‘Heaven Up Here’ degli Echo and The Bunnymen compie oggi 38 anni

 

Un anno dopo l’ottimo esordio con Crocodiles gli Echo & The Bunnymen, sotto la guida dell’esperto Hugh Jones, pubblicano Heaven Up Here, che rappresenta una ulteriore messa a fuoco del loro sound. 

Ritmica secca e wave (Pete De Freitas alla batteria e Les Pattinson al basso), la chitarra di Will Sergeant a disegnare trame psichedeliche e la voce enfatica e declamatoria di Ian MacCulloch  – la rockstar più credibile della scena di Liverpool, di cui rappresentava l’anima più doorsiana e classic rock, mentre dei suoi ex compari nei Crucial Three, Julian Cope era quella barrettiana e Pete Wylie quella più eclettica. 

La copertina, che raffigura i quattro su uno sfondo acquatico sotto un cielo plumbeo, rende bene il mood del disco, notturno e tormentato, con un’alternanza sapiente tra momenti più serrati, come Show Of Strength, Over The Wall e No Dark Things e altri più dilatati e visionari come All my colours e Turquoise Days. Ma tutto il disco mostra una compattezza e un equilibrio esemplari.

Nonostante l’assenza di singoli di successo (l’unico pubblicato, A Promise, si ferma al n. 49) il disco vede crescere la popolarità della band, che raggiunge la top ten della UK chart, e fa da trampolino all’esplosione mondiale che arriva nel 1983 con Porcupine. 

 

Gabriele Marramà 

 


Ian McCulloch – voce, chitarra, piano
Will Sergeant – chitarra 
Les Pattinson – basso
Pete De Freitas – batteria
Les Penning – fiati

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