Le migliori uscite discografiche della settimana – 13 settembre –

Avevamo bisogno di questa settimana piena e ricca di titoli. Il 13 settembre 2019 verrà ricordato come il giorno dell’abbondanza. Andiamo per gradi: grandissima attesa per i Pixies, un bel tuffo (per tanti di noi) adolescenziale con il nu Metal dei Korn, il nuovo lavoro di Chelsea Wolfe e Devendra Banhart, e il fenomeno dance – electro – pop Charli XCX. Da divorare – senza soluzione di continuità – vi segnaliamo KAZU (dei Blonde Redhead), l’electro pop firmato Metronomy,  e gli esperimenti di Mike Patton – ben coadiuvato da JeanClaude. Una bella scorta di indie rock con Gruff Rhys, Alex Cameron e Alex G. Infine prestate attenzione a due titoli: l’avant – garde della norvegese Jenny Hval e il prodotto di Steve Harrington di Stranger Things, vero nome Joe Keery (qui con il moniker di Djo).

(a cura di Giovanni Aragona, Gaia Carnevale, Chiara Luzi)

 

PIXIES – Beneath The Eyrie
(alternative rock)

Black Francis e compagni sono ormai al quindicesimo anno dalla reunion, e al terzo album senza Kim Deal. Eppure Beneath The Eyrie è un album che rivive i fasti leggendari di Surfer Rosa e Doolittle nella sua vividezza rabbiosa, pur senza farne una replica pedante. Il tour 2019 toccherà anche le sponde italiane con una data all’Estragon di Bologna l’11 ottobre e una alle OGR di Torino il giorno successivo.

 

KORN – The Nothing 
(Nu Metal)

“Un tuffo nei 2000”, si potrebbe sintetizzare con una frase questo tredicesimo album dei Korn. Un dato è certo, la cattiveria e la grinta non mancano, e il risultato piacerà ai fan della primissima ora. Questo lavoro ha vissuto di una lunghissima gestazione ed è probabilmente il disco più autobiografico di Jonathan Davis, a un anno dalla tragedia che ha coinvolto la sua famiglia.

 

CHELSEA WOLFE – Birth of Violence
(dark folk)

Cogliere la magnificenza dell’oscurità non è una dote che appartiene a molti. Chelsea Wolfe è una di quelle personalità in grado non solo di individuarla, ma possiede anche il dono di tradurla in musica. Birth of Violence è questo. Scritto nello studio della sua casa in Nord California, è un disco che segna il ritorno alla natura più intima e cruda della cantante. 

 

ALEX CAMERON – Miami Memory
(indie rock)

Terzo album all’attivo per il giovane cantante e musicista australiano, pubblicato per la Secretly Canadian. Secondo le parole dello stesso Cameron, vorrebbe trattarsi di un omaggio autobiografico all’amore per la fidanzata e alla responsabilità famigliare, ma finisce per risultare poco spontaneo e nauseabondo anche nelle scelte compositive.

 

 

METRONOMY – Metronomy Forever
(indie pop, electronic rock)

Il piacevolissimo ritorno dei Metronomy ci regala un indie pop sofisticato, mescolato a punte elettroniche e psichedeliche. Un disco in equilibrio tra maturità e freschezza delle origini, che ci spinge a aderire alla proposta del titolo, pronunciando l’augurio “Metronomy Forever!”

 

KAZU – Adult Baby
(electro- dream pop )

Esce oggi il primo lavoro solista di Kazu Makino, di cui avevamo già parlato negli scorsi mesi. La cantante e polistrumentista dei Blonde Redhead, il cui eco è inevitabilmente percepibile in alcune sonorità del disco, debutta con un lavoro ben congegnato. La voce eterea della Makino si muove su atmosfere sospese e composizioni orchestrali in cui confluiscono ritmicità elettroniche.

 

CHARLI XCX – Charli
(dance pop)

Sesto album anche per la popstar Charli XCX, anticipato dal singolo Blame It On Your Love (feat. Lizzo). Quindici tracce condite di dance-pop inconsistente, arricchite da innumerevoli collaborazioni: Christine and the Queens, HAIM, Clairo e Yaeji sono solo alcuni dei nomi che popolano questo caleidoscopico, piccolo microcosmo.

 

DEVENDRA BANHART – Ma
(indie folk)

Devendra Banhart torna con un disco molto personale e dal marchio di fabbrica inconfondibile. In queste tredici tracce pone l’attenzione sul significato di maternità nel senso più puro e universale che esista. Il folk latino/orientale si alterna a suoni dance e funk, il cui risulato è un lavoro molto intimo e riflessivo. Attenzione, il disco può essere ascoltato nella sua interezza soltanto su Apple Music.

 

 

MIKE PATTON, JEAN CLAUDE VANNIER – Corpse Flower
(experimental, avant garde)

L’inossidabile Mike Patton realizza l’ennesimo capitolo di una brillante carriera niente di meno in compagnia di Jean-Claude Vannier, noto principalmente per aver musicato Histoire de Melody Nelson (1971), capolavoro di Serge Gainsbourg. Esce fuori un disco noir a tinte sperimentali. La colonna sonora ideale del vostro viaggio mentale migliore post estivo.  

 

GRUFF RHYS – Pang!
(alternative rock)

Ascoltare Pang! di Gruff Rhys è come bere un drink tonificante. Il disco del cantante gallese, già membro dei Furry Animals, è prodotto dall’artista Sudafricano Muzi il quale ha lasciato una bella impronta nel sound, scolpito dall’uso di ottoni e legni. Cantato in Gallese e Zulu è un’ascolto piacevole e scorrevole.

 

JENNY HVAL – The Practice of Love 
(experimental, dancefloor, avant garde)

Non si nasconde più, questa talentuosa artista norvegese che ha già dimostrato il suo potenziale. Settimo disco, firmato dalla Sacred Bones, contraddistinto da esperimenti sonori, dancefloor, voce pop fluttuante, poco spoken words rispetto al passato e incremento siderale di sintetizzatori anni ’80. Un prodotto interessante condensato in mezz’ora. Gradevolissimo. 

 

ALEX G – House of Sugar
(indie – rock, lo-fi)

A soli ventisei anni Alexander Giannascoli è già un veterano nell’ambiente indie rock. Dopo diversi EP, arriva il suo ottavo disco in carriera. Nulla di nuovo in merito alle sonorità, da segnalare l’importante crescita compositiva e la sterzata verso il lo-fi più autentico.(a cominciare dal bel video di Gretel che vi abbiamo linkato in basso). Produce Domino. 

 

DJO – Twenty Twenty
(psych rock) 

Joe Keery, uno degli attori protagonisti della serie TV Netflix, ha rilasciato il suo album di debutto. In realtà, l’attore è un musicista veterano. Ha suonato la chitarra per i Post Animal di Chicago, e all’inizio dell’anno dopo due dischi con il gruppo si è messo in proprio. Il risultato è decisamente buono. Uno psych rock molto creativo e mai banale. Promosso. 

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