12/10/2024
In questo numero di uscite discografiche della settimana abbiamo ascoltato gli album dei Paramore, dei Quasi, di Andy Shauf, Yo La Tengo e dei Tennis. 

In questo numero di uscite discografiche della settimana abbiamo ascoltato gli album dei Paramore, dei Quasi, di Andy Shauf, Yo La Tengo e dei Tennis. 

16:39:12  – 10/02/2023

a cura di Giovanni Aragona, Stefano Bartolotta, Chiara Luzi e Flaminia Zacchilli



ANDY SHAUF – NORM
(songwriting, art-pop)

Proprio in occasione della scomparsa di Burt Bacharach, uno degli autori contemporanei a lui più debitore pubblica un nuovo disco di melodie suadenti e armonizzazioni strumentali avvolgenti sullo stile del Maestro. L’artista canadese non è certo uno che si reinventa completamente tra un disco e l’altro, ma il suo stile è ormai consolidato e si sa benissimo già prima cosa aspettarsi dall’ascolto. Questo, comunque, non inficia né la qualità, né la capacità di coinvolgimento di ogni disco nuovo di Shauf, e certamente questo non fa eccezione. La sua musica è, ancora una volta, tanto morbida e sognante quanto vitale e concreta, si sente chiaramente che la cifra stilistica dell’autore ha un’impostazione fiabesca ma è strettamente legata alla realtà.
Sono ambientazioni nelle quali è spontaneo e piacevolissimo perdersi ma, allo stesso tempo, viene altrettanto facile trovare in esse rimandi a situazioni che, invece, conosciamo benissimo. Già non è facile ottenere un risultato simile una volta, ma ripeterlo per tre di fila senza mai sembrare come la copia di se stessi è un risultato che solo i veri fuoriclasse sono in grado di conseguire, e Shauf è uno di essi senza alcun dubbio ormai.
(S.B)

QUASI – BREAKING THE BALLS OF HISTORY
(indie rock, alternativa)

Dopo la pubblicazione di Mole City dieci anni fa i due ex coniugi Sam Coomes e Janet Weiss, conosciuti meglio come Quasi, erano praticamente spariti. Durante il primo lockdown il duo ha sentito l’esigenza di tornare a comporre per raccontare l’implacabile senso di imminente fine del mondo che ha iniziato ad accompagnare la quotidianità di noi umani. Il risultato è Breaking The Balls Of History un album che, al contrario di quanto ci si può immaginare, è incredibilmente gioioso. A quanto pare l’implosione dell’umanità può essere accompagnata da un’enorme scarica di adrenalina che percorre ogni singola nota del disco.

Decimo Lp in carriera dei Quasi, pubblicato da Sub Pop, Breaking The Balls Of History è un’amalgama di suoni chiassosi e melodie perfettamente strutturate. Il duo gioca agilmente con sonorità psichedeliche e garage in cui la batteria potentissima,Rotten Wrock, e la tastiera, ipnotica in The Losers Win, esplodono fragorose. L’estro di Coomes e Weiss tocca apici altissimi regalandoci un album liberatorio in ogni senso e che sancisce il ritorno brillante di una band capace ancora, dopo trent’anni di carriera, di stupirci. Piccola domanda finale, ma quella in copertina non è la Piramide Cestia di Ostiense?
(C.L)

 


PARAMORE- THIS IS WAY
(alternative rock, post-punk, pop-punk, new wave)

Ci erano mancati: una scena pop-punk rinascente e sempre più dominata dalle donne riaccoglie la sua reginetta Hayley Williams e i suoi Paramore, ormai fermamente incuneati nella maturità. Ma non si creda per un momento che This Is Why sia un mero ritorno al passato: è innanzitutto la storia di una giovane donna stanca della fama e della vita stessa, in cerca di conforto e di pace con il proprio ego.

La quale, si dà il caso, ha anche una voce da angelo. L’esperienza della doppietta Petals For Armor/Flowers For Vases ha lasciato su Hayley Williams uno sguardo alla musicalità mai così vasto. Sessioni baroque di splendore, power ballads sontuose si intersecano con le tanto amate schitarrate – l’assolo di chiusura di Thick Skull una delizia su tutte – e gli acuti a bocca spalancata con cui tutti siamo cresciuti. Definitivamente, e a pieno merito, un “album della maturità”.
(F.Z)


TENNIS – POLLEN 
(indie-pop, synth pop) 

Nel loro sesto album in studio, Alaina Moore e Patrick Riley fanno un passo più vicino al presente abbandonando la nostalgia. Il filo conduttore che collega gli scenari romantici reali e immaginari dell’album, vengono realizzate in queste 10 tracce in cui vince l’evasione, che si tratti dell’isolamento del mare aperto o nel chiudersi in una stanzl. Un disco sensuale, accattivante e ben suonato, che rasenta la perfezione su come suonare l’indie-pop senza sbavature.
(G.A)


YO LA TENGO – THE STUPID WORLD 
(indie-rock, dream pop, Noise rock)

Gli Yo La Tengo sono tornati. “Il loro 17° album in studio “”This Stupid World”” è un disco autoprodotto, per lo più registrato dal vivo, crudo ma allo stesso tempo tenero che riposiziona la band in cima all’olimpo indie.

The Stupid World è l’ennesimo ottimo tassello a una carriera mostruosa di una band che continua a divertirsi: gli Yo la Tengo sono tra i pochi a produrre così tanta musica genuina, creativa e coerente ,in questi periodi di magra, This Stupid World è un disco particolarmente introverso, che fotografa perfettamente la filosofia di questa immensa band.
(G.A)


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