Le migliori uscite discografiche della settimana| 29 luglio

Ultimo numero di “uscite discografiche della settimana” di luglio con gli album dei Tallies (la vera rivelazione della settimana), i Florist, l’indie-rock dei Cheerbleederz, gli Of Montreal e Maggie Rogers

a cura di Giovanni Aragona, Stefano Bartolotta e Chiara Luzi 

16:03:27  – 29/07/2022



TALLIES – PATINA
(indie-pop)

La band di Toronto torna a oltre tre anni di distanza dal debutto omonimo, che era stato molto acclamato tra gli appassionati di indie-pop ma che aveva lasciato indifferente il sottoscritto, in virtù di una scrittura che appariva un po’ troppo ordinaria e senza spunti davvero interessanti. Qui, invece, non c’è niente da dire, perché il livello si è decisamente alzato e appare particolarmente difficile riuscire a trovare il modo di criticare un lavoro che mette in campo melodie centratissime, interpretazioni vocali superbe, una buona varietà stilistica e arrangiamenti sempre perfetti, che si tratti di jangle frizzanti, o di distorsioni gentili ma significative, o di ricami morbidi e avvolgenti. Uno di quegli album che ti fa dire dopo pochi secondi che è stupendo e non ti fa mai cambiare idea fino alla fine. Spettacolare.
(S.B)


CHEERBLEEDERZ – EVEN IN JEST 
(indie-rock)

Recentemente, in questo spazio, vi abbiamo parlato degli ottimi londinesi Fresh, e ora, la loro leader Kathryn Woods torna a farsi sentire anche con l’altra sua band, un trio tutto al femminile al disco di debutto. In realtà, alla prova dell’ascolto, questi 30 minuti non sembrano né un esordio, e nemmeno il prodotto di un gruppo che ha un componente in comune con un altro più conosciuto, perché sia la composizione che la resa sonora mostrano tanta attenzione a ogni dettaglio e una capacità spiccata di elaborare influenze ben precise con gusto e personalità.

Queste canzoni sono una sorta di ponte tra il punk melodico degli stessi Fresh e, in generale, di altre band dello stesso giro DIY (ad esempio gli Happy Accidentz, e infatti uno di loro è il produttore artistico) e un indie-rock fortemente anni 90, con le Breeders come principale riferimento. È un modo ottimo per omaggiare la musica del passato che si apprezza, portandola nella modernità e dandole nuove pulsioni derivanti dal contesto musicale e sociale di oggi. Davvero un gran disco.
(S.B)


FLORIST – FLORIST
(indie folk)

La perfetta comunione di musica e natura è alla base del quarto e omonimo album dei Florist. Il disco è stato registrato in un solo mese nel portico di una casa nella Hudson Valley, questo ha permesso alla band di suonare in un clima di estrema calma, improvvisando, sperimentando e accogliendo i suoni che la natura ha gentilmente prestato loro. Il risultato è un lavoro denso e intimo in cui Emily Sprague esplora nel profondo l’amicizia, gli affetti familiari e la perdita della madre. La sua voce tranquilla si muove gentile su arrangiamenti aggraziati, esplorazioni sonore e canti di uccelli, Red Bird, Pt. 2 (Morning).

Non deve assolutamente spaventare l’imponente numero dei brani, diciannove, perché la metà sono brevi interludi musicali che non spezzano la continuità del flusso ma, al contrario, lo arricchiscono. Il substrato malinconico avvolge ogni brano, non demorde neanche quando le chitarre si fanno distorte e più inquiete, 43. Tutto questo è necessario a Sprague per raggiungere il suo, forse anche nostro, momento di chiarezza, per venire finalmente a patti col destino. Florist è a tutti gli effetti un disco corale, è un calmo rifugio in  cui trovare riparo nei momenti in cui lo smarrimento della vita sarà assordante.
(C.L)


OF MONTREAL – FREEWAVE LUCIFER…
(psych-pop, art-rock)

Una carriera lunga più o meno quanto l’antico testamento quella degli Of Montreal. Freewave Lucifer fck, è il 18° album in studio del gruppo e il 12° per l’etichetta Polyvinyl. Disco impulsivo e più ricco di argomenti e idee musicali rispetto al suo predecessore, viene confezionato da sette tracce che si svolgono nel sentiero di un mix continuo. Tra art-rock, psych rock e zuccherosi aneddoti sonori pop, l’album ha la capacità di coinvolgere. Controverso al punto giusto, visionario quanto basta e danzereccio nei giusti momenti, questo lavoro potrebbe suonare benissimo nella vostra playlist da viaggiatori estivi.
(G.A)


MAGGIE ROGERS – SURRENDER 
(art-pop, synth-pop)

Surrender segue il suo debutto del 2019, il ben riuscito Heard It In A Past Life, che valse a Maggie Rogers un’ambita nomination ai Grammy come miglior nuovo artista. Surrender contraddice i toni gentili e rilassati del precedente album e sposa l’idea di accompagnare l’ascoltatore all’interno di un tumultuoso ma emozionante viaggio alla scoperta di sorprese ed emozioni. Voce brillante, buona creatività alla chitarra, sintetizzatori ben regolati, fanno da contorno ad una proposta testuale maturata e per niente acerba.  Maggie Rogers ha creato un pop nuovo e fresco che emula ancora perfettamente il suo suono caratteristico della tradizione ma che ha anche il coraggio di spingersi ed osare. Brava.
(G.A)


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