Le migliori uscite discografiche della settimana – 15 maggio –

Il meglio delle uscite discografiche della settimana selezionate con cura dalla redazione di Infinite Jest. Buona lettura e buon ascolto.

15:00:24  – 15/05/2020


Settimana ricca di uscite discografiche. In questo numero vi raccontiamo di Perfume Genius, della seconda (e definitiva) parte di Græ targato Moses Sumney, del ritorno degli Einstürzende Neubauten e dell’ottimo indie-pop firmato Magnetic Fields. Infine prestate attenzione al quarto album in carriera firmato Porcelain Raft, alla raccolta di inediti e B Sides degli Sleaford Mods, al gioiello degli Sparks, a Charli XCC all’alternative hip hop di Yung LeanBuona lettura e buon ascolto.

 

a cura di Giovanni Aragona, Stefano Bartolotta, Patrizia Cantelmo e Chiara Luzi 

 


MOSES SUMNEY – “GRÆ (part 2)”
(Electro-soul)

Seconda parte per uno dei dischi che fin da ora possiamo definire fra i più interessanti dell’anno, grazie anche all’anticipo servitoci a febbraio. Moses Sumney conferma il suo stato di grazia anche in questa seconda parte con la sua ricetta che parte dal soul per sfaccettarsi in mille tonalità diverse, condensando folk, electro, r&b. Il musicista di origini ghanesi piazza qui alcune delle canzoni più belle dell’intero lavoro, come “Me in 20 Years” e “Bless Me”, episodi sublimi di un’opera capace di trasportarci un’altra dimensione, o meglio in quella “isola” evocata più volte nello stesso disco.
(P.C)


PERFUME GENIUS – SET MY HEART ON FIRE IMMEDIATLY
(baroque pop)

Nuova tappa dell’intrigante percorso artistico di Mike Hadreas, passato attraverso le fragilità messe a nudo nei primi dischi, arrivato ora al quinto lavoro con una consapevolezza maggiore di sé e del suo posto nel mondo. Abbandonato il minimalismo degli inizi, prosegue sulla scia del precedente “No Shape”, verso un pop dal sapore creepy sempre più diluito in arrangiamenti barocchi e un’attitudine da crooner romantico del nuovo millennio. Notturno e obliquo, con episodi più smaccatamente accattivanti (vedi il singolo “On The Floor”) piacerà sicuramente a chi ha accolto la sua nuova identità con favore.
(P.C)


MAGNETIC FIELDS – QUICKIES
(indie-pop)

28 canzoni per 46 minuti: Stephin Merritt ha sempre avuto il dono della sintesi, ma qui lo estremizza e piazza una serie di “sveltine” che mettono in luce il lato più scanzonato dello stile unico del musicista newyorkese. Titoli come “The Biggest Tits In History”, “(I Want To Join A) Biker Gang” e “I Wish I Were A Prostitute Again” fanno capire già da soli che lo scopo principale di Merritt è quello di non prendersi sul serio. Era quello che ci voleva, dopo un “50 Song Memoir” che, obiettivamente, non aveva colpito nel segno proprio per l’idea, troppo autoreferenziale anche per uno come lui, di una canzone dedicata a ogni anno della propria vita.
Qui, invece, Merritt e i suoi sodali non pensano ad altro che a divertirsi, e riescono così a far divertire anche chi ascolta, e quest’espressione non va letta col tono sminuente con cui l’ha fatto Giuseppe Conte un paio di sere fa, ma è da intendersi nel senso più nobile del significato. La freschezza e l’arguzia dei Magnetic Fields, qui si esprimono ai livelli che competono a una band così importante, ed è un vero toccasana. Poi, certo, alla fine dell’ascolto su Spotify è partita “Papa Was A Rodeo” e lì ti rendi conto che il capolavoro del 1999 rimarrà irripetibile, però davvero, qui c’è di che essere super soddisfatti.
(S.B)

PORCELAIN RAFT – COME RAIN
(dream-pop)

Al quarto lavoro sulla lunga distanza, Mauro Remiddi ha avuto voglia, come ben spiegato nella nostra intervista, di prendere in mano strumenti che si potessero suonare senza troppa preparazione e di incentrare il proprio lavoro sulle canzoni e non sui suoni. Ne è venuto fuori un lavoro pieno di melodie limpide e immediate, con un suono più da band che non da artista solista e che dà una forte sensazione di spontaneità. Remiddi chiama a sé la pioggia e si gode la sua freschezza, evoca atmosfere da viaggio on the road, poi torna alle sue amate introspezioni, ma con atmosfere più ariose e un tono più leggero e si ributta nel proprio passato solo nell’ultima canzone, concludendo un percorso lungo meno di mezz’ora ma dal forte tocco purificante e dall’impatto non indifferente.
(S.B)

CHARLI XCX – HOW I’M FEELING NOW
(dance pop)

‘I’ll be very DIY’. Con queste parole di Charli XCX è possibile riassumere tutto il concept che ha portato alla realizzazione di How I’m Feeling Now dopo sole sei settimane dal suo annuncio su Zoom. L’album nasce dalla necessità dell’artista inglese di affrontare i sentimenti e gli sconvolgimenti causati dallo stato attuale di quarantena che, come tutti noi, sta vivendo. 

Scrivendo e producendo ogni singolo pezzo da casa, Charli ha sganciato una vera e propria bomba sonora. Il disco è pervaso da un forte senso di urgenza reso da suoni fragorosi e travolgenti che investono l’ascoltatore. Nel turbinio di potenza trovano posto sonorità pop che hanno stile da vendere. L’artista inglese dimostra nuovamente di possedere talento e capacità di interpretare la velocità e il dinamismo dei nostri tempi.
(C.L)


SLEAFORD MODS – ALL THAT GLUE
(minimalism, rap-punk)

Il pesante accento inglese è l’elemento che maggiormente denota il rap duro ma estremamente musicale degli Sleaford Mods che escono oggi con una raccolta di inediti e B-Side. I 22 brani di All that Glue sono una summa degli ultimi sette anni della carriera del duo. Sono come sempre carichi di rabbia e forza, usate per raccontare lo spaccato di una società, quella inglese, in cui si consumano diseguaglianze e ingiustizie sociali. Il disco è un piccolo capolavoro delineato da suoni profondi e grezzi, dotati di grande incisività. Per la gioia dei fan è stato inserito anche l’amato inedito Jobseeker. Menzione speciale al tributo a Duchamp in copertina.
(C.L)


YUNG LEAN – STARZ
(alternative hip hop)

Torna il giovane artista Svedese che è diventato nel corso degli anni uno dei maggiori esponenti della categoria dei sad-rappers. Starz è un album che si stacca dai canoni cardine dell’hip-hop aprendo a contaminazioni sonore prettamente appannaggio nordeuropeo. Fa capolino l’elettronica, soprattutto nel pezzo più interessante del disco, l’omonima Starz in cui gioca un ruolo importante la presenza di Ariel Pink.Il disco offre buoni spunti ma non è troppo coeso ed alcuni brani non sono così incisivi da rimanere indelebili nella mente. Resta comunque il fatto che Yung Lean sia un talento da continuare a seguire.
(C.L)


SPARKS – A STEADY DRIP,DRIP,DRIP
(art-pop, synth pop)

Sognate di diventare musicisti e vi piace l’art pop? bene, studiate la discografia degli Sparks per capire come si realizza un disco. Sono ben 24 gli album in carriera e di passaggi a vuoto, gli Sparks, ne hanno fatto ben pochi. A tratti art pop e in lunghi tragitti power e sinteticamente pop, la band è in forma smagliante. A Steady Drip, Drip, Drip, è un disco perfetto e in un periodo di distopia generale è un lavoro che fa bene all’anima. Testi, al solito sarcastici, denunciano sistemi controversi di scenari attuali. Lo stile degli Sparks non è solo inimitabile ma, a distanza di ben 53 anni rimane unico. Nota a margine, iPhone è da ascrivere alla voce “tra le migliori canzoni del 2020”. Applausi e inchini.
(G.A)


EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN – ALLES IN ALLEM
(avantgarde)

Sono trascorsi 35 anni dal capolavoro industriale di Halber Mensch. Da allora la band ha sfornato tantissimi dischi sempre ad alti livelli ma mai paragonabili al capolavoro citato. Una band che non ha nulla da dimostrare e che ha fatto degli esperimenti sonori (ma anche in quelli visivi il suo mantra, ha ancora desiderio di costruire monoliti sonori anche in epoche che fagocitano musica ed emozioni? Archi sospesi nel tempo e trame intricatissime scorrono in 44 minuti che piaceranno agli avanguardisti. Architetture sonore complesse che ricordano un principio: l’arte della composizione è organizzare suoni. A voi le sentenze.
(G.A)


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