Le migliori uscite discografiche della settimana| 21 ottobre 2022

Molta attesa per i ritorni discografici di Arctic Monkeys, Robyn Hitchcock e Dry Cleaning. A seguire abbiamo ascoltato l’EP di Burial, Taylor Swift, Tegan and Sara, The Soft Pink Truth, Frankie Cosmos, Goat e Bibio.

13:10:49  – 21/10/2022

a cura di Giovanni Aragona, Chiara Luzi e Flaminia Zacchilli



ARCTIC MONKEYS – THE CAR 
(baroque pop, art-rock)

A distanza di sedici anni dall’album di debutto, gli Arctic Monkeys tornano in pista con The Car, settimo album in studio di una delle band più influenti ed innovatrici dell’odierno panorama rock. Se il debutto discografico è un sole che sorge, questo nuovo disco è un piacevole tramonto sospeso in un mare di colori. The Car è composto da dieci brillanti tracce scritte da Alex Turner, giunto alla sua prova definitiva di maturità canora e stilistica. Il disco consegna ai posteri un frontman diventato perfetto in ogni sua sottile angolazione. 

Apprezzare, capire e contemplare The Car è possibile solo se il precedente lavoro (Tranquility, ndr) è stato digerito. Il disco porta anche in primo piano i talenti dei membri della band come nella magistrale “Body Paint” ispirata agli anni ’70. Risulta oggi prevedibile capire quale futuro sarà della band, sempre più Turnercentrica. The Car è un disco “tattile” dal primissimo accordo, è sensuale, ammaliante e pieno di tecnica. Il disco maturo di una band enorme diventata perfetta. Abbandonati i virtuosismi indie-rock la band ha sposato David Bowie e Serge Gainsbourg: e il risultato è perfetto.
(G.A)


DRY CLEANING – STUMPWORK 
(post-punk, spoken word)

Sembrano trascorsi anni, ma il debutto dei Dry Cleaning è avvenuto nel 2021 con il meraviglioso New Long Leg, da noi inserito nella classifica dei migliori dischi dello scorso anno. A distanza di un anno la band ricalca la mano sulle trame passate e confeziona un secondo disco robusto, producendo un suono nuovamente distintivo e pur sempre attraente. Gli elementi di base che hanno reso New Long Leg così di successo sono qui ancora offerti in misura abbondante e di tanto in tanto vengono addirittura infarciti di particolarità come nella mutante “Hot Penny Day”, traccia molto interessante che tende ad indicare un suono alternativo praticabile nei futuri album.

Il post-punk dei Dry Cleaning non stancherebbe neanche un neofita del genere e l’esempio è la magistrale “Icebergs”: perfetta traccia per nulla inglobata in canovacci sonori e pienamente anarchica nella sua evoluzione.  I Dry Cleaning sono sicuramente meno ombrosi e più scanzonati rispetto all’esordio e  “No Decent Shoes for Rain” ci regala la canzone più ambiziosa che la band sia mai riuscita a scrivere.  

Con Stumpwork, i Dry Cleaning non solo superano lo scoglio del primo disco e il dubbio degli addetti stampa preoccupato da “uno stile canoro alla lunga tediante”. I Dry Cleaning hanno nuovamente realizzato un capolavoro e la loro musica si è sviluppata  di tanto portando sul tavolo delle discussioni, delle canzoni perfette che mostrano molta più finezza rispetto all’esordio. Stumpwork diventerà album essenziale tra pochi anni, ci scommettiamo.
(G.A)


FRANKIE COSMOS – INNER WORLD PEACE
(indie rock, indie-pop)

Per Greta Klein sono cambiate molte cose dall’uscita di Close It Quietly nel 2019. L’artista si è trovata a vivere di nuovo con i genitori e il tempo sospeso dell’isolamento l’ha portata a cercare un nuovo equilibrio nel suonare da sola, ragionando sul suo ruolo come persona e musicista in questo mondo. Il risultato a cui Klein arriva dopo riflessioni su affetti, ansie e cambiamenti è Inner World Peace, il nuovo disco della sua creatura Frankie Cosoms.

L’album, registrato a Brooklyn e co-prodotto da Katie von Schleicher e Nate Mendelsohn, cavalca sonorità delicate, One Year Stand, che permettono ai flussi di coscienza della cantautrice di scorrere fluidi come fiumi in piena. Influenze psichedeliche e pop/rock sono la spina dorsale del disco, le chitarre tessono gli umori dei brani passando da luce a ombra nel giro di poche note, Aftershock, ma senza mai spegnere la fiamma che illumina questo lavoro. Inner World Peace non fornisce le risposte che Greta Klein cercava ma è sicuramente un disco che si lascia ascoltare piacevolmente.
(C.L)


TEGAN AND SARA – CRYBABY
(alt pop)

È una specie di ritorno alle origini indie pop-rock quello che Tegan and Sara propongono nel loro decimo album in studio Crybaby. Le gemelle sono tornate con un lavoro carico di elettricità, pieno di energia ma che a livello concettuale affronta tematiche personali ed intime. Il processo di scrittura ha visto le gemelle entrare in perfetta sintonia permettendo loro di affrontare questioni esistenziali legate alla consapevolezza di diventare adulte, I Can’t Grow Up. L’energia straripante di brani come I’m Okay trova una sua controparte in ballad soffici, Faded Like a Feeling. Questo bilanciamento sonoro e l’uso pesante dei loop forniscono al disco colori brillanti e tridimensionalità, spingendo le due sorelle ancora di più verso una dimensione pop.
(C.L)


TAYLOR SWIFT – MIDNIGHTS 
(country pop, pop rock)

Siete fan di Taylor Swift e non avete la pazienza di aspettare che esca 1989 (Taylor’s Version)? Niente paura: da oggi potrete ascoltare Midnights, il suo decimo album in studio escluse le riedizioni. Perché questa è l’impressione che dà l’ultimo lavoro della cantante: un lavoro pensato per riesumare i successi del suo magnum opus – vedasi Style, Wildest Dreams e Blank Space – evitando invece gli strafalcioni critici come Bad Blood e Shake It Off. Se quelle vi piacciono, apprezzerete anche questo. 

La riflessione su se stessa la fa da padrona ancora una volta, e l’uso colorito di metafore e sinestesie ristabilisce il fermo talento della sua creatrice nel dipingere quadri di se stessa. Il percorso conosciuto, ma che funziona, e che non manca di offrire accendi il piccolo genio. Da You’re On Your Own, Kid, una macchina da buonumore in salsa retro, alla collaudata delicatezza di Lavender Haze, a punte di malizia come The Mastermind e Karma, che imparano dagli errori di Reputation sostituendo l’aggressività con una sicurezza che ormai le riesce più che bene. Un banchetto di marca: chi si fida non rimarrà deluso.
(F.Z)


BURIAL – STREETLANDS 
(ambient)

Un nuovo EP di Burial è quello che serviva in queste prime giornate uggiose d’autunno dopo anomali caldi. L’artista impacchetta tre tracce di ottima fattura in questo Streetlands che diventa il legittimo seguito di ‘Antidawn’. Un tuffo ipnotico in cui occorre immergersi nelle reminiscenze dei suoni vocali, negli elementi percussivi e nei flussi cinematografici inquietanti mescolati con il mix. Tutto sapientemente digitalizzato da un maestro dei nastri.
(G.A)


ROBYN HITCHCOCK – SHUFFLEMANIA!
(psych rock, psych pop)

Uno dei più coerenti (e longevi) artisti in circolazione torna in pista con un nuovo album piazzando l’ennesimo buon lavoro. Hitchcock ha scritto tutte le canzoni, e ciò che rende questo album unico è che ha inviato le demo a vari amici (tra cui Johnny Marr) senza una linea guida e ha lasciato che gli stessi riuscissero ad offrire il loro prezioso contributo.

Da li sono stati aggiunti frammenti dall’artista, coadiuvato dalla fedele Emma Swift ,e il risultato è uno psych rock lineare e coerente. Un lavoro tanto figlio dei Beatles dimostra non solo che Hitchcock è in splendida forma, ma è ancora influente oggi come lo era nelle sue colorate epoche lisergiche dei Soft Boys.
(G.A)


THE SOFT PINK TRUTH – IS IT GOING TIO GET ANY DEEPER THAN THIS?
(elettronica, ambient)

Per chi non conoscesse il progetto, The Soft Pink Truth è Drew Daniel, metà del duo elettronico Matmos. L’elettronica presente in questo lavoro è il miglior antidoto post Covid-19: una scarica elettrica perfetta per riprendersi da vite pseudo vegetative fatte di pantofole e smart working. 

Un lavoro complesso che approfondisce altri generi dal jazz al minimalismo, e che impiega una pletora di collaboratori musicisti esibirsi in virtuosi numeri. Una confezione regalo per gli amici che stimate e una chicca: il disco termina con una cover di “Now That It’s All Over” di Willie Hutch (che originariamente è apparsa nella sua colonna sonora di The Mack). Consigliatissimo.
(G.A)


GOAT – OH DEATH 
(psych rock)

Il titolo dell’album è già esplicito: il nuovo lavoro degli svedesi è oscuro e tratteggiato da forti connotazioni minacciose. Di sicuro il lavoro è più immediato e completamente psichedelico rispetto al recente passato, ma a tratti ci è sembrato alquanto balbettante. Oh Death è il tipo di disco da ascoltare se si vuol liberare il cuore e farlo affondare nell’introspezione. Il tutto è suonato bene e dei Goat apprezziamo la loro genuinità fatta di pochi fronzoli e tanta sostanza. Non un lavoro memorabile ma uno dei migliori recenti lavori della band.
(G.A)


BIBIO – BIB10
(folktronica, indie-pop)

Stephen Wilkinson lo aveva ampiamente spoilerato questa sua decima creatura: “Il seguito di Ribbons del 2019, sarà influenzato dalle chitarre e dagli anni ’60, ’70 e ’80,” e così è stato. Percepibile dalla fusione della copertina del disco di una chitarra elettrica vintage con delle lenzuola di raso, le canzoni e gli interludi di Bib10 sono flessibili, eleganti e radicati nell’amore di Wilkinson per le sei corde. Non troverete solo i fondamentali della chitarra, ma del solido songwriting, ben bagnato da folktronica da professionisti.

A parte il capolavoro ambient di Phantom Brickworks del 2017, tutti gli album targati Warp Records di Bibio hanno lasciato il segno per delle canzoni pop impeccabili. Se sommate ciò ad una produzione perfetta e a degli arrangiamenti maniacalmente precisi vi renderete conto che questo decimo lavoro di questo straordinario artista, è l’ennesimo gioiellino di una già completa e consacrata discografia.
(G.A)


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