Le migliori uscite discografiche della settimana | 11 settembre

Una settimana di uscite discografiche densa di interessantissimi titoli. Partiamo subito nel raccontarvi del nuovo disco dei Flaming Lips,  di Marilyn Manson, del ritorno dopo dieci anni dei Doves. A seguire una carrellata di interessanti album: riecco gli Everything Everything, l’experimental di Lucrecia Dalt, l’experimental Jazz dei magistrali Mammal Hands, l’elettronica di Sam Prekop, il secondo disco di Mute Branches e l’art pop della deliziosa Katya Yonder. Buona lettura e buon ascolto.  

a cura di Giovanni Aragona, Stefano Bartolotta, Chiara Luzi e Paolo Latini 



FLAMING LIPS – AMERICAN HEAD 
(Neo-psych, experimental rock)

I Flaming Lips vanno apprezzati aprioristicamente per il modo di sapersi mettere in gioco. Da trentasei anni Wayne Coyne non ha mai avuto grossi problemi con la varietà dei suoni. American Head è sicuramente l’album più cupo e oscuro degli ultimi anni e tutte le canzoni sembrano essere generate dalle memoria di Coyne mentre guarda indietro a persone e luoghi, tempi passati e altre vite.

Scelta vincente quella di scegliere Kacey Musgraves come partner di canto e disco molto ispirato che necessita un ascolto approfondito e rilassato, tra archi, sintetizzatori e chitarre in “acido”.
(G.A)


DOVES – THE UNIVERSAL WANT 
(pop-rock)

Il ritorno del trio britannico mostra una band ancora in grado di essere solida e di non compiere passi falsi. Tutte le canzoni di questo disco contengono i principali pregi che hanno garantito al trio un successo protrattosi per tutti gli anni Zero: melodie raffinate, un timbro vocale carismatico, un suono in grado di bilanciare la meglio onirismo e concretezza, per risultati che coccolano l’ascoltatore senza il rischio di essere troppo quieti o troppo cerebrali.

L’ascolto scorre via molto bene ed è davvero piacevole e stimolante, l’unico appunto che possiamo fare al disco è che, se si dovesse compilare un ideale best of dei Doves, probabilmente non verrebbe presa alcuna canzone da qui. Ma questa è solo la prima impressione, e un lavoro del genere va interiorizzato meglio prima di poterlo paragonare con gli illustri predecessori. Intanto, è già importante aver subito colto la bontà dell’album e il fatto che i tre sono tornati perché avevano ancora un bel po’ di ispirazione da sfogare.
(S.B)


MARILYN MANSON – WE ARE CHAOS 
(industrial rock)

Dopo un paio di uscite a vuote, Marilyn Manson è nel bel mezzo di una rinascita di metà carriera.  L’album, scritto e prodotto da Shooter Jennings, vede Manson continuare su un percorso di raffinatezza musicale con un tono moderno e riflessivo. Nel corso delle sue dieci tracce, We Are Chaos enfatizza un senso di musicalità e gusto arricchiti rispetto allo shock e, per la maggior parte, all’hard rock e al metal. We Are Chaos è una raccolta di musica cupa, lunatica e riflessiva che sembra lo specchio perfetto dei tempi stranianti in cui viviamo.
(G.A)


SAM PREKOP – COMMA 
(elettronica)

Esce per la gloriosa Thrill Jockey Comma il quarto album solista di Sam Prekop, già chitarrista per The Sea and Cake. Qui Sam Prekop mette da parte la chitarra per dedicarsi a vecchi synth analogici e drum machine, in pieno rinascimento synth-ologico (vedi tutta l’avanguardia retrofuturista del “Comfy Synth”).

Il risultato è una raccolta di piccole gemme di caldo pop minimale  che spaziano dall’ambient delicata di ‘September Remember’ a divertissement in perfetto stile motorik come ‘Summer Places.’ Tutti i pezzi riescono a stare in equilibrio tra scrittura e improvvisazione, tra concreto e precario, tra avanguardia e pop. Esce in digitale, in cd e in uno splendido vinile bianco.
(P.L)


LUCRECIA DALT – NO ERA SOLIDA
(experimental pop)

Se da una parte sta nascendo un filone Comfy Synth, dall’altra è già da un po’ che si sta riscoprendo quello del Dungeon Synth, dove le atmosfere cupe del dark si sposano con le strutture eteree e minimali di drone e ambient. Fa parte di questo filone il recente Hibiscus di J. Zunz come ne fa parte l’appena uscito No era sólida, secondo disco per RVNG dell’artista multimediale colombiana di stanza a Berlino (ma tu guarda) Lucrecia Dalt.

Il disco segue l’altrettanto notevole Anticlines e se Anticlines  era sostanzialmente uno studio sulla voce, in questo nuovo e più maturo capitolo Lucrecia Dalt usa la voce come uno strumento in mezzo a synth, rintocchi ambient, tappeti di droni e ossessivi loop minimali, in una lunga suite funerea vicina alla Nico di Marble Index e Desertshore. Esce anche su vinile. Parte dei proventi verranno dati all’organizzazione Tierra Digna, in difesa di comunità colombiane minacciate da violazione di diritti umani.
(P.L)


KATYA YONDER – MULTIPLY INTENTIONS 
(art pop)

Uscito in digitale solo su Bandcamp il mese scorso, esce oggi su vinile (edizione limitata a 500 copie) il quarto disco della polistrumentista russa di stanza a Berlino  (where else?) Katya Yonder, “Multiply Intentions,” che è anche il primo disco dove Katya canta, e lo fa in tutte le lingue che conosce: russo, inglese, francese e giapponese.

I pezzi passano in rassegna un po’ tutte le sue radici musicali: dall’art- e synth-pop europeo di Cocteau Twins e Kate Bush, al pop giapponese alle dilatazioni infuse di ambient. Chissà perché finora ha lasciato nascosta la sua voce, che è un sussurro di fate che ti carezzano gli emisferi cerebrali.
(P.L)


MUTE BRANCHES – THE DETECTIVE IS DEAD 
(avant electro)

Mute Branches è il musicista elettro-acustico inglese James Crenwell, arrivato ora al suo secondo disco per Disintegration State, seguito di Notanymore dell’anno scorso. Questo secondo capitolo ripete la fortunata formula del primo: un ibrido di generi tra linguaggi elettronici (ambient ma soprattutto dark-wave e drone) e strutture acustiche di derivazione post-rock. Manifesto di tutto, la lunga ‘Blimey’ inizia con un arpeggio di chitarra lievemente dissonante che pare uscita da A Thousand Leaves dei Sonic Youth, si trasforma in un raga ambient e drone per poi esplodere in un Armageddon industrial. Una delle cose più interessanti degli ultimi anni. 
(P.L)


MAMMAL HANDS – CAPTURED SPIRITS
(Avant-garde jazz / Ambient)

Catturare l’essenza impalpabile degli spiriti rendendola tangibile a noi esseri mortali, non è cosa da tutti. C’è bisogno sia di sensibilità superiore, per carpirne la presenza, che di un’ottima abilità nel restituirla in una forma percepibile. I Mammal Hands sono custodi eccellenti di queste capacità, e nel loro quarto album in studio si fanno interpreti degli spiriti che sussurrano al nostro animo. Captured Spirits, è un elegante e ipnotico lavoro costruito sulla perfetta combinazione tra jazz e sonorità minimali.

L’impeccabile equilibrio fra piano, percussioni ritmiche e fiati è alla base della struttura dei brani. Partendo da ritmi ipnotici e ripetitivi, gli strumenti instaurano un dialogo in cui sonorità concitate e dilatate si alternano in un gioco di ruolo in cui non c’è prevaricazione ma grande armonia.
(C.L)


EVERYTHING EVERYTHING – RE-ANIMATOR
(art pop)

Il quinto album degli Everything Everything sancisce l’ingresso della band in quei territori, totalmente nuovi per loro, permeati da oscurità ricca di vibrazioni cristalline. Re-Animator è un disco che rispetto al resto della loro produzione risulta più scuro e riflessivo. Il gruppo di Manchester non rinuncia ai synth né ai suoni che caratterizzano il loro stile, semplicemente li fonde a melodie più morbide, cariche di malinconia.

In questo modo si amplia lo spettro di indagine stilistica permettendo la convivenza di brani come Planets, figlia degli anni ‘80, e la lieve Moonlight, in cui è possibile percepire lontane vibrazioni tipiche dei Radiohead. La voce di Higgs, in ottima salute, si muove con grande scioltezza tra falsetti intensi e picchi graffianti, regalando in questo modo profondità ed unicità ad ogni brano. È uno di quei dischi a cui va dedicata attenzione poiché cresce ad ogni ascolto.
(C.L)


LEGGI ANCHE ——-> Le migliori uscite discografiche della settimana | 4 settembre

LEGGI ANCHE ——-> Le migliori uscite discografiche della settimana | 28 agosto

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *