24/01/2025
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Da Kim Gordon a Laura Marling passando per Mannequin Pussy, Cure e Any Other. I 50 album più belli del 2024 votati dalla redazione

Cari lettori, il 2024 è stato l’anno dei grandi album. La nostra classifica è lo specchio di una redazione varia, poliedrica e soprattutto appassionata, e non ha nessuna velleità di sancire alcun tipo di verità. Ben quaranta gli album internazionali selezionati e dieci gli italiani. Buon anno a voi tutti e grazie della fiducia accordataci, siete la nostra linfa. 

di Giovanni Aragona, Stefano Bartolotta, Davide Belotti, Albino Cibelli, Greta Esposito, Chiara Luzi, Gabriele Marramà, Nicolas Merli,  Vincenzo Papeo e Simona Ventrella 


1 – KING HANNAH – BIG SWIMMER 
(indie-rock, alternative rock) 

Il miglior album del 2024. Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare questo album in anteprima e lo abbiamo gustato e assaporato come quei cibi prelibati di cui non faresti mai a meno e di cui vorresti godere con estrema calma. Il secondo lavoro in studio dei King Hannah è il gioiello dell’anno.  Hannah Merrick e Craig Whittle hanno preso uno zaino, hanno messo dentro pochi oggetti e sono partiti alla scoperta della loro dimensione. La band lo ha fatto intraprendendo il loro primo tour americano che li ha portati ad attraversare paesaggi nuovi ma anche familiari…

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2 –  BETH GIBBONS – LIVES OUTGROW
(singer, songwriter, chamber folk, baroque pop)

Tra i migliori album del 2024 il tanto atteso  album solista di Beth Gibbons, meravigliosa voce dei Portishead. Il risultato, fin dal primo accordo, è commovente: c’è qualcosa di etereo e di magico nella voce della Gibbons, e questo intero disco (pur non suonando trip hop) spiega il perchè un tratto sonoro cosi piacevole ma al contempo inquietante, ha reso il genere trip hop un “fenomeno mondiale”, proiettando i Portishead al successo globale…

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3- THE CURE – SONGS OF A LOST WORLD 
(gothic rock)

Il primo numero di uscite discografiche di novembre parte con il botto e, con l’album più atteso dell’anno: il nuovo disco dei CURE. Songs of a Lost World è il ritorno alla desolata bellezza del loro periodo di massimo splendore degli anni ’80. Nel loro nuovo album, che sfida sonoramente la mortalità,  i Cure, che si sentono come se fossero stati nelle nostre vite per sempre, come uno sfondo monolitico, fanno i conti con il trascorrere del tempo, con un album potente e magistralmente prodotto, che segna la nostra impermanenza alla vita…

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4-  MANNEQUIN PUSSY – I GOT HEAVEN 
(punk rock, indie-rock, grunge, garage rock)

Tra gli album 2024, i Mannequin Pussy hanno piacevolmente spiazzato la nostra redazione.  La crescita esponenziale di questa band inizia ad essere non solo importante ma terribilmente accattivante. Il debutto per Epitaph Records di Patience del 2019, aveva lasciato presagire un imminente roseo futuro, ma oggi le cose sono clamorosamente migliorate. Non solo diversificazione: dal rumoroso punk delle uscite precedenti alle canzoni più orecchiabili e melanconiche,  ma tenerezza strappata alla ferocia con intelligenza e senza inutili e sterili virtuosismi. I Got Heaven è un gran bel disco e raggiunge vette compositive mai sfiorate prima dalla band…

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5- THE LEMON TWIGS – A DREAM IS ALL WE KNOW
(jangle pop, power pop)

In un anno che ha già dato grandi soddisfazioni agli amanti dell’indie-pop, con gli splendidi lavori di The Umbrellas, Ducks Ltd. e The Reds, Pinks & Purples, le cose migliorano ulteriormente con questo quinto album dei Lemon Twigs., giunto in questo primo numero delle uscite discografiche del mese di maggio…

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6- JULIA HOLTER – SOMETHING IN THE ROOM SHE MOVES
(art pop)

Nel raccontare il suo nuovo album in uscita oggi, Julia Holter spiega che l’ispirazione principale arriva dal corpo, dalle sue complessità e dalla sua capacità di trasformarsi; in effetti ascoltando Something In The Room She Moves sembra di vedere i due corpi disegnati sulla cover muoversi in maniera fluida e perpetua, cambiando forma quasi fino a diventare solo macchie di colore. Questo lavoro, che arriva a distanza di sei anni da Aviary (2018), è complesso ed estremamente toccante: Holter è riuscita a creare un piccolo microcosmo sonoro in cui i dieci brani sono perfettamente legati fra loro…

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7 – ARAB STRAP – I’M TOTALLY FINE WITH IT DON’T GIVE A FUCK ANYMORE
(slowcore, indietronica, alternative rock)

Una band che ci sta molto a cuore. Premessa: era impresa alquanto ardua fare meglio, o quasi, dell’ultimo lavoro pubblicato nel 2021 e da noi scelto come miglior disco di quel meraviglioso anno. A distanza di tre anni ci troviamo ancora qui a parlare di un nuovo, meraviglioso, disco degli Arab Strap.  Anche se si stanno muovendo in una nuova fase della vita, rispetto al passo, la band rimane esperta nel raccontare il mondo che li circonda….

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8 – KIM GORDON – THE COLLECTIVE 
(art rock, experimental rock)

Niente da fare: non c’è nessuno là fuori come Kim Gordon. E questo ritorno sulle scene, a distanza di 5 anni dal disco precedente, è una forte, fortissima dichiarazione di forza e d’indipendenza. Nel 2019 aveva visto la luce il primo vero disco della Gordon, No Home Record” e già si intravedevano le possibili strade da intraprendere: una, quella che conduce al porto sicuro del rock and roll / art punk,l’altra quella sperimentale per cimentarsi con industrial e sonorità trap. Con “The collective” Kim ha optato ancora una volta per entrambe, ma concentrandosi un po di più sulla seconda…

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9 – YARD ACT – WHERE’S MY UTOPIA?
(post-punk, dance punk)

Fin dai primi secondi di questo nuovo lavoro in studio della band di Leeds traspare una certa disperazione dietro alla solita ironia che contraddistingue la musica di questa band. Il senso d’umorismo degli Yard Act è intatto e più forte che mai, tanto da riflettersi nel personale nel momento in cui si aprono alla volontà di vendersi per soldi (alla fine è pur sempre un lavoro il loro) in “We make hits”…

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10 – DIIV – FROG IN BOILING WATER
(shoegaze, alternative rock)

Il principio della rana bollita del filosofo Noam Chomsky, da cui deriva il titolo del nuovo disco dei DIIV, descrive la capacità nociva dell’essere umano moderno: ovvero quella di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non quando ormai è troppo tardi. Da questo si evince un cambio di tematiche trattate che va di pari passo alla svolta strumentale della band. Difatti i Diiv che oggi si propongono dinnanzi a noi con questo nuovo disco non sono più la band di dieci anni fa….

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11- CHRISTOPHER OWENS – I WANNA RUN BAREFOOT THROUGH YOUR HAIR
(art-rock, songwriting)

Come per il nuovo disco dei Porridge Radio, anche per il ritorno di Christopher Owens è utile leggere un’intervista per avere una giusta idea sul disco. Solo che, in questo caso, non l’ho fatta io ma qualcuno di più autorevole, ovvero il Guardian. Riassumendo, fino al 2017 andava tutto bene per l’ex frontman dei Girls, poi gliene è successa una dietro l’altra: un SUV lo ha travolto mentre andava in moto e non ha potuto curarsi per via della mancanza di assicurazione sanitaria; la fidanzata che stava per sposarlo l’ha lasciato; ha perso il proprio lavoro diurno…

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12-  THE SMILE – WALL OF EYES
(art rock)

Accantonati i Radiohead, il duo Yorke / Greenwood con Nigel Godrich in cabina di regia e e dietro le pelli Tom Skinner (ex Sons Of Kemet) continuano imperterriti per la loro strada e dopo uno splendido esordio con “A Light For Attrachting Attention” (Tra i migliori del 2022) ispirato a livello di quelli della casa madre, arrivano a questo lavoro ben anticipato da “Bending Hectic”  e dalla title track pubblicata successivamente e accompagnata, a sua volta, da un video in bianco e nero dal sodale Paul Thomas Anderson, che ci mette fantasia e il suo immenso talento per dirigere Yorke in una clip onirica e surrealista tra Buñuel e il surrealismo…

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13 – BEEN STELLAR – SCREAM FROM NEW YORK, NY
(indie-rock)

Un ottimo album in questa settimana di uscite discografiche. Noi amanti dell’indie-rock intenso e inquieto abbiamo già avuto soddisfazioni in questo 2024 grazie ai Friko, ma possiamo essere molto contenti dell’arrivo di un altro disco di debutto, quello dei Been Stellar che, come da titolo, arrivano dalla Grande Mela. In queste 10 canzoni si possono trovare diverse influenze, visto che nomi come Interpol, primi Radiohead, Seafood, Built To Spill, Broken Social Scene si affacciano a turno tra le fonti di ispirazione di questo quintetto…

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14 – JESSICA PRATT – HERE IN THE PITCH
(singer, songwriter, psych folk)

Piacevole e al contempo retronostalgico perchè ci è sembrato di aver ascoltato Julee Cruise in versione quarta stagione di Twin Peaks. La voce della Pratt è, come quella dell’ ’indimenticabile musa di David Lynch,  cerebrale e calda come poche, e il falsetto è l’ennesimo tratto in comune con la storica artista…

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15-  BILL RYDER-JONES – ‘LECHYD DA’
(songwriting)

Il percorso di Bill Ryder-Jones dal progetto The Coral all’artista solista e produttore affermato è stato un percorso tortuoso di auto-riflessione. Ha sconfitto i demoni, ha iniziato ad affrontare un passato ingombrante, ha vinto la battaglia contro i problemi di salute mentale e la dipartita di un fratello. Quel viaggio lo ha portato in un luogo in cui, con nuova fiducia, è in grado di creare un corpo di lavoro come Iechyd Da (Welsh for good health), un album di tale profondità e qualità che ricorda immediatamente le lussureggianti orchestrazioni psichiche di Deserter’s Songs dei Mercury Rev…

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16 – MERCURY REV – BORN HORSES 
(chamber pop, jazz ambient)


17 – THE LAST DINNER PARTY – PRELUDE TO ECSTASY  
(art rock)


18 – MICHAEL KIWANUKA – SMALL CHANGES
(songwriting, soul, funk, indie rock)


19 – GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR – NO TITLE AS OF…
(post rock)


20 – NICK CAVE – WILD GOD 
(Art Rock, Singer-Songwriter)


21 – JESUS LIZARD – RACK 
(noise rock, post hardcore) 


22 – CASSANDRA JENKINS – MY LIGHT, MY DESTROYER
(art pop, ambient pop)


23 – LAURA MARLING – PATTERNS IN REPEAT
(folk,songwriting) 


24 – FATHER JOHN MISTY – MAHASHMASHANA 
(songwriting)


25 – CHARLI XCX- BRAT
(experimental pop)


26 – THE INDELICATES – AVENUE QANON 
(indie pop)


27 – GRANDADDY – BLU WAV 
(alt-folk, songwriting)


28 – MARIA W HORN – PANOPKITON 
(Experimental, Ambient, Drone)


29 – SARAH DAVACHI – THE HEAD AS FORM’D IN THE…
(ambient, drone) 


30 – FIGHTMILK – NO SOUVENIRS 
(indie rock, power pop)


31 – TAPIR! – THE PILIGRIM, THEIR GOD… 
(indie folk)


32 – CINDY LEE – DIAMOND JUBILEE 
(noise pop, experimental pop)


33 – WUNDERHORSE – MIDAS 
(alternative rock) 


34 – BEAK> – >>>> 
(experimental rock, krautrock)


35 – SHELLAC – TO ALL TRAINS 
(noise rock, post hardcore)


36 – MJ LENDERMAN – MANNING FIREWORKS 
(slacker rock)


37 – AROOJ AFTAB – NIGHT REIGN
(ambient, chamber jazz)


38- ORCHESTRE TOUT PUISSANT MARCEL DUCHAMP – VENTRE UNIQUE 
(post punk, post minimalism- avant-garde jazz)


39 – TYLER, THE CREATOR – CHROMAKOPIA
(neo soul)


40 – HORSE JUMPER OF LOVE – DISASTER TRICK
(slowcore, shoegaze)

 


I MIGLIORI ALBUM ITALIANI DEL 2024 


1- ANY OTHER – STILLNESS, STOP: YOU HAVE A NIGHT TO REMEMBER
(songwriting) 

Dopo il fantastico secondo disco uscito ormai nel 2017, Adele Altro è stata attiva quasi solo in altri progetti, come produttrice o musicista da studio o sul palco, e gli appassionati non avevano idea se sarebbe uscita una nuova raccolta di canzoni a firma Any Other. Finalmente, questo terzo album è arrivato, ed è valsa la pena aspettarlo, perché il livello si è ulteriormente alzato e ormai Any Other fa rima con eccellenza…

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2- A MINOR PLACE – SONGS ARE LYING
(indie pop, art pop)


3- I HATE MY VILLAGE – NEVERMIND THE TEMPO
(experimental rock) 

Tornano in pista Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours), Marco Fasolo (Jennifer Gentle) e Alberto Ferrari (Verdena). e rimettono in piedi il progetto meno convenzionale del panorama musicale italiano: I Hate My Village. Nevermind the Tempo non segue nessuna logica temporale e musicale…

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4- PAOLO BENVEGNU’ – È INUTILE PARLARE D’AMORE
(songwriting)

Erano ben 4 anni che Paolo Benvegnù non pubblicava un album di inediti e tra i fan c’era molta attesa, in virtù sia dell’ottimo EP dell’anno scorso che dei live nei quali l’artista gardesano ha potuto sfruttare il supporto di un gruppo di musicisti valido come da diverso tempo non gli capitava. Al primo ascolto, possiamo già dire che le aspettative erano ben riposte, e che Paolone, come il suo pubblico ama chiamarlo con affetto, ha fatto l’ennesimo capolavoro della sua sfavillante carriera…

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5- SABASABA – UNKNOW CITY
(post-industrial, darkwave)


6- FRANCESCA BONO – CRUMPLED CANVAS
(dream-pop, elettronica)


7- TRAUM – TRAUM
(experimental)


8- FITNESS FOREVER – AMORE E SALUTE
(funk, jazz contemporaneous)


9- STEFANO PILLIA – SPIRALIS AUREA TRIO
(experimental)


10- THE WISTONS – THIRD
(art rock)


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