Ghostpoet – ‘I Grow Tired But Dare Not Fall Asleep’

‘I Grow Tired But Dare Not Fall Asleep’ è il quinto lavoro in studio del musicista britannico Ghostpoet. L’album è prodotto dallo stesso musicista e pubblicato dall’etichetta Play It Again Sam.

12:35:11  – 14/05/2020


 

 

Etichetta: Play It Again Sam.
Genere:
art rock, trip-hop, dub
Release:
1 maggio

Ipnosi e oscurità

Ipnotico, oscuro e straniante. Il nuovo album di Ghostopet, al secolo Obaro Ejimiwe, racchiude in 45 minuti riflessioni e pensieri di uno scrittore che osserva (inerme) i cambiamenti di una società corrotta e malata. I Grow Tired But Dare Not Fall Asleep, segue Dark Days + Canapes di tre anni, e a conti fatti è il quinto album del musicista nato in Nigeria ma naturalizzato inglese. L’album è realizzato dalla ormai fidata etichetta Play It Again Sam.

Ghostpoet mescola sapientemente le lezioni trip hop di Tricky infarcendo un suono oscuro, e a tratti claustrofobico,  di elementi post-rock e art-rock con affilate puntate di synth e laceranti chitarre che squarciano l’anima. A 37 anni, il buon Obaro decide di abbandonare il suo fidato produttore Leo Abrahams (Brian Eno, David Holmes), e di lavorare a questo disco in totale autonomia.

La Natura di Hobbes

Ci sono album che rimangono nella storia per 2 o 3 canzoni, ci sono album che passano alla storia per una promozione perfetta, e ci sono dischi che riusciranno a scalare vette altissime solo perchè capaci di accettare la logica industriale musicale che tende a premiare perversi meccanismi extra musicali. Ghostopet passerà alla storia (tempo dieci anni) per aver avuto il coraggio di raccontare crude realtà.

I Grow Tired But Dare Not Fall Asleep è la traduzione – in musica – più nitida del pensiero di Hobbes sullo stato di natura. Per Hobbes lo stato di natura è una realtà conflittuale, una situazione di conflitto aspro e costante in cui la vita umana si rivela misera.  Hobbes afferma che la natura umana è conflittuale poiché l’uomo è essere desiderante: ogni uomo ha voglie e pulsioni differenti, ma tutti desiderano. Un grande desiderio e pedissequamente correlato alla competizione.

L’uomo di Hobbes crea (spesso) rapporti sociali con il latente scopo di far prevalere l’innata forma di egoismo. In questo album, Ghostpoet descrive una società che ha perso quasi tutto, dove i ricchi sono chiusi nella loro bolla elitaria e i poveri sono costretti ad essere emarginati agli angoli della società. In questa condizione, Ghostpoet immagina la società ridotta a deserto distopico pieno di ombre e parassiti. 

Art Rock, Trip Hop e alienazione

Cosa rimane della Brexit e di Donald Trump? Obaro Ejimiwe immagina una società allo sbando e arida: “Sack Full of Rats” recita in un folgorante generatore di sonorità oscure e anestetizzanti. Nowhere to Hide Now e Breaking Cover prendono in prestito la tradizione rumorosa post-punk dei Gang of Four; Concrete Pony, è la canzone che Tricky non ha mai scritto. Suoni pensati per turbare e per costruire una rete di alienazione e di oscurità. Molto difficile ascrivere questo album ad un semplice genere, perchè il processo e lo studio sonoro affrontano in 45 minuti l’art rock, il post- punk, il funk, il dub e il trip hop.

Qualunque sia il genere con cui flirta in una determinata canzone tende a essere trascinato, sotto la sua influenza, dall’atmosfera obliqua e interminabile tipica di un art rock/ dub oscuro. Ci piace pensare ai suoni prodotti come tensioni irrisolte che la fragilità dell’uomo nasconde. Ghostpoet, in questo suo quinto disco, gioca sull’ambiguità implicita nel concetto di libertà. Sospendere i ruoli della società e riportare l’attenzione sui bisogni comuni, è possibile creare un nuovo modello? Ghostpoet risponde con questo intreccio intelligente di suoni e testi che rivelano lentamente il deperimento di una società. 

G.A.

LEGGI ANCHE ——-> John Peel Sessions: disponibili online 1000 registrazioni di numerosi artisti

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *