Le migliori uscite discografiche della settimana| 11 giugno

In questo numero delle uscite discografiche della settimana vi raccontiamo del ritorno dei Garbage, delle Sleater-Kinney, di Alessandro Cortini e dell’ennesimo album dei King Gizzard and the Lizard Wizard. A seguire prestate attenzioni agli Islands, all’EP dei Cold Cave e agli ottimi Folly Group. 

10:50:06  – 11/06/2021

a cura di Giovanni Aragona e Stefano Bartolotta


SLEATER-KINNEY – PATH OF WELLNESS
(indie-rock)

Molta curiosità attorno al ritorno delle Sleater-Kinney, diventate un duo dopo l’abbandono di Janet Weiss dalla band. Il risultato è sicuramente più debole rispetto alle vertiginose scorribande del passato. ‘Quest’ultimo lavoro è a tratti troppo delicato, e, pur mescolando tastiere stratificate e ritmi martellanti, il risultato finale non convince del tutto. Essendo il primo lavoro interamente autoprodotto, brani robusti come “High in the Grass” e “Method” avrebbero beneficiato di una terza parte in studio per aiutare il duo a intelaiare trame più accattivanti e articolate. Tanto classic rock (anche troppo), soliti versi taglienti e crudi, ma quello che manca è la sensibilità “hip indie” del passato. Il disco è infarcito da una massiccia pletora di musicisti giunti a soccorso della band, ma globalmente Path of Wellness, tolta qualche ottima eccezione tipo la pjharveiana Shadow Town, non convince del tutto e raggiunge una risicatissima sufficienza.
(G.A)


ALESSANDRO CORTINI – SCURO CHIARO 
(elettronica, ambient)

Alessandro Cortini ha abituato benissimo i fan e ben educato i palati sottili. Il titolo del secondo album solista inverte il termine chiaroscuro, un termine artistico per usare la luce e l’ombra per creare forti contrasti, sebbene sia ugualmente una giustapposizione di opposti. La sua stessa musica bilancia allo stesso modo speranza e disperazione, rendendo entrambi gli elementi inseparabili l’uno dall’altro. Come Volume Massimo del 2019 e la sua collaborazione del 2020 con Daniel Avery, Scuro Chiaro contiene alcuni dei materiali più melodici di Cortini, ma è crudo, vulnerabile e attuale come qualsiasi altra cosa abbia fatto. I pezzi più impressionanti dell’album sono quelli che richiedono più tempo per essere costruiti e lasciare che tutti i sentimenti sprofondino dentro. Tra delicatezza e chitarra shoegaze, Scuro Chiaro emerge alla lunga distanza e ci regala Verde, una delle migliori cavalcate elettroniche partorite negli ultimi anni.
(G.A)


KING GIZZARD AND THE LIZARD WIZARD – BUTTERFLY 3000
(psych rock)

Può una band diventare così prolifica da rassomigliare, per numeri, ai goal segnati da Lionel Messi con la maglia del Barcellona? Francamente non ne conosciamo la risposta ma sta di fatto che i King Gizzard giungono al loro terzo album in appena sette mesi e volete sapere la sorpresa? Butterfly 3000 è anche un disco piacevole! Questo nuovo lavoro abbandona completamente le chitarre elettriche a favore di sintetizzatori arpeggiati che sprizzano, da ogni poro, psych dream rock, di gradevole fattura. Butterfly 3000 è una soluzione continua di musica senza nessun intermezzo e interludio che tanto rassomiglia all’immersione all’interno di un giardino psichedelico fatto di peyote e figure oniriche degne del miglior Tarkovskij. Molto innovativo dall’inizio alla fine, questo lavoro, è di gran lunga, non solo il lavoro più tecnico della band, ma anche il più intelligente degli ultimi anni.
(G.A)


ISLANDS – ISLOMANIA
(indie-pop, art rock)

Sono trascorsi cinque anni dall’ultimo lavoro di di Nick Thorburn a firma Islands. Accogliamo con grande curiosità questo ritorno in pista del talentuoso artista, ma rimaniamo delusi. Se da una parte questo ottavo album è un lavoro onesto e spensierato, d’altra parte Islomania non è neanche lontanamente accostabile al bellissimo Return to the Sea del 2006. Gli Islands sembrano esser diventati prevedibili e sempre meno capaci di osare. Il punto è che temporalmente un disco indie-pop come questo appena sfornato, rischia immediatamente di affogare in un mare di dischi e progetti similari che ogni venerdì spopolano i mercati. Islomania è un lavoro carino per carità, orientato al pop danzereccio, che si traduce in una raccolta per lo più tiepida di retro-indie. Un disco da prendere per quello è: una buona raccolta di brani da ascoltare a bordo piscina e nulla più.
(G.A)


GARBAGE – NO GODS NO MASTERS 
(alt-rock)

I Garbage sono stati indubbiamente una band dotata di grande carisma e personalità, capace di ispirare musicalmente e dal punto di vista dell’attitudine dell’attitudine un ampio numero di progetti musicali. Anche dopo la reunion, Shirley Manson e i suoi sodali hanno realizzato ottimi live e la frontwoman scozzese non ha mai mancato di lanciare, dai palchi, nelle interviste e sui social, messaggi importanti e incisivi, che vanno assolutamente ascoltati e seguiti. Purtroppo, tutto ciò non toglie il fatto che i tre album post reunion, compreso questo, non abbiano davvero nulla da dire dal punto di vista strettamente musicale rispetto ai quattro realizzati nel periodo precedente. Tutto quello che si trova in quei dischi splendidi è anche qui e nei precedenti due, ma fatto peggio. In definitiva, sempre lunga vita ai Garbage, ma l’ascolto dei dischi nuovi continua a passare senza lasciare traccia.
(S.B)


COLD CAVE – FATE IN SEVEN LESSONS (EP)
(new wave)

I Cold Cave erano tornati in pista all’interno di un live streaming tributo a Ian Curtis, collaborando con Mark Lanegan per suonare la storica “Isolation” dei Joy Division (al link la nostra notizia). Finalmente la band è tornata con un nuovo EP intitolato Fate In Seven Lessons. Le tracce di Fate In Seven Lessons hanno sintetizzatori ghiacciati al ritmo di battiti ringhiosi e crudi. Uno dei punti di forza dell’album è il modo in cui il songwriting attinge a una gamma più ampia di influenze: dai Cure nella melodia del synth che fluttuano in sottofondo, così come il dream pop oscuro di Night Light. Fate in Seven Lessons dimostra una band in pienissima forma e non solo: questo EP è un nitido esempio di come un decennio dopo i Cold Cave possano ancora realizzare suoni del passato senza ristagnare nella nostalgia. Fate In Seven Lessons è un lavoro molto più oscuro dei suoi predecessori, con canzoni che si radicano nel subconscio. Benvenuti negli anni ’80, ma senza nostalgia e spicciola dietrologia. Bravi Cold Cave.
(G.A)


FOLLY GROUP – AWAKE AND UNGRY (EP)
(post-punk)

L’ondata post-punk proveniente dal Regno Unito ha dei nuovi sceriffi in città: si chiamano Folly Group e possiamo garantirvi: sentirete parlare di loro. Oscuri e ipnotici sin dal primo accordo, suonano un post rock assai “minaccioso” su atmosfere glitch e bassi rimbombanti. In una scena che è troppo facile da interpretare in base ai numeri, la caratteristica di questa band sarà quella di saper modificare il modello tradizionale di un genere diventato inflazionato e assai scontato. La curiosità attorno a questo quartetto è così alta che non vediamo l’ora di ammirare il gruppo dal vivo.  L’esordio ci ha piacevolmente sorpresi e il nostro giudizio, basato su questi 20 minuti, è assolutamente positivo. Interessante, infine, la poetica dei loro brani sorretta da un cantato acido e alienante.
(G.A)


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