“Il nuovo album sarà disponibile nel 2023”. Intervista ai Mudhoney

In occasione del tour europeo, e della data italiana prevista a Bologna, abbiamo intervistato Steve Turner e Mark Arm dei Mudhoney

23:23:10  –  05/10/2022


credit photo: Emily Rieman

 

IJ: Ciao Steve! Come stai?

STEVE: Bene grazie, tu?

IJ: Anche io grazie, è davvero un piacere fare qualche chiacchiera con te! Come procede il tour europeo? Presto sarete anche in Italia.

S: Il tour sta andando abbastanza bene. Sai, non sapevamo bene cosa aspettarci, abbiamo dovuto cancellarlo per due anni di fila a causa del Covid, ma stiamo avendo un buon pubblico, stiamo sopravvivendo…quindi direi che va bene! [ride, n.d.r.] 

IJ: Dal vostro ultimo album (2018) ad oggi sono cambiate molte cose a livello globale. Trump non è più il presidente degli Stati Uniti, il mondo è stato travolto dal Covid e sappiamo cosa sta succedendo con la Russia. Sono passati pochi anni, ma certamente le nostre vite non sono più le stesse. Come stai vivendo questo processo temporale?

Beh, sai, stanno succedendo così tante cose nel mondo al momento…ci siamo arrangiati a modo nostro durante il Covid. Per quanto riguarda i Mudhoney, non ci siamo visti l’un l’altro per circa un anno e mezzo, ma appena ci siamo vaccinati abbiamo ricominciato a provare insieme, ed è stato bello sentire che stavamo ricominciando a muoverci. Sai, da un punto di vista personale è stato strano. Sono un padre single, ho due figli di diciotto e ventidue anni…insomma è stato strano essere rinchiusi a casa con loro per un anno e mezzo! [ride] Poi i Mudhoney hanno scritto e registrato un nuovo album, quindi questo è positivo; ci siamo potuti vedere ancora e poi abbiamo deciso di andare in tour. Prima negli States, a maggio di quest’anno praticamente per tutto il mese…ed eccoci qua!. 

Già! Tutti ci siamo arrangiati durante il Covid ma direi che ne siamo abbastanza usciti…

Si, e il resto, la politica…tutto è così bizzarro! Dobbiamo ancora avere a che fare con Trump, che è sotto indagine per un sacco di reati e speriamo di vederlo in galera! 

Sì, sembra che quando le cose vadano male possano sempre andare anche peggio

Esatto! Ad esempio, durante la prima estate del Covid, a Portland – dove vivo – già eravamo in lockdown, paranoici con tutti, e poi ci sono stati questi incendi terribili nei dintorni: il cielo è stato arancione, pieno di fumo per circa due settimane. Eravamo davvero impossibilitati ad uscire, a respirare, non potevamo nemmeno aprire le finestre. Io ho pensato: ok, questa è veramente l’apocalisse [ride]

Vero! Ho visto alcune foto inviatemi dalla mia amica che vive a San Francisco, era veramente assurdo! I Mudhoney sono certamente una delle band fondanti, se non i pionieri, del fenomeno musicale più impattante negli ultimi 35 anni della storia del rock. Cosa vi spinge ad essere ancora voi stessi?

Beh…non sappiamo fare nient’altro! [ride] Non c’è mai stato un piano…ovviamente suoniamo da molto, ma all’inizio non lo potevamo sapere; semplicemente abbiamo continuato ad andare avanti, ci piace quello che facciamo e andiamo d’accordo. Pensiamo che la musica che facciamo sia abbastanza buona. Non abbiamo mai avuto illusioni o idee di diventare grandi star.

Ci piace ciò che facciamo è ci è mancato farlo quando non potevamo; anche andare in tour che per noi è anche un modo di staccare dai nostri lavori abituali. Mi incoraggia molto il fatto che ai concerti vedo tanti genitori con i figli: per me è veramente fantastico! Comunque nemmeno io me lo aspettavo, ma il nostro nome ormai è scritto nei libri di storia. Se qualcuno legge di Nirvana e Kurt Cobain legge per forza anche di noi…e realizza che esistiamo ancora! [ride]

E nonostante il vostro successo non siete mai diventati mainstream.

No, non abbiamo mai pensato di diventarlo. Io ero davvero sorpreso che a così tante persone piacesse la nostra musica, sai…non siamo propriamente il gusto di tutti! [ride] 

Direi che questo è un bene, gran parte della gente ha gusti orrendi! [ridiamo]Tornando al movimento grunge, sappiamo che nasceva da un disagio e una rabbia autentica. Gran parte della tua generazione – la Generazione X – veniva da situazioni familiari difficili, figli di famiglie distrutte, divorzi. Il grunge sembra scaturire dalle viscere, da uno stato mentale comune, come un modo di sfogare, urlare quella rabbia e quel disagio.

Sì, noi – e gran parte delle persone che erano in una band a Seattle a quel tempo, arrivavamo dal mondo punk rock, che praticamente era la stessa cosa: teenagers annoiati, che calciavano e urlano e strillavano. 

E pensi che questa inquietudine sia ancora presente nelle rock band dei giorni nostri?

Certo, puoi sempre trovare qualcosa che ti faccia arrabbiare. Io credo che noi fossimo tutto sommato persone genuinamente felici…io non scrivo i testi per i Mudhoney, Mark li scrive, e lui è davvero bravo a trovare argomenti che lo facciano infuriare! [ride] Anche se si tratta solo di vino!

Quindi pensi che anche al giorno d’oggi possiamo ritrovare lo stesso disagio – anche se le attuali generazioni sembrano più a proprio agio nella nostra società.

Non sono sicuro di questo, non penso che i ragazzi di oggi vivano in un’epoca facile. Come genitore, non credo che questo mondo sia così semplice per i giovani. Forse hanno addirittura ancor più problemi. Penso al lockdown, che è stato assurdo, e so che ha impattato molto soprattutto sulle generazioni di giovanissimi – è probabilmente la cosa più incredibile e assurda che ci siamo ritrovati a vivere. Inoltre, è sempre difficile essere giovani, stai imparando e crescendo, trovando modi di esprimere te stesso: musica, arte, scrivere sui muri, qualunque cosa!

Hai totalmente ragione! Pensi che il Seattle sound fosse una sorta di rilettura post-punk dell’hard-rock ’70?

Si, in un certo senso. Sai, noi siamo cresciuti con l’hard-core, era velocissimo, un concentrato di energia dei primi ’80. Collettivamente, non si trattava solo di urlare, tutte le band punk e hardcore piuttosto cercavano di capire cosa fare dopo, perché non potevi andare più veloce di così. Questa è la mia teoria comunque: l’hard-core era un via senza uscita per molti di noi, quanto veloce puoi andare? Quindi le band hanno iniziato a trovare influenze diverse, e a rallentare. Un buon esempio sono i Black Flag, fecero il primo album Damaged, e l’album dopo aveva la velocità dei Black Sabbath, molto più lento. Questa è stata un’influenza enorme per band come i Melvins e altri. Si ha iniziato a rallentare, poi le persone hanno iniziato a scoprire dischi più vecchi dai fratelli maggiori, che non fossero solo punk rock. E poi penso che sia un grande meltin’pot di influenze.

E forse il grunge può essere considerato una sorta di ponte tra il punk e il garage?

Il garage esisteva già dai ’60, e sicuramente ha influenzato molto i Mudhoney, molto più rispetto alle altre band grunge di Seattle. Quindi diciamo che era già nella mia testa, è semplice rock n roll, anche il punk rock ha preso vari elementi del garage e li ha resi un po’ più nitidi, e poi penso che noi li abbiamo resi ancora più nitidi! [ride]

Mudhoney

Qual è il vostro processo compositivo e in cosa è cambiato in epoca digitalizzata? Restate sempre molto distanti dai social e dalla virtualità.

È più o meno uguale a quando abbiamo cominciato. Facciamo pratica insieme…beh, a dire il vero ora il nostro batterista fa alcune demo a casa e le porta come idee per canzoni, comunque generalmente iniziamo con un riff, un’idea, iniziamo a suonarci intorno, aggiungendo pezzi finché prende la forma di una vera e propria canzone. Siamo molto old school in questo. Non sistemiamo le demo al computer avanti e indietro.

Quindi di fatto il processo è ancora lo stesso.

Esatto, siamo noi quattro in una stanza che cerchiamo di tirare fuori qualcosa.

So che sei un grande collezionista di dischi. Oggi la musica si fagocita e si vomita in fretta, e ci si limita ad effettuare il download di una traccia singola senza considerare l’intero album. Date queste premesse, quale pensi che sia il futuro per l’industria musicale e le nuove generazioni di ascoltatori?

Sono molto incoraggiato da quanto sia tornato di moda il vinile. Non ho mai amato i CD…poi vedo come i miei figli si approcciano alla musica: è tutto online, non hanno davvero bisogno di possedere nulla, puoi avere accesso a tutta la musica – praticamente tutta la musica che sia mai stata prodotta, la puoi trovare online da qualche parte. Quindi non saprei, ma sembra che anche le etichette discografiche vadano comunque bene, vendono molto, e poi c’è la questione download: non so se hai notato i numeri di download di alcune canzoni in particolare, è folle!

[fuori campo] Mark Arm: è lo stream?

Mark lo chiama streaming! [ridono] Ecco, questo per dire quanto siamo vecchi! [ridiamo]

Dov’è Mark?!

Mark è proprio lì, eccolo! [sposta l’inquadratura]

Ciao!

Ciao! [everyone’s laughing]

Comunque sì, i numeri dei download sono folli…qualcosa tipo “Running up that hill”, sai la canzone di Kate Bush, pensa a quanti soldi ha fatto solo per i download di quella canzone negli ultimi mesi, una cosa incredibile per me, tipo “whaaat”? [ride] Quindi non so, penso che comunque il vinile sia qualcosa solo per un mercato ristretto. 

Esatto, penso che alcuni comprino vinili solo per esporli come soprammobili, per giocare la parte dell’intellettuale! [ridiamo]

Sono totalmente d’accordo con te! Come una mensola con libri che non hai mai letto ! 

Comunque sì, è qualcosa che coinvolge anche la mia generazione. Ad esempio, io sono dell’88: quando ero più giovane compravo dischi e conoscevo tutto dei miei artisti preferiti – testi, credits. Ora sono comunque interessata ma devo ammettere che il modo di consumare musica è diverso. 

Certo…è l’evoluzione! Ma sono contento che i vinili esistano ancora. 

Ultima domanda: sappiamo che avete in cantiere nuova musica. Quanto bisognerà attendere per un nuovo album dei Mudhoney?

È finito, uscirà in Aprile. È ancora sotto la SubPop, credo il 9 Aprile…Mark? [rivolgendosi a Mark] 7 Aprile? Aspetta, abbiamo la release date ufficiale.

Mark: Non è ancora stata annunciata, probabilmente verrà annunciata a Gennaio…7 Aprile.

S: Siamo molto contenti, un altro album registrato.

Fantastico! Bene, speriamo di vederci a Bologna – anche se non ne siamo sicurissimi venendo da Milano.

Già, avrei voluto che facessimo più di un concerto in Italia. Mi dispiace! [ride]

Grazie per il vostro tempo, e vi auguro di fare un ottimo show!

Grazie a te! A presto!

(Silvia Linda Maggi)


La data a Bologna di stasera: 

Opening acts: CUT + fernandhell. And The Gatten Army
6 ottobre 2022
TPO – BOLOGNA

Biglietti in vendita su BoxerTicket.
Prezzo: 22€ + d.d.p.


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