Il 26 settembre del 1994 Bristol diventava il centro della rivoluzione musicale e culturale d’Europa

I Massive Attack, nati dalle ceneri dei Wild Bunch, sono tra i maggiori esponenti del trip hop. Nascono come collettivo musicale nel 1983 per volontà di Andrew Vowles e Grant Marshall. Tanti gli artisti che hanno preso parte al progetto, su tutti: Tricky, Sinead O Connor, Horace Andy e Shara Nelson. Hanno all’attivo 5 album, 2 Ep e 2 raccolte. Nel 1987 entra stabilmente nel progetto un giovane musicista e writer di Bristol, Robert Del Naja, che diventerà da li a poco uno dei membri più importanti del gruppo.  Il gruppo, da 30 anni, da vita ad una notevole rivoluzione culturale e musicale mescolando hip hop, ambient, breakbeat e campionamenti, scuotendo un mondo sempre più globalizzato, a colpi di provocazioni e impegno sociale. 

A distanza di quattro anni dagli esordi, i Massive Attack confezionano un album di notevole spessore. Ormai il trip hop è diventato un fenomeno, e la stampa dedica grandi pagine al “Bristol Sound”. E’ album maturo, ricercato, ben suonato Protection, che si distanzia per molti aspetti dal suo predecessore. In Protection le sonorità risultano essere più suggestive e più lente. Si scava molto nel sottosuolo, in un underground culturale trance e volutamente cavernoso basato su una costante decelerazione dei tempi sonori. Ripetizioni, melodie, R&B, rap, elettronica sono gli ingredienti di una nuova completezza del suono. I Massive Attack, sembrano aver trovato la giusta ricetta su cui proporre incastri sonori di enorme fattura conditi da una spiccata propensione verso universi sonori dub, a tratti claustrofobici, che suonano come veri strumenti del pensiero e del pensare. E’ il caso di Protection, seconda traccia dell’album, una canzone che suona come  un mantra cosmico  ben lavorato e con un arrangiamento teso e volutamente drammatico. Cantata da Tracey Thorn, voce degli Everything but the girl, ha la capacità di farti fluttuare e di osservare dall’alto la quotidianità. E’ un album totale, maturo, pieno nel suono, concettuale e d’impatto. E’ la voce della black music ed è allo stesso tempo l’urlo di tanti giovani europei. Una miscela pazzesca di emozioni, di elettronica dub, e di spirito dark-wave. E’ un quadro all’interno del quale lo spettatore si misura, interagisce con la propria sensibilità, guarda la freneticità dei tempi, riflette sui valori. In tutto il disco, l’asta della tensione viene alzata agli estremi dalla cavernosità di un basso dub nero, cupo, colmo di inquietudine.

La natura partecipa al dolore dell’uomo che rimane impotente, silente, difronte ai tanti avvenimenti che segnano i tempi. La grande forza di questo album è quella di suscitare meraviglia e malinconia in un turbine piacevolmente ossessivo e innaturale come condizione transitoria tra l’essere vita e l’essere in vita. Protection è un contenitore di pellicole sovrapposte di suoni e immagini e noi siamo spettatori di corpi in movimento della nostra stessa visione.

G.A

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