Le migliori uscite discografiche della settimana| 15 ottobre

Uscite discografiche della settimana con il ritorno dei Coldplay, Julia Shapiro, i Vanishing Twin, l’EP di Johnny Marr, Mac Miller e il progetto Hexa.

a cura di Giovanni Aragona e Chiara Luzi

16:41:15  – 15/10/2021



MAC MILLER – FACES
(hip hop, R&B)

Nel 2014 Mac Miller pubblicò Faces, un mixtape complesso quanto spiazzante che a quel tempo non riscosse molto consenso. Oggi questo mixtape trova nuova vita sotto forma di album e possiamo assicurarvi che è un ascolto che vale la pena fare, soprattutto per comprendere meglio le mille sfaccettature di quel talento che era Miller. Faces venne realizzato in uno dei momenti più neri della vita del rapper, quando la dipendenza da sostanze stupefacenti era al suo massimo. I contenuti sono cupi, i testi sono un riflesso della complessa situazione psichica che Miller stava vivendo al tempo. Il disco è molto personale e stratificato, rappresenta un momento transitorio in cui l’artista stava sperimentando nuove direzioni. Le sonorità hanno infatti molto in comune con gli ultimi due lavori pubblicati, Swimming e Circles, e il fatto di averle ormai assimilate permette oggi di ascoltare in maniera più consapevole Faces. Nonostante la lunghezza, venticinque brani, e la complessità l’album scivola via benissimo. Sono molti i featuring fra cui, Mike Jones, Earl, Rick Ross e Vince Staples. Questo disco rappresenta forse il lato più sincero e creativo di Mac Miller, sicuramente diventerà un tassello fondamentale della sua discografia.
(C.L)


VANISHING TWIN – OOKII GEKKOU
(psychedelic pop)

I Vanishing Twin tornano oggi con il loro terzo lavoro in studio Ookii Gekkou, che tradotto dal giapponese significa Grande Luna piena. Questo disco definisce il percorso cominciato dalla band nel 2015. Il quintetto londinese si inserisce in quell’universo sonoro di cui fanno parte BroadcastSterolab, ma con questo album accedono a nuove contaminazioni sonore che rendono il loro stile ancora più peculiare. Jazz, bossanova, afrofunk, anvant- garde vengono incorporati nelle sonorità psichedeliche della band con il risultato di un lavoro gradevole e piacevole da ascoltare.
(C.L)


COLDPLAY – MUSIC OF THE SPHERES 
(art pop, pop)

Vi ricordate i Coldplay di Yellow di 21 anni fa? quella band interessante composta da Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman, Will Champion e Phil Harvey?Bene, il ricordo resta ma oggi vi raccontiamo di una band totalmente diversa rispetto alle origini. La band è tornata con il nono album in carriera intitolato Music of the Spheres, disco in gran parte prodotto da Max Martin, uno dei più grandi creatori di pop degli ultimi 30 anni, e il risultato è zucchero condensato al pop più sdolcinato. La band invita i fan ad esplorare un pianeta parallelo e lo fa ospitando in questo luogo emarginati, rifiuti della società ed alieni.

L’album sfiora la mediocrità e solo in alcuni punti riesce a rinsavire rendendo il tutto meno farraginoso e imbarazzante. In un flusso lungo 41 minuti e 12 brani poche le tracce da considerare interessanti: non dispiace la psych pop rock Biutyful duettata con l’alieno incontrato nel nuovo pianeta, null’altro da aggiungere. Del quintetto che si è incontrato e si è formato nel 1996 all’University College di Londra, non è rimasto assolutamente nulla. Rimane, e di quello va dato atto, che i Coldplay sono diventati la band più patinata, mainstream e a tratti noiosa, dell’intera scena pop rock mondiale (rigorosamente da stadio).
(G.A)


HEXA – MATERIAL INTERSTICES
(ambient, elettronica, noise)

A distanza di pochi mesi dalla pubblicazione dell’ultimo lavoro discografico realizzato con gli Xiu Xiu, James Stewart (senza la partner Angela Seo) riporta in vita il progetto Hexa. Il duo, che vede la collaborazione di Lawrence English. realizza un meraviglioso incubo sonoro da ascoltare in cuffia guardando un quadro di Francis Bacon. 

Il capo dei Room40 Lawrence English e Jamie Stewart si sono incontrati per la prima volta nel 2015 sotto gli occhi attenti di David Lynch, che ha commissionato alla coppia di creare una performance di un’ora per una mostra di “Fotografie di fabbrica”. Uniti in una “indagine congiunta sugli impatti fisiologici e psicologici della vibrazione”, l’ultimo progetto di HEXA è una riflessione sui sogni ricorrenti e sul sonno inquieto. Meraviglioso, ma non per tutti.
(G.A)


JOHNNY MARR – FEVER DREAM PT.1 (EP)
(synth-pop, college rock)

Uno dei più iconici chitarristi degli ultimi 40 anni, Johnny Marr, ha prestato il suo servizio a numerosi artisti nel corso degli anni. Da allora, ha contestualmente lavorato a lavori in solitaria pubblicando una serie di album che accentuano sia la sua abilità chitarristica che quella compositiva, che hanno scalato le classifiche. La sua ultima offerta, Fever Dreams Pt 1, (il primo di quattro EP in uscita quest’anno e il prossimo) vede le sue chitarre e il modo di scrivere molto ridotti, offrendo una maggiore offerta in chiave nostalgia: questo EP è un  revival degli anni ’80, con un’enfasi smisurata e basata su tastiere allegre e semplici, linee melodiche sdolcinate e pattern pieni di effetti. Nulla di nuovo e fin troppo di vecchio. 
(G.A)


JULIA SHAPIRO – ZORKED 
(dream pop)

Cosa può spingere un musicista ad abbandonare Seattle per Los Angeles? La scelta di Julia Shapiro, almeno in musica, non sembra rispecchiare il solito suono melanconico che tanto ha il sapore della pioggia della città già patria del grunge. La Shapiro torna in pista con Zorked, e, in poco più di mezz’ora, riesce ad incastrare dieci validissimi brani che fanno alzare – di tanto – l’asticella qualitativa di questa artista finalmente giunta al grande pubblico. A distanza di due anni dall’esordio, Julia Shapiro sforna un gran bel lavoro figlio del lockdown e dell’incertezza. Un lavoro dream pop intensamente personale, graziato ed elegante, capace di attingere visceralmente all’idea che affligge la coscienza pubblica in questo momento: le nostre vite sono cambiate. Prendiamone atto.
(G.A)


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