Il 2019 in corso verrà ricordato in primis come l’anno di Infinite Jest. Siamo nati nel mese di aprile e abbiamo intelaiato, in poco, un gruppo redazionale vario ed eterogeneo, con l’unico scopo di proporre ai nostri lettori un servizio efficiente ed equilibrato. Passiamo alla musica: questo 2019 ha regalato agli appassionati un ventaglio di proposte varie e interessanti. In redazione abbiamo consumato moltissimi dischi, e sceglierne appena sei è stata un’impresa ardua. Abbiamo votato democraticamente, e questi 6 dischi si andranno a sommare ai sei dischi della seconda metà del 2019. A fine anno, vi racconteremo dei nostri migliori 12 album del 2019. In coda all’articolo, trovate altri 30 dischi che fareste bene ad ascoltare.
Ecco i nostri sei migliori dischi da gennaio a giugno:
1 – Thom Yorke – Anima
Thom Yorke è uno di quegli artisti in grado di raccontare splendidamente la contemporaneità, descrivendone le inquietudini e le fragilità. Lo fa nuovamente con Anima, guidandoci in un ambiente distopico costruito su loop –musicali e psicologici – che è possibile rompere nel momento in cui, seguendo la magnifica voce di Yorke, ci svegliamo e decidiamo di combattere per arrivare all’amore assoluto.
2- The National – I Am Easy to Find
Questo disco è un lavoro catartico che, oltre a richiedere dedizione da parte degli ascoltatori, si specchia nella forma in cui è calata l’intera narrazione. L’arte salverà il mondo? Sicuramente l’arte renderà la nostra permanenza su questa terra migliore. I National non salveranno il mondo ma, per l’ennesima volta, riescono a parlare – come poche band nella storia – anche ai cuori più glaciali.
3- Flying Lotus – Flamagra
Una suite lunga un’ora che non ha nulla della grandiosità magniloquente di una rock opera, ma è un delicato e complesso viaggio tra generi che spaziano dall’IDM al prog-jazz alla psichedelia (Burning Down The House, esplicito omaggio ai Talking Heads) al soul all’r’n’b al funk, aprendo le frontiere a una mescolanza vincente di stili vocali e sonori.
4- James Blake – Assume Form
Con Assume Forms il britannico James Blake segna un punto importante nel suo percorso; le atmosfere rarefatte e metafisiche lasciano spazio alla chiarezza e alla luce permettendoci di vedere chiaramente la sua forma concreta. Modellata grazie alla sorprendente voce e alla capacità compositiva di Blake, scolpita dai featuring eccezionali – André 3000 e RosalÍa per citarne un paio – questa nuova forma brilla con classe.
5– Liberato – Liberato
Interessa ancora conoscere l’identità di Liberato? Il 9 maggio è uscito l’eponimo disco infarcito da cinque nuove composizioni. L’album è stato supportato da una web-soap serie diretta da Francesco Lettieri e da un marketing semplicemente perfetto. Se poi condensiamo il tutto a una produzione notevole, ai tanti linguaggi ben mescolati tra loro, alla trap e alla black music partenopea, il risultato è eccellente. Vi stupite se questo disco è nella nostra top 6? In realtà fa strano anche a noi, ma in un comparto discografico italiano, così omologato e con continui deja vu, Liberato rappresenta la migliore eccezione tricolore.
6- Bill Callahan – Shepherd in a Sheepskin Vest
Callahan dimostra di essere uno dei migliori interpreti di quella scuola cantauotoriale tanto figlia di Johnny Cash, tanto devota a Tim Buckley e tanto in debito nei confronti di Leonard Cohen. Il disco è un manifesto artistico, compositivo e spirituale di un personaggio che senza fronzoli, con coraggio, ha la forza di mettersi a nudo. Più che un disco musicale, il messaggio più importante di questo lavoro è: la solitudine si può sconfiggere. Esiste una ricetta? No, basta accoglierla e conviverci.
Ecco infine 30 dischi – pubblicati da Gennaio a Giugno – che dovreste ascoltare:
Fontaines D.C. – Dogrel – post punk
Weyes Blood – Titanic Rising – art pop
Tyler, the Creator – IGOR – neo soul
Sharon Van Etten – Remind Me Tomorrow – indie folk
Cate Le Bon – Reward – art pop
Aldous Harding – Designer – songwriter
Bruce Springsteen – Western Stars – classic rock
Big Thief – UFOF – indie folk
Freddie Gibbs & Madlib – Bandana – hip hop
Solange – When I Get Home – neo soul
The Comet Is Coming – Trust in the Lifeforce of the Deep Mystery – nu jazz
Kate Tempest – The Book of Traps and Lessons – poet, rap
Holly Herndon – PROTO – glitch pop
Orville Peck – Pony – alt country
Hatchie – Keepsake – dream pop
Black Midi – Schlagenheim – experimental pop
Foals – Everything Not Saved Will Be Lost (Part 1) – indie rock
Malibu Ken – Malibu Kenexperimental – hip hop
Alex Banks – Beneath the Surface – elettronica
Sarah Haras – Metal East – industrial
Skepta – Ignorance is Bliss – grime
Truth Club – Not an Exit – alternative rock
Cate Le Bon – Reward – art pop, psych pop
PUP – Morbid Stuff – punk rock
Girlpool – What Chaos Is Imaginary – indie rock
Vampire Weekend – Father of the Bride – art pop
Toro y Moi – Outer Peace – synth pop
Edda – Fru Fru – songwriting, alternative
Massimo Volume – Il Nuotatore – post rock
I Hate my Village – I Hate my Village – fusion, alternative rock