‘If I should Fall From Grace With God’, il disco della maturità dei Pogues

If I Should Fall From Grace with God è il terzo album dei Pogues, pubblicato nel 1988 per la casa discografica Island e in Europa per la WEA.

14:13:55  – 18/01/2021


 

Etimologia “Pogues”

I “Pogue Mahone” che in gaelico significa “baciami il culo” si erano formati nel 1982 per volere di Shane MacGowan, un cantante irlandese che si portò dietro dai Nipples Erectors, Spider Stacy e Jim Fearnley. Il trio iniziò a fare gavetta tra i pub sudici e maleodoranti del King’s Cross di Londra, suonando brani tradizionali irlandesi con una carica selvaggia e avvinazzata di passione, che ben presto divennero la nuova grande cosa da seguire. Vengono reclutati successivamente Jem Finer al banjo e chitarra, Andrew David Ranken alla batteria, e Cat O ‘Riordan al basso.

Il loro primo singolo “Dark Streets of London” fu pubblicato nel circuito indipendente nel 1984, e nello stesso anno furono chiamati ad aprire i concerti dei Clash. Dopo il tour firmarono un contratto discografico con la Stiff Records, e abbreviarono il nome in The Pogues. Red Roses for Me” uscito nel 1984, è un’orgia di musica tradizionale riletta con uno spirito tutto nuovo, e cantata da una voce unica, impasticcata d’alcool e fumo, di fuliggine e pioggia. In questo acclamato esordio vengono riletti brani tradizionali irlandesi, insieme a nuovi pezzi scritti da Shane MacGowan, che iniziano a dare l’esatta misura del suo talento autorale. “Rum Sodomy & the Lash” il loro secondo lavoro esce agli inizi del 1985, e vede l’ingresso del chitarrista Philip Chevron (scomparso nel 2013) e la produzione di Elvis Costello.

Anarchia e irriverenza 

Il disco conferma quanto di positivo aveva espresso il loro esordio e anche se la critica li indica come un gruppo irish-folk-punk, come ebbe a dire Shane MacGowan, di quest’ultimo musicalmente c’è davvero poco, se non l’atteggiamento anarchico e irriverente del loro leader. “Rum Sodomy & the Lash” è invece un disco di folk elettrico, che racconta le storie degli ultimi, dei diseredati, di quelli che non hanno nulla da perdere, e che il mondo ostinatamente prende a calci nel culo. Questo disco inaspettatamente fa dei Pogues, una delle band internazionali più acclamate. Ma giusto per non finire stritolati dal business staccano la spina, e si rifanno vivi nel 1986 con l’EP “Poguetry in Motion”, e apparendo nel 1987 nel film di Alex Cox Straight to Hell

Il disco

All’inizio del 1988 firmano il contratto con la Island Records che produrrà “If I Should Fall from Grace with God”, album che vede alla consolle Steve Lillywhite. Il produttore è molto in voga in quel periodo per i lavori con U2, Simple Minds, XTC, Talking Heads, Big Country e Rolling Stones. Prima della registrazioni del disco Cat O ’Riordan sposa Elvis Costello e viene sostituita da Darryl Hunt, ed entra nella band il banjoista Terry Woods.  If I Should Fall From Grace With God viene pubblicato il 18 Gennaio del 1988, ed è il suggello della maturità artistica, della consapevolezza dei propri mezzi. Nessuna rilettura di brani irlandesi ma solo materiale scritto dalla band. 

If I Should Fall From Grace With God apre l’album, ed è un poesia d’amore sorretta da un ritmo folk danzereccio, che MacGowan riserva alla sua terra d’Irlanda. Turkish Song Of The Damned, dal sapore mediorientale, racconta invece di quei morti venuti dall’inferno per reclamare un debito. Bottle Of Smoke, di quando ci sentiamo felici come la merda di un cavallo. Uno spirito inquieto il vocalist dei Pogues, che si succhia ferite dell’anima.

Questo è anche il disco di Fairytale Of New York, canzone nata dopo una richiesta di Elvis Costello ai tempi della sua collaborazione con la band, che li sfidò a scrivere sul tema del Natale. Ne viene fuori un quadro insolito, per una canzone dedicata a questa ricorrenza, un brano cantato in duetto con Kirsty MacColl (scomparsa nel 2000) che avrà reso felice Bukowski e Tom Waits. Il testo racconta di un uomo rinchiuso in una cella per ubriachi la vigilia di Natale, e sogna di lei.

Amori tormentati e censure

Ma il loro è un amore tormentato, un lasciarsi e riprendersi, un respiro affannoso, costellato dai demoni dell’alcool e da una vita dissoluta. Ed allora il loro dialogo diventa uno scambio reciproco di accuse feroci: “Sei un mantenuto, sei un teppista, sei una vecchia puttana drogata…” ma è il suo amore per lei che lo tiene vivo, e allora gli confessa di avere preso i suoi sogni e di averli mischiati ai propri, perché lui da solo non può farcela.  Il brano viene censurato da MTV. Ma è anche il pezzo più conosciuto della band ed è il più ripreso nel corso del tempo da altri artisti.  Ma non è il perno centrale di questo disco, perché si farebbe torto alle altre. 

Una band politica i Pogues, che non si è mai tirata indietro. Lo ha fatto offrendo voce a chi ha vissuto ai margini. Ha cantato e suonato quell’intreccio di bene e male che risiede in ciascuno di noi. Hanno colorato il buio e fatto da colonna sonora a chi nasce pronto per la morte. 

Bartolo Federico

LEGGI ANCHE ——-> Elvis Costello: ‘Hey Clockface’ è il nuovo album |ASCOLTA il singolo

LEGGI ANCHE ——-> Just Another Diamond Day, la favola hippie di Vashti Bunyan compie 50 anni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *