore turco. E le influenze sono pertanto estremamente eterogenee, spaziano dalla tradizione della musica popolare, passando per la psichedelia moderna dei Tame Impala fino ad arrivare anche all’acid folk e alla disco. Fresco e senza tempo. Radicato nell’antichità ma desideroso di futuri celesti. “Aşk” vuole portarti in giro. Tutto quello che devi fare è allacciare le cinture e partire in questo viaggio psichedelico.
(

 


BOYGENIUS – THE RECORD
(Indie rock, folk rock) 

Le boygenius sono semplicemente una grande band che mette insieme tre brillanti cantautrici, Julien Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus che contribuiscono ognuna in “The Record” con i loro stili individuali per creare una diversa alchimia in ogni canzone. 

Ascoltandolo, ti senti coinvolta nelle loro battute sugli uomini sciocchi e le sincere ammissioni di amore reciproco, essere feriti, concretamente e acutamente: questo è il prezzo della vera intimità. E la vera intimità è ciò che trovi su “The Record”. La sua forza sta nella stranezza, nell’imprevedibilità, nella sensazione di pericolo che ogni tanto trasmette. Unendo le forze, le tre dimostrano d’essere in grado di fare di tutto e di più. Le tre voci si alternano, ciascuna unica e ben definita che si intreccia con le altre per formare un tutto.

12 canzoni diverse tra di loro, alcune delicate e con sfumature country come “Cool about it”, altre dolcemente rock e potenti come “Satanist“. Ciascuna amplifica la scrittura dell’altra, arricchisce i dettagli e accresce l’emozione, costruendo una sorellanza proprio davanti alle tue orecchie, è come se l’estate fosse arrivata con tre mesi di anticipo. Uno dei migliori album del 2023 arrivato puntuale.
(C.P)


MARTIN KOHLSTEDT – FELD
(ambient)

L’attività musicale di Kohlstedt è piuttosto ampia, ma una parte importantissima della sua produzione è quella riservata alle colonne sonore. Dal 2010 ha composto moltissime opere per film, video, spettacoli radiofonici, teatro, pubblicità e persino videogiochi. Il sesto album dell’artista è stato scritto, prodotto e registrato dal musicista presso il suo studio a Weimar. Feld è il disco ideale nel weekend: un contenitore ambient pieno di sfumature da cui attingere, da volta in volta, dai pezzi pù intensi a quelli più delicati. Tecnicamente perfetto.
(G.A)


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