Le migliori uscite discografiche della settimana | 24 luglio

Ricca settimana di uscite discografiche. In questo numero vi parliamo del disco a sorpresa pubblicato da Taylor Swift (con ospiti Aaron Dessner dei National e   Justin Vernon (Bon Iver), di PJ Harvey e dei demo nascosti, dei Bombay Bicycle Club e di Achille Lauro. Altri dischi che fareste bene ad ascoltare sono quelli di Logic, giunto al capolinea di una grande carriera, di Jon Hassell, di Jessy Lanza e per finire l’EP di Devendra Banhart

a cura di Giovanni Aragona, Patrizia Cantelmo e Chiara Luzi 

14:27:38  – 24/07/2020



TAYLOR SWIFT – FOLKLORE
(indie pop, folk pop)

Cosa succede quando Taylor Swift abbraccia l’indie folk e la sua malinconia? Semplice, otteniamo il suo ottavo disco in carriera dall’inequivocabile titolo Folklore, uscito oggi a sorpresa. L’album è nato durante la quarantena ed è il risultato della collaborazione a distanza con Aaron Dessner (The National), la cui impronta plasma i suoni evocativi di questo lavoro. A completare il quadro contribuisce anche Justin Vernon (Bon Iver) ospite in uno dei brani. I sedici pezzi che lo compongono sono un’intensa fusione fra due mondi che restituiscono all’ascoltatore un elegante senso di solitudine. È un lavoro sorprendente a cui è giusto dedicare un attento ascolto.
(C.L)


PJ HARVEY – DRY DEMOS
(rock, folk – rock)

Primo passo della succosa operazione che vedrà protagonista l’intera discografia di PJ Harvey, con le ristampe in vinile nei prossimi 12 mesi accompagnate da extra come queste 11 tracce demo del suo primo album. Le versioni ovviamente “scarne” dei brani di Dry denotano già tutta la personalità dell’autrice del Dorset e gettano anche una luce inedita sul lavoro, meno influenzata dai tempi in cui il disco vide la luce: un blues dai toni sinistri, dark, che anticipa quasi le sferzate scarnificate che saranno poi presenti in “To Bring You My Love” e qualcosa della versione “cantrice di guerra” degli ultimi lavori. Non ci stupiremmo se qualcuno trovasse persino più nelle sue corde questi demos rispetto alla versione finita su disco. Uno splendido regalo per tutti i suoi estimatori.
(P.C)


BOMBAY BICYCLE CLUB – TWO LIVES (EP)
(folk rock)

Come è facilmente intuibile dalla copertina, il nuovo l’Ep acustico dei Bombay Bicycle Club è una costola diretta del loro ultimo disco Everything Else Has Gone Wrong, uscito lo scorso gennaio. Two Lives è composto da quattro brani, l’inedito che gli da il titolo e tre pezzi del loro ultimo lavoro qui reinterpretati in chiave folk. Semplicità è la parola chiave di questo Ep, in cui sonorità delicate sono disegnate dal banjo e dalla chitarra acustica. Ascoltandolo si viene  trasportati in un bosco immaginario in cui l’aria fresca accarezza il viso. Rigenerante.
(C.L)


LOGIC – NO PRESSURE
(Hip Hop / R&B)

C’è modo e modo di chiudere una carriera, Logic lo fa con grande stile. No Pressure è, purtroppo in senso letterale, il suo ultimo disco. L’atmosfera dei sedici brani è rilassata, non c’è pressione, si viene trascinati in un unico grande flusso di morbidezza. L’album è senza dubbio lo specchio di un momento particolarmente felice della vita del rapper. Questa positività è amplificata dalla componente Nu Soul che modella i brani con sonorità calde: in man i is ad esempio è riconoscibile Didn’t Cha Know di Erikah Badu. Ci mancherà Logic, a noi non resta che ascoltare questo addio sperando in fondo che sia solo un arrivederci.
(C.L)


DEVENDRA BANHART – VAST OVOID (EP)
(weird folk)

Quattro pezzi per un nuovo EP del personaggio più freak e weirdo del panorama dei 2000 e oltre, pezzi che scaturiscono dalle stesse registrazioni dell’ultimo lavoro “Ma” pubblicato nel 2019 e che affrontava il tema della maternità. Quattro tracce che non si discostano molto dal trend musicale che ormai il cantautore americano ha preso da molti anni, fra bossanova e pop dal sapore vagamente seventies, con una punta di riguardo ai testi che qui indagano il rapporto fra disillusione e delusione. Una tendenza anche qui molto raffinata, che può allo stesso tempo irritare o risultare irresistibile, a seconda dello stato d’animo con cui si ascolta.
(P.C)


ACHILLE LAURO – 1990
(dance pop)

Sette hit che hanno fatto la storia inserite in un disco pieno di spunti interessanti. Partiamo dal titolo dell’album scelto per celebrare il suo anno di nascita. Achille Lauro rende omaggio ai favolosi 90’s con un side project realizzato come Chief Creative di Elektra Records/Warner Music Italy. L’album è un ‘come back’ nella cultura pop anni Novanta e coinvolge molti artisti con feat inediti e originali. Un disco che farà discutere e di cui, quasi sicuramente, si parlerà poco della musica (ma in fondo questa è una piece teatrale più che un lavoro sonoro). 
(G.A)


JESSY LANZA – ALL THE TIME
(electro funk, R&B)

Sono trascorsi molti anni da cui sostenevamo che Jessy Lanza fosse un talento. A distanza di tempo, abbiamo vinto quella scommessa. Questo disco è un lavoro vivace e commovente, infarcito da alcune trame sonore che risulteranno le più interessanti e frizzanti di questo 2020. Jessy Lanza ha realizzato questo lavoro con la collaborazione di Jeremy Greenspan e a quattro mani il risultato dimostra un’accuratezza nei dettagli e una pulizia nei suoni da applausi.  Il disco inizia con la zuccherosa Anyone Around sorretta da colpi di basso in forte espansione prima che di penetrare, come lama nel burro,  in un minimale funk futuristico. All The Time stabilisce il suo posto tra le migliori pubblicazioni di funk moderno, R&B e pop.  È un album divertente, stimolante, appariscente ed elegante. Già tra i nostri album del 2020.
(G.A)


JON HASSELL – SEEING THROUGH
(experimental jazz, fourth world)

Jon Hassell continua il suo processo sperimentale pubblicando questo secondo episodio iniziato due anni fa. Come tutti i suoi album, pochi artisti hanno la capacità di tessere trame sonore così intense e delicate prima di sfociare in luoghi oscuri e cupi. Hassell ti porta in profondità nella foresta pluviale, prendendo per mano l’ascoltatore. Hassell, accompagnato dalla sua fedele tromba, non è solo uno sperimentatore Jazz ma è il più sopraffino connettore di suoni di culture e generi. Dall’ambient al punk passando per la new wave e il rumorismo, e questo lavoro ne è la dimostrazione, ancora una volta.
(G.A)

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